La gioia del Natale a Napoli, alla scoperta delle più antiche tradizioni: l’arte presepiale che si riscopre dai vicoli di San Gregorio Armeno fino alle abitazioni di credenti e non, e tra le altre, la novena dei zampognari, che a partire dall’Immacolata, annuncia le festività ormai prossime.
“Tommasì te piace o presepio?” Chiede continuamente il famoso Luca al figlio nella commedia che tutti conosciamo e che inevitabilmente viene ricordata da tutti proprio in questo periodo dell’anno, e alle risposte negative del figlio non si arrende, finché in punto di morte non riesce a strappargli il tanto sospirato sì, e muore perdendosi nella beata immagine della natività. Quella stessa immagine che non può mancare in ogni casa partenopea. Il Natale a Napoli è l’immancabile visita a San Gregorio Armeno. Una moltitudine di negozietti, botteghe e bancarelle che tutto l’anno riempiono di magia gli occhi di chi ne ammira affascinato l’atmosfera. Vere e proprie dinastie di “pastorai” si tramandano da secoli i piccoli segreti di questo straordinario artigianato, l’arte presepiale, impegnati tutto l’anno a ricreare i pastori e le minuterie in terra cotta dipinta per allestire i maestosi presepi che tanta letteratura e pittura hanno ispirato. Dunque dicembre per i napoletani è un mese di creazioni e tradizioni, e accanto all’immancabile presepe, non mancano nella tradizione natalizia napoletana i zampognari, la tombola e il menù del 24 dicembre (capitone,baccalà,struffoli e quant’altro). Il Natale a Napoli ha da sempre avuto delle suggestioni diverse dalle altre città, sia italiane che straniere. Come si è detto, già dai primi giorni di Dicembre, con la novena dell’Immacolata, gli zampognari, anche se oggi ascoltati sempre più raramente a causa della routine frettolosa che tutti conducono, cominciano con la loro melodia ad annunciare le festività ormai prossime. A quella musica tutto si anima, tutto gioisce, ovunque si addobba.
Il presepe napoletano è amato persino dalle famiglie laiche perché è il luogo dove sacro e profano, spiritualità e vita quotidiana, preghiera ed ironia convivono come solo a Napoli, città delle contraddizioni, è possibile.
Ecco il momento di accennare ad un altro svago che è caratteristico dei napoletani, il Presepe;
“Si costruisce un leggero palchetto a forma di capanna, tutto adorno di alberi e di alberelli sempre verdi; e lì ci si mette la Madonna, il Bambino Gesù e tutti i personaggi, compresi quelli che si librano in aria, sontuosamente vestiti per la festa. Ma ciò che conferisce a tutto lo spettacolo una nota di grazia incomparabile è lo sfondo, in cui s’incornicia il Vesuvio coi suoi dintorni”. Questo quanto scrive, nel suo Viaggio in Italia, Goethe, riuscendo in poche righe e celebrare la più alta cultura e passione della nostra Napoli. Una cultura che appare nelle strade e nelle piazze della città e delle tante località della costa, le quali in questo periodo dell’anno sono sedi di manifestazioni culturali e religiose di grande interesse e richiamo turistico. Ovunque aleggia la pace e l’armonia dei sensi, la nascita del Salvatore trapela in ogni cuore e a Napoli è rappresentata al meglio. Non ha bisogno della neve, dei pupazzi, delle renne e di Babbo Natale giganti, Napoli sa rappresentare la gioia del Natale meglio di qualunque città. Vengano ora i media con le loro telecamere e fotografie, immortalino ora la bellezza della nostra città e non lo facciano soltanto quando, per disgrazia, si ritrova col volto deturpato dai rifiuti!