La partita con il Verona, che ci traghetta verso il ritorno di Champions, è forse una partita già scritta. Il grosso turnover, l’inutilità del risultato nell’immediato, la mancanza di una vera motivazione conducono gli azzurri ad una partita senza nerbo, accompagnata da una non perfetta prestazione di alcune seconde linee. Il Verona è inerme sotto lo strabordante possesso palla azzurro, che però si schianta sul muro avversario, non portando mai ad occasioni realmente pericolose. Addirittura, l’unica vera parata della partita è di Meret. Sterili, mai precisi nell’ultimo passaggio, manca la vera grinta per scardinare la difesa avversaria. Solo con l’ingresso di Osimhen cambia qualcosa. Lui sì che ha voglia e grinta da vendere. E’ sua la botta che si schianta sulla traversa, unica vera occasione azzurra. Nel finale il Napoli rischia di capitolare, sarebbe stata una belle beffa.
Qualche mancanza e una certezza. C’è un inevitabile calo azzurro nelle ultime settimane. Dato il divario acquisito in campionato, è ragionevole aspettarsi un approccio meno attento alle partite (anche il Milan si fa fermare sul pareggio dal Bologna), con l’occhio e il pensiero all’incontro che in questo momento conta di più. Mi sarei aspettato di più, anche da quelle seconde linee che dovrebbero avere più voglia di mostrarsi, ma lo perdoniamo. E un pareggio, considerato l’erroraccio nel finale di Ngonge, va visto come una vittoria che ci permette di mettere in cassaforte un altro punto. La certezza è Osimhen, il ragazzo è in forma e ha voglia di mostrare come può spaccare il mondo. Qualche mancanza e una certezza. Domani voglio avere solo certezze.