Rione Soficoop: il 24 giugno parte l’asta delle case. Gli abitanti scendono in piazza: “Il comune non ci ascolta”

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Un coordinamento di lotta per difendere il diritto ad avere un tetto.

 

Striscioni sui balconi di casa per lanciare l’appello disperato a non finire in mezzo a una strada. Ieri padri e figli, intere famiglie, hanno manifestato sotto la pioggia tutti insieme, riparandosi  negli androni del codominio Soficoop quando la furia dell’acqua non consentiva la protesta all’aperto.     Obiettivo della manifestazione: ottenere risposte concrete dal comune. Gli appartamenti per i quali queste famiglie hanno pagato il compromesso d’acquisto, venti anni fa, sono finiti in una bancarotta della cooperativa alla quale erano stati versati i primi milioni per la compravendita degli alloggi.

Intanto quelle case, 50 appartamenti abitati, sono state pignorate. Ed è spuntata anche la data dell’asta giudiziaria: il 24 giugno prossimo il tribunale di Nola darà il via alla vendita delle prime venti case. Insomma, è allarme rosso nel rione Soficoop, tra via Venezia e via Milano, semiperiferia orientale di Somma Vesuviana. “Siamo nati in queste case – hanno spiegato i ragazzi che hanno manifestato ieri – qui i nostri genitori ci hanno cresciuto per cui ora nessuno deve mettere in discussione il nostro futuro”. La bancarotta Soficoop ha mutilato un pezzo di città. Qui ci sono ancora edifici residenziali  rimasti allo stato grezzo, disabitati. Nel 1998 il responsabile della Soficoop, Salvatore Nappi, e alcuni amministratori pubblici finirono in galera per truffa e bancarotta. Sparirono i soldi degli acquirenti delle case. Da allora il danaro dei preliminari di acquisto non è stato più ritrovato. Cosa che ha sortito due effetti negativi: gli acquirenti, spaventati, non hanno più versato un soldo a nessuno mentre le banche si sono volute rivalere praticamente su di loro perchè hanno pignorato gli appartamenti.

“E’ stata una decisione di autotutela presa con i nostri legali: volevano che pagassimo due volte per un bene che abbiamo già pagato a caro prezzo”, raccontano i truffati. Molti di loro per firmare il compromesso hanno sborsato fino a 100 milioni delle vecchie lire per ogni alloggio. Nel frattempo la magistratura civile è andata però avanti, inesorabile. Le prime case saranno messe all’asta entro la fine di giugno. Ma per i truffati c’è una soluzione. “Il comune – la proposta – deve rispettare le delibera di giunta approvata il 18 febbraio 2016”. Nel provvedimento, voluto dal sindaco Pasquale Piccolo, si esorta il consiglio comunale ad approvare il documento dando mandato all’avvocato di fiducia del comune di agire contro Soficoop. “Ma il consiglio comunale di Somma Vesuviana latita – la denuncia di Luigi Aprea, uno dei truffati – la giunta ha deliberato ma i consiglieri comunali sono come spariti”.

Gli abitanti del rione Soficoop hanno consegnato due diffide legali al comune e al sindaco. In  una si chiede la revoca entro 15 giorni della convenzione edilizia alla Soficoop. Nell’altra si rivendica il completamento delle procedure di esproprio dei terreni. “Tra opere di urbanizzazione effettuate dal comune ed espropri non completati – hanno aggiunto i truffati – la Soficoop risulta debitrice della municipalità di circa 3milioni di euro, come del resto quantificato dallo stesso comune nel 2011. Cosa aspettano allora i nostri amministratori pubblici? Perchè non stanno facendo nulla ?”. Durante la manifestazione di ieri Aprea, uno dei truffati che hanno firmato le diffide, ha detto che “da questo momento in poi sarà possibile verificare chi sta davvero dalla parte dei cittadini che rischiano di perdere la casa e chi invece spreca solo parole inutili senza fare nulla di concreto”.