Somma Vesuviana, l’antico quartiere Casamale è il vero centro medievale della città?

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Se il Casamale è il centro medievale originario della città di Somma, perché l’unica sua parrocchia, quella di San Pietro, era posta fuori dalle mura? E’ dimostrabile – spiega lo storico locale Dott. Domenico Russo – che il Casamale, nel XIII secolo, non era il vero centro medievale del paese e che, nello stesso tempo, il locus di S. Lorenzo era il vero nucleo abitativo. 

 

 

Il Dott. Domenico Russo nasce a Somma Vesuviana nel 1955. Laureato in medicina e chirurgia, direttore ASL, sin da giovane ha sempre coltivato un forte interesse per la storia vesuviana, dando particolare risalto alle vicende della sua città. La sua prima conferenza a Somma avviene all’età di 17 anni presso il glorioso Circolo Sociale. Nel 1973 riordina, accuratamente, l’Archivio storico dell’Insigne Collegiata. E’ stato tra i promotori del trasferimento del vecchio Archivio Storico cittadino nella nuova sede attuale, intitolata all’ Ing. G. Cocozza. Ha promosso tutte le operazioni di restauro delle opere pittoriche presenti nelle chiese di Somma. Presidente del Comitato di gestione della Biblioteca civica R. Arfé, ha pubblicato un centinaio di contributi di ricerca su riviste quali Summana, Quaderni vesuviani, Sylva Mala, Summae Civitas e Impegno e dialogo della Biblioteca diocesana  San Paolino.

Profondo ricercatore di storia locale ed esperto bibliofilo, ha dato alle stampe inoltre: Riccio di Palma cittadino sommese, uno dei tredici a Barletta (2003) in collaborazione con Raffaele D’Avino; Somma nei manoscritti di Francesco Migliaccio (2006).  Ha curato sia la stesura del testo Notizie storiche ed artistiche sulla Chiesa Collegiata nel 2014, che la trascrizione e la ricerca bibliografica ed archivistica del volume Storia della famiglia de Curtis del marchese Camillo de Curtis. Grazie ai suoi appassionati studi, infine, ha acquisito circa 1500 citazioni dai Registri Angioini, assemblando le ricerche degli storici locali Alberto Angrisani e Francesco Migliaccio.

Dott. Russo, da sempre il quartiere Casamale è stato ritenuto dai contemporanei il primo e vero centro medievale di Somma. Che ne pensa a proposito dopo le ultime sue acquisizioni?

“Tutti gli storici, che si sono occupati di Somma, hanno sostenuto che il quartiere Casamale, già agli albori del 536 d.C. (quando il generale Belisario avrebbe chiamato i sommesi a ripopolare Napoli) doveva essere stato il centro civile fortificato e che solo all’inizio del XVII secolo – quando si esaurirono le lotte che nei secoli precedenti avevano creato l’esigenza della città fortificata – il quartiere più a valle, Prigliano, quello che oggi corrisponde al centro di Somma, ebbe il suo decisivo sviluppo. Prima di approfondire, però, la questione, dobbiamo contrastare subito due tesi completamente infondate: la prima, che il Casamale, inteso come quartiere, compaia documentato nel 1011 per la prima volta; la seconda, che esso potrebbe essere stato costruito su una struttura o pagus romano. L’attenta lettura del documento del 1011 attesta solamente la presenza della famiglia Causamala e non del quartiere. Alcuni documenti, inoltre, ci dimostrano, ancora, che nel 1268, Somma era divisa in un’area feudale, forse appartenente agli Spinelli, e un’ indipendente amministrazione civica. A quel tempo, il Casamale non era considerato  ancora un quartiere, ma era un vasto appezzamento diviso in quattro o cinque proprietà della famiglia omonima (Causamala). Il dominus del tempo avrebbe concesso, come vedremo, la lottizzazione di questa grossa area subito a valle del sito principale, che gravitava intorno alla parrocchiale chiesa di San Lorenzo ai piedi del castello montano. A riguardo, a conferma, nel processo ai Proditores (1268) non appare il toponimo Casamale, ma sono annoverati: Pirillanum, La Risina, Sancto Sosso, Pumpillianum, Trivio Campionis, Lupuczu, Riello, Lucriro de la dopna, Sanctu Johannes. Compaiono, in più, oltre a Pietro, i fratelli Giovanni e Ruggero e Filippo Causamala, a riprova della forza di quella famiglia”.

Risulta vero che il Casamale sia stato costruito su un antico insediamento romano?

“Confermo che è priva di fondamento l’ipotesi che il Casamale sia stato costruito su un insediamento romano con decumani e foro. Fantasiosa, poi, resta l’idea, neanche ipotesi, che il largo Collegiata potesse essere stato un antico foro di un’inesistente città romana. Abbiamo dimostrato, attraverso prove scritte e documentali, che, fino ai primi decenni del XIX secolo, la piazza Collegiata era molto meno ampia di quella attuale, avendo un palazzetto proprio di fronte, dove ora si apre un portone dell’attuale proprietà Angrisani, già Cutolo. Al Casamale, intorno al I secolo d. C., esisteva soltanto una villa romana localizzabile sotto l’attuale palazzo Orsino/Colletta/Papa, posto di fronte al portale dell’ Insigne Collegiata. La villa, di cui conosciamo uno dei primi proprietari, L. Cantinio Rufo, ha lasciato tracce considerevoli nel muro di cinta del vicolo Lentini, dove si possono ancora oggi vedere basi di torcular inglobate ab antiquo nelle mura di contenimento. Sempre nel giardino Cutolo/Colletta, vi era una lapide con un’iscrizione, che avrebbe testimoniato l’esistenza di un tempo di Bacco, ma il compianto prof. Enrico Di Lorenzo, dopo un serrato esame paleografico, attestò invece la sua origine cinquecentesca”.

Quindi ribadisce che il Casamale non è il nucleo più antico di Somma?

“Già nel 2003, avevamo prospettato la possibile ipotesi che il quartiere Casamale fosse nato dall’assegnazione di quell’area ai quattro capifamiglia sopra attestati o ai loro successori che dovevano per forza maggiore essere in numero ancora maggiore. E siamo dell’ ipotesi che il vero nucleo medievale per eccellenza di Somma fosse, invece, il borgo di San Lorenzo, posto nell’attuale località di S. Maria delle Grazie a Castello, attorno alla chiesa omonima, di cui oggi esiste solo il perimetro e qualche rudimentale pietra. A riguardo, vari indizi avvalorano ancor più la nostra ipotesi: a) l’essere il borgo San Lorenzo posto alla base dell’ antica arce normanna (oggi, Santuario di S. Maria a Castello); b) la vicinanza della necropoli tardo antica ancora poco più a monte; c) l’essere S. Lorenzo antica grancia della famosa chiesa benedettina di Sant’Angelo in Formis; d) in ultimo, la residenza dell’archipresbiter (arcipresbitero). Possiamo ipotizzare, quindi, come dicevamo precedentemente, con una certa attendibilità, che i quattro fratelli Causamala si spostarono poco più a valle, prendendo possesso o conducendo in locazione quelle aree che poi diventeranno il quartiere Casamale. Prima che in un documento comparisse, come vedremo, il toponimo Casamale, esistevano già nel territorio di Somma diverse forme di aggregazioni territoriali, come il burgo attorno alla chiesa di S. Giorgio martire nel 1253 ed un distinto burgus Piczulis alla fine del Duecento, quest’ultimo con ovvio riferimento ad una prestigiosa famiglia che negli anni successivi avrà un ruolo forte nella corte angioina. Oltretutto, quando negli anni passati discutevo con gli indimenticabili e compianti maestri, Giorgio Cocozza e Raffaele D’Avino, chiedevo il motivo per cui il Casamale, il centro medievale della città, avesse l’unica sua parrocchia, quella di San Pietro, posta fuori dalle mura. Ecco che forse le nostre ultime acquisizioni sono la prova incontrovertibile che il quartiere Casamale non fu il locus centrifugo”.

Quando appare, allora, il toponimo Casamale?

“Il primo documento ufficiale con la citazione dei quartieri, tra i quali è annoverato il Casamale, è del 18 settembre 1326. Annotiamo che il documento è intitolato Pro universitate hominum platee priliani de Castro Summe a riprova che nel 1326 Somma, non era solo una Città con i suoi casali, ma che il quartiere Casamale era totalmente sviluppato dal punto di vista urbanistico. Il testo, in questione, così recita: Homines dicti castri suorumque Casalium ex quadam consuetudine ibidem ab hactenus introduca per quator divisi quarteria, videlicet Casamale, Margarita, Prilianum et Casalia (traduzione: Gli uomini del detto castrum e dei suoi Casali, secondo un’ usanza, risiedono (vivono) fino ad oggi in quello stesso luogo ora diviso in quattro quartieri, vale a dire Casamale, Margherita, Prigliano e Casali).

Il registro che lo attesta – non più consultabile, in quanto distrutto dal nefasto incendio da parte dei tedeschi nel 1943 a San Paolo Belsito – è il n°304, f.271t, corrispondente al reg.1336E della vecchia classificazione. All’ inizio del Trecento, quindi, sotto il Regno di Roberto d’Angiò, erano in uso tre antroponimi per designare i quartieri della città: Casamale, Margarita e Prigliano. I Casali, a quel tempo, erano gli attuali Comuni di Sant’Anastasia, Pollena Trocchia e Massa di Somma. Dei tre antroponimi, oggi sono utilizzati solo quello del Casamale e di Margherita, mentre quello di Prigliano scomparve dai documenti amministrativi alla fine del XVIII secolo, permanendo ancora nella cartografia del tempo”.