Nella seconda metà dell’Ottocento non c’era città o piccolo paese nel Meridione che non avesse le propria fanfara oppure una banda musicale. La musica, roba da ricchi, si ascoltava nei lussuosi palazzi baronali, negli ampi saloni dei castelli nobiliari e nei circoli culturali.
Ai poveri paesani quella musica era interdetta. Le opere liriche, tuttavia, trascritte per banda ed eseguite sulle casse armoniche durante le feste patronali, iniziarono a costituire per molti cittadini l’unico modo per accostarsi alla musica ed apprezzarne il fascino evocativo. L’ascolto della banda esaltava e commuoveva. Nasceva l’epoca del furore artistico delle bande meridionali, dirette da grandi e appassionati maestri e ovunque si sviluppava una naturale cultura bandistica, come si evince anche dal repertorio successivo, tratto dal libro dal titolo Istituti e Società Musicali – Statistica, Regia Tipografia, Roma, 1875 . Falegnami, bracciali, operai, muratori e calzolai abbandonarono per un attimo il proprio lavoro e iniziarono a solfeggiare e a suonare uno strumento. I musicanti, così denominati, schierati in uniforme iniziarono così a guizzare ai gesti del maestro di turno, le luminarie brillavano sugli ottoni, il popolo iniziava a fare brevi e sommessi commenti sui pezzi eseguiti. A quell’epoca per fanfara si intendeva un piccolo complesso bandistico nel senso moderno. Oggi, invece, esiste una sostanziale differenza tra fanfara e banda: in Italia il termine fanfara designa un complesso musicale composto da solo ottoni di vara estensione, timbro e con l’eventuale aggiunta di strumenti a percussione e la sua struttura è diversa da quella della banda dove sono invece presenti anche strumenti ad ancia e flauti.
Le origini del complesso musicale di Sant’Anastasia – afferma lo studioso Lello Sodano – risalgono al 1767, quando il Maestro Vincenzo Iorio, sergente di una compagnia militare, convinse alcuni genitori di via Capodivilla, di provvedere all’istruzione della musica dei propri figli, dando luogo di fatto alla brillante avventura della banda musicale di Sant’ Anastasia. Nel 1801, direttore e maestro della banda fu il signor Francesco Benelli, militare di stanza a San Giorgio a Cremano. Nel 1844 la direzione musicale passò al signor Giacinto Sorrentino, che diresse un complesso bandistico di oltre 40 elementi. Nel 1864, tuttavia, Sant’Anastasia aveva ufficialmente anche una sua fanfara municipale con 18 elementi, diretta dal M° Luigi De Luca, come si evince dal libro sopra citato. Nel 1866, la direzione del corpo musicale fu affidata al Cav. Maestro Giuseppe Coppola, solista strumentista al San Carlo. Sotto la sua direzione il complesso musicale ottenne notevoli successi di pubblico, grazie anche alla presenza della prima tromba, Giuseppe Visone, abitante alla frazione Ponte di S. Anastasia. Seguirono poi i maestri Giuseppe Avallone e Ferdinando Borea: entrambi ufficiali del 1° Reggimento Fanteria di Napoli. L’ultimo decennio dell’Ottocento vide alla direzione il M° Gerardo Ricciuti, sottocapo del 2° Reggimento Granatieri.
Nel 1896, sotto la guida, stavolta, del maestro Francesco D’Alise, la banda musicale ottenne un premio speciale dall’Amministrazione comunale per aver eseguito in modo magistrale il Barbiere di Siviglia, che suscitò applausi e felicitazioni da tutto il popolo anastasiano.
Cosimo Scippa (1939 – 1999), nel suo libro Municipalità del 1990, descrive un episodio curioso tra bande musicali accaduto durante lo svolgimento della festa del Corpus Domini a Sant’ Anastasia nel 1906. Per l’occasione furono chiamate oltre alla banda cittadina anastasiana, anche quella della vicina Somma Vesuviana e di Casalnuovo. La banda cittadina di Somma volendo fare bella mostra di sé entrò in paese suonando e creando disturbo a quella anastasiana, mentre eseguiva un proprio concerto. La rivalsa non tardò ad arrivare con il complesso bandistico anastasiano che stavolta iniziò a suonare proprio mentre la banda cittadina stava eseguendo il proprio concerto in via San Biagio. Gli animi si riscaldarono: qualcuno dei presenti si precipitò a Somma ad avvertire di ciò che stava accadendo a Sant’Anastasia. I sommesi, circa un centinaio, vennero con nodosi bastoni, mentre gli anastasiani sfoderarono i loro lunghi coltelli. Alla fine si risolse con un fuggi fuggi generale dei sommesi e, sembra, anche un ferimento.
Come narrano le cronache cittadine, l’inizio del Novecento – continua lo storico locale Lello Sodano – fu contraddistinto, invece, da alcuni anni di crisi, fino alla nomina del Gran Maestro Adolfo Fedi, al quale nel 1935 il Maestro Raffaele Caravaglios (1864 – 1941) diede il privilegio e l’onore di sostituirlo con il suo complesso nella memorabile serata svoltasi nella villa comunale di Napoli in onore di Vincenzo Bellini. La cronaca nazionale, per l’occasione, dette ampio risalto a quell’ avvenimento anche perché il complesso bandistico diretto dal maestro toscano Fedi, era formato da ben 60 elementi esclusivamente anastasiani. Tra i bandisti, ricordiamo il maestro e capobanda Castaldo Francesco (1876 – 1961), suonatore dell’ottavino, e il figlio Giovanni. Nel dopoguerra del complesso musicale anastasiano rimase ben poco: comunque vi erano validi giovani musicisti, che riuscirono a formare un piccolo raggruppamento per le feste patronali. A riguardo, famosa rimane ancora oggi la mitica Banda Pezzotto, diretta dal maestro Vincenzo Sbrescia.

Intanto, iniziò a farsi strada in paese il virtuoso maestro Pasquale Raia (1907 – 1965) della vicina cittadina di Somma Vesuviana che con l’appoggio del Comune e dell’ A.N.B.I.M.A – Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome fondata nel 1955 – realizzò dei corsi e seminari di musica che promuovevano e favorivano l’educazione e la formazione musicale dei giovani sommesi e anastasiani. Emersero in questo periodo tre suoi allievi anastasiani, che onoreranno gli insegnamenti ricevuti: Visone Francesco, primo oboe nell’Orchestra Scarlatti di Napoli; Romano Vincenzo, tromba nell’Orchestra della Rai di Palermo e nell’Orchestra Scarlatti della RAI di Napoli; Tufano Vincenzo, prima tromba nella banda della Divisione Fanteria Cremona di Torino. Dopo un’ulteriore periodo di stasi, il 1987 segnò una nuova rinascita. Gli sforzi compiuti dal geometra Saverio Viola e, successivamente, nel 1993, dal compianto avvocato Achille Quaranta – afferma il M° Francesco Vitale di Sant’ Anastasia – consentirono a molti giovani di poter ritornare a studiare la musica. Fu riorganizzata, stavolta, una banda cittadina di cinquanta elementi e a dirigere fu chiamato, proprio, il maestro Vincenzo Romano. In epoca più recente, infine, altro direttore di banda fu anche il compianto Francesco Visone (+ 2012). Dopo le premature scomparse dell’avv. Quaranta e di Cosimo Scippa la banda si sciolse. Nel 2010, l’ultimo tentativo fu affidato al M° Francesco Vitale che costituì un’associazione musicale, dedicata al Gran M° Adolfo Fedi, e con essa un complesso musicale cittadino, riconosciuto di interesse nazionale, ma che ebbe vita breve.
Repertorio delle bande e fanfare della Provincia di Napoli. Il censimento del 1871- 72 è tratto dal libro Istituti e società musicali in Italia – Statistica, Regia Tipografia, Roma, 1875 (per gentile concessione del prof. Domenico Parisi):
1) Agerola aveva due bande: la prima fu istituita nel 1820 da Patrizio Apuzzo con 17 elementi. Sostenuta da privati, era diretta dal Maestro Coccio Giuseppe; la seconda, invece, con 21 elementi, fu istituita nel 1841 da Matteo Avallone ed era diretta dal M° Fusco Giuseppe;
2) Afragola aveva una banda istituita nel 1865 dal Municipio con 28 elementi (M° Daino Francesco);
3) Barra disponeva di un complesso musicale bandistico, fondato nel 1860 dal Municipio con 23 elementi (M° Profuma Antonio);
4) Boscoreale aveva una banda istituita nel 1854 da Nicolò Pinelli con 12 elementi (M° Casulli Ulisse);
5) Cardito aveva, invece, una scuola di strumenti a fiato fondata nel 1845 dall’Orfanotrofio Loffredo e, con essa, una banda composta da 18 elementi ( M° Fusco Alessandro). Una seconda banda fu istituita nel 1865 col sostegno di privati e composta da 13 elementi (M° Buonomo Biagio);
6) Castellamare disponeva di una banda municipale nel 1860 con 18 elementi (M° Bellisario Vincenzo);
7) Forio aveva una banda fondata nel 1851 da privati e sussidiata dal Municipio con 18 elementi (M° Del Deo Filippo);
8) Giugliano in Campania aveva una banda istituita nel 1867 da Aniello Palumbo con 25 elementi, mantenuta da privati (posto del direttore vacante);
9) Gragnano ebbe la sua prima banda nel 1862 grazie al sostentamento di privati e composta da 14 elementi (M° Serrao Giuseppe);
10) Marano, invece, aveva una scuola di strumenti a fiato istituita nel 1861 dal Municipio; più tardi, nel 1868, fu istituita una banda musicale dal Municipio con 27 elementi (M° Giarusso Pietro);
11) Ponticelli disponeva di un complesso bandistico municipale nel 1868 con 21 elementi (M° Moschelli Gaetano);
12) Portici ebbe la sua banda municipale nel 1861 con 30 elementi (M° Paolo Ruggiero) e dieci anni dopo (1871) una fanfara con 30 elementi istituita da privati (M° Pecoraro Pasquale);
13) Pozzuoli aveva una scuola di strumenti a fiato (M° Faticati Domenico) e una sua banda municipale (M° Barberi Luigi) con 29 musicanti già nel 1861;
14) Resina (Ercolano), invece, ebbe la sua banda municipale già nel 1865 con 25 elementi (M° Leo Andrea);
15) San Giovanni a Teduccio aveva il suo complesso bandistico municipale nel 1870 con 29 elementi (M° Cretello Ferdinando);
16) San Pietro a Patierno ebbe la sua banda municipale nel 1871 con 28 elementi, mantenuta da privati (M° Legier Giuseppe);
17) Sorrento aveva una banda istituita nel 1864 con 18 elementi grazie all’interessamento di privati (M° Grandville Antonio);
18) Torre del Greco, invece, ebbe la sua banda municipale nel 1862 con 30 elementi (M° Polese Luigi);
19) Somma Vesuviano aveva una fanfara già nel 1847, istituita da Vincenzo Casillo, mantenuta da privati e sussidiata dal Municipio, con 19 elementi (M° Brunelli Francesco);
20) Sant’Anastasia aveva una sua fanfara municipale nel 1864 con 18 elementi (M° De Luca Luigi);
21) Casalnuovo ebbe la sua fanfara municipale nel 1857 con 20 elementi (M° De Stefano Luigi);
22) Napoli, infine, aveva sei bande musicali da 35 elementi cadauna e tutte istituite nel 1860 dal Municipio. Nell’anno 1871 – 72, anno della rilevazione statistica, erano dirette dai Maestri Gatti Domenico, Fortucci Raffaele, Savoia Paolo, Falcone Luigi, Caccavoio Luigi e Farallo Stanislao.