<< Stanno tentando di fermarci in tutti i modi ma non ci fermeranno: intanto la magistratura ci ha dato ragione >>. Le donne del comitato di masseria Fornaro, in lotta da tempo contro il cementificio Perrotta, commentano in questo modo la decisione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nola, Sebastiano Napolitano, di archiviare la denuncia di calunnia e procurato allarme consegnata alcuni mesi fa alla magistratura dall’imprenditore del cemento Angelo Perrotta. Secondo il denunciante cinque donne del comitato durante le manifestazioni della scorsa estate, tenute davanti al cementificio e anche nel centro cittadino di Pomigliano, avevano lanciato una serie di false accuse contro il presunto inquinamento dell’aria e dei terreni circostanti prodotto dall’impianto ubicato all’estremità sudorientale del territorio di Pomigliano, in una zona ex agricola al confine con i comuni di Sant’Anastasia, Somma Vesuviana e Castello di Cisterna. Le donne sono state quindi indagate dal pubblico ministero della procura, che poi però ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione della querela. Ma Perrotta attraverso i suoi legali si è opposto all’archiviazione. Il caso quindi è finito l’altro giorno davanti al gip Napolitano, che ha infine deciso di archiviare l’azione giudiziaria promossa contro le esponenti del comitato. << La magistratura – spiega Vincenzo Romano, legale delle persone denunciate – è stata concorde sul fatto che i comportamenti assunti dalla donne del comitato siano stati legittimi in quanto sono consistiti in sostanziali richieste di aiuto da parte delle autorità preposte >>. Tra le posizioni che sono state giudicate dal tribunale ci sono quelle di alcune donne particolarmente impegnate sul fronte ambientale nella zona, tutte residenti nella masseria Fornaro, Giovanna Esposito, Emilia Sciopero ed Anna Rea, quest’ultima è una nota sindacalista ed ex segretaria regionale della Uil. Il 28 luglio le donne del comitato hanno messo in piazza l’ultima manifestazione pubblica contro il cementificio, portando davanti al recinto dell’impianto i loro bambini e decine di cittadini. << Stop alle puzze, alle polveri e ai rumori >>, lo striscione piazzato sulla strada che costeggia lo stabilimento. Poi è iniziato il lungo braccio di ferro giudiziario che ha fatto serpeggiare una certa preoccupazione tra le manifestanti. Timori fugati ieri dalla decisione del tribunale. Intanto le battaglie per l’aria pulita si sono estese a macchia d’olio in Campania proprio durante la scorsa estate. Mesi davvero bollenti sotto tutti gli aspetti. La manifestazione di luglio a Pomigliano era stata infatti organizzata dopo le polemiche sugli incendi nei vicini siti di stoccaggio di San Vitaliano e di Caivano. C’è stata quindi una guerra senza esclusione di colpi tra i cittadini e il cementificio di Pomigliano, un impianto che oltre a produrre calcestruzzi e bitumi tratta anche i rifiuti.
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