Sciopero alla Stellantis di Pomigliano: la Fiom proclama otto ore di stop per il 24 aprile
Pomigliano d’Arco – Domani, mercoledì 24 aprile, lo stabilimento Stellantis di Pomigliano si fermerà per uno sciopero di otto ore su tutti i turni. A proclamare la mobilitazione è la Fiom di Napoli, in risposta alla mancata volontà dell’azienda di rinnovare la parte economica del contratto specifico applicato ai lavoratori di Stellantis.
La protesta è stata decisa dalla Rappresentanza Sindacale Aziendale della Fiom e condivisa a livello territoriale e nazionale. A comunicarlo sono Mauro Cristiani, segretario generale della Fiom Napoli, e Mario Di Costanzo, responsabile del settore automotive della Fiom Napoli: «La decisione rappresenta una risposta ferma e decisa all’atteggiamento dell’azienda, che continua a ignorare le richieste sindacali. La Fiom non ha mai condiviso i contenuti di quel contratto, firmato anni fa da tutte le sigle sindacali tranne la nostra, ritenendolo penalizzante sia a livello normativo che salariale».
In un contesto di forte inflazione, che sta erodendo significativamente il potere d’acquisto dei lavoratori, il mancato aggiornamento salariale è, secondo la Fiom, una scelta insostenibile. «Oggi – aggiungono Cristiani e Di Costanzo – i lavoratori si trovano in una situazione drammatica. L’azienda non offre soluzioni concrete e questo è inaccettabile».
Lo sciopero sarà accompagnato da presìdi attivi ai cancelli dello stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano. L’obiettivo dichiarato è quello di inviare un messaggio forte e chiaro alla direzione aziendale: i lavoratori non sono più disposti ad accettare il silenzio su temi fondamentali come il salario.
«La Fiom – conclude la nota – chiede un confronto serio e costruttivo, volto a ottenere un aumento salariale che sia realmente in grado di contrastare la perdita di potere d’acquisto legata all’inflazione. Lo sciopero di domani è un segnale di grande determinazione: i lavoratori vogliono risposte, e le vogliono subito».
La mobilitazione di Pomigliano si inserisce in un clima di crescente tensione nel settore automotive italiano, dove il confronto tra sindacati e azienda si fa sempre più acceso, in un momento storico in cui le trasformazioni industriali e le difficoltà economiche rischiano di pesare esclusivamente sulle spalle dei lavoratori.