POMIGLIANO D’ARCO – Ci sono i tiktoker, nuove leve e qualche aspirante boss nell’elenco degli indagati dell’mportante operazione contro la camorra che ha colpito duramente i clan Ferretti e Cipolletta, attivi a Pomigliano d’Arco. Il blitz, condotto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo Castello di Cisterna, ha portato all’arresto di 27 persone, tra cui quattro minori. Le accuse comprendono estorsione, traffico di stupefacenti, possesso illegale di armi e atti violenti, tutti aggravati dal metodo mafioso.
La gerarchia dei clan e gli arrestati
Tra gli arrestati figurano nomi di spicco della criminalità organizzata locale. In cima alla gerarchia c’erano Bruno Mascitelli, detto ‘o canott, e Felice Ferretti, accusati di aver imposto estorsioni ai commercianti e gestito il traffico di stupefacenti, in una lotta serrata con il gruppo Cipolletta.
Tra le persone arrestate, su disposizione del GIP del Tribunale di Napoli, c’è anche Sabatino Edificante, noto come Sabino ‘o malese, per i suoi legami con i Cipolletta. Il 41enne, originario di Afragola, era già stato arrestato nel marzo 2022 con l’accusa di truffa, introduzione di monete falsificate e fuga dopo un incidente stradale con danni alle persone. L’ordinanza cautelare lo ha raggiunto nel carcere di Carinola.
Oltre a lui, sono finiti in manette anche Salvatore Ferretti, Raffaele Carretta, Luigi Di Fenza, Nunzio Esposito, Aniello Ferretti, Felice Ferretti, Domenico Forino, Felice Pirozzi, Carmine Ambra, Beniamino Cipolletta, Olindo Cipolletta, Salvatore Cipolletta, Pasquale D’Onofrio, Raffaele Pio Esposito, Diego Ferraro, Francesco Cipolletta, Armando Tammaro e Vincenzo Basso. Per alcuni, come Maria Limitaola, Franco Bitondo, Salvatore Bitondo e Vincenzo Basso, sono stati disposti gli arresti domiciliari.
La guerra tra clan e le azioni criminali
Le due bande criminali erano in conflitto per ottenere il controllo della zona e del mercato della droga, attuando azioni violente come incendi, attentati dinamitardi e tentativi di omicidio nei confronti degli appartenenti al gruppo avversario. L’indagine, avviata alla fine del 2023, ha registrato un’escalation di violenza, con almeno 11-12 “stese” avvenute per strada o contro le abitazioni dei rivali. Queste azioni sono state eseguite in orari di alta affluenza, mettendo in pericolo l’intera comunità locale.
La disponibilità di armi e il coinvolgimento dei minori
Uno degli aspetti più inquietanti dell’indagine è stata la grande disponibilità di armi da parte dei clan. Il maggiore Andrea Coratza, comandante del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, ha sottolineato la disinvoltura con cui gli affiliati maneggiavano le armi, tanto che durante un’intercettazione un bambino di sei anni ha chiesto al padre: “Papà, dove vai con la pistola?”.
Le forze dell’ordine hanno sequestrato circa una trentina di armi, tra fucili e pistole. Particolarmente preoccupante è il coinvolgimento di minori in azioni violente: sono state documentate 14 estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti, oltre a 11 rapine, spesso eseguite con modalità brutali, con pestaggi e colpi di arma da fuoco contro le vittime.
Le misure cautelari
Il provvedimento cautelare è stato emesso durante le indagini preliminari e i destinatari restano presunti innocenti fino alla sentenza definitiva. L’operazione rappresenta un passo significativo nella lotta alla criminalità organizzata a Pomigliano, colpendo duramente gruppi che per anni hanno seminato terrore nella comunità locale.