Madonna dell’Arco, tornano in Santuario ex voto trafugati il secolo scorso

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Brillante operazione dei carabinieri del nucleo tutela e patrimonio culturale, ieri la conferenza stampa a Milano e la riconsegna degli ex voto nelle mani del rettore del Santuario di Madonna dell’Arco padre Alessio Romano.

Quarantasei tavolette ex voto stanno tornando a casa, da Milano al Santuario di Madonna dell’Arco, con il rettore padre Alessio Romano. Stavolta però non si tratta di dipinti chiesti in prestito da vari musei d’Europa, da Cambridge a Marsiglia, come è accaduto nei mesi scorsi, ma di tavolette che non tornano in Santuario dagli anni ’50, quando furono trafugate. Di esse non si è più avuto notizia, fino almeno a qualche giorno or sono quando i carabinieri del nucleo tutela e patrimonio culturale hanno informato padre Alessio che gli sarebbero state consegnate nella capitale lombarda.

 

 

Ed è infatti all’Arcidiocesi di Milano, alla presenza di monsignor Corrado Sanguineti e del colonnello Alberto Deregibus, vicecomandante dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che gli sono state restituite. Gli ex voto di Madonna dell’Arco sono infatti parte dei cinquemila dipinti, databili in un periodo compreso tra il XV e il XX secolo, restituiti a vari luoghi di culto italiani ieri mattina. Il recupero degli ex voto si deve ad un’indagine iniziata cinque anni fa quasi per caso: un carabiniere di Monza notò a Milano una locandina che annunciava un’esposizione privata di ex voto. Intuì che poteva celare un traffico illecito e da lì prese il via un’indagine che ha portato alla scoperta di una ingente donazione fatta da un misterioso collezionista il quale, prima della morte, aveva donato ex voto a musei lombardi e piemontesi. Ulteriori dettagli non sono stati diffusi, anche perché gli inquirenti non hanno rilevato reati nel comportamento dei titolari dei musei che hanno alfine collaborato e restituito i manufatti. Non dipinti pregiati, sia chiaro, ma tavole di legno grezze, arte popolare e testimonianza di fede ugualmente preziose. Ben 594 delle cinquemila opere sono risultate di provenienza messicana e restituite il mese scorso. Gli altri dipinti provengono da diverse regioni italiane, da Nord a Sud: ma a spiccare è la Campania, con il Santuario di Madonna dell’Arco che già – con il suo museo – ne possiede settemila, la più grande collezione al mondo. Ed ecco perché accanto al colonnello Deregibus c’era ieri padre Alessio Romano. «È una gioia immensa aver ritrovato queste tavole, per noi il bene più prezioso – spiega il rettore Domenicano – il nostro Santuario non ha affreschi, le nostre opere d’arte sono queste, semplici e nate dalla spontaneità e dalla fede popolare». Padre Alessio ha annunciato che a settembre prossimo, nella festa dell’Incoronazione, sarà organizzata una mostra con gli ex voto ritrovati. «Inviteremo anche i carabinieri del nucleo tutela e patrimonio, dobbiamo a loro il rientro a casa dei nostri “tesori”». Tesori che, pur nella loro semplicità, hanno fatto gola a ladri e ricettatori. «La vera notizia è forse proprio questa – ha detto il colonnello Alberto Deregibus – che non si salvano ormai nemmeno oggetti poveri, che potrebbero sembrare poco attraenti. In realtà, un interesse underground per gli ex voto non è cosa di oggi e i quadri ritrovati sono stati rubati nel secolo scorso». Una volta riportate a Madonna dell’Arco, le tavole ex voto troveranno posto nel Museo di recente riaperto nel suggestivo chiostro del convento domenicano dove tra qualche giorno, per il Lunedì in Albis, si riverseranno centinaia di migliaia di pellegrini.