Democrazia: a Pomigliano la maggioranza Russo schiaccia l’opposizione. Parlano Fender e Iasevoli

Il risultato elettorale mette in gravissima difficoltà il ruolo, necessario in una società pluralista, della minoranza in un territorio strategico sia per la questione ambientale che per quella relativa all’occupazione e all’industria    

 

Con 15487 voti, pari al 72,58 %, Lello Russo ha stravinto le elezioni comunali di Pomigliano. E’ un risultato numerico che mette in pesante difficoltà il ruolo di un’opposizione risicatissima. L’anziano ma arzillo primario medico in pensione, dal 1980 per la settima volta alla guida della città delle fabbriche, potrà infatti contare su una maggioranza bulgara in consiglio comunale, uno schieramento schiacciante che gli consentirà amplissimi margini di manovra. Per il momento si parla di 21 seggi dei 24 disponibili, seggi attribuibili alla coalizione trasversale di Russo, undici liste prevalentemente civiche in cui ci sono esponenti del PD, di Forza Italia, della destra, socialisti, moderati di area ex democristiana.

     La Minoranza

Dall’altra parte c’è una minoranza di centrosinistra praticamente messa all’angolo dal voto popolare, un’opposizione che può contare su un minimo di appena tre consiglieri comunali, vale a dire Vito Fiacco Fender (2815 voti, il 13,19 %), il 24enne candidato sindaco del partito locale di sinistra Rinascita (1935 voti di lista: quarta formazione più votata, 9,26 %), Carla Mercogliano, altra esponente di Rinascita, e il candidato sindaco di Per, il giornalista cattolico Marco Iasevoli (1955 voti, il 9,16 %). Resta in bilico l’ingresso in consiglio comunale di Salvatore Cioffi (1082 voti, il 5,07 %), candidato sindaco del partito di centrosinistra Europa Verde, partito che qui è risultato ultimo con soli 700 voti, il 3,35 %. Se Cioffi dovesse farcela i seggi a sostegno di Russo passerebbero da 21 a 20. Adesso però ci si chiede che tipo di opposizione sarà quella di Rinascita e Per.

      Iasevoli e Fender

“Sarà critica e costruttiva ogni qual volta si perseguirà l’interesse generale – risponde Iasevoli – ma se e quando vedremo che saranno perseguiti interessi di parte o privati faremo sentire la nostra voce nel modo più chiaro che ci possa essere. Ovviamente dovremo fare opposizione anche con tante forze rimaste fuori del consiglio comunale”. “Noi abbiamo più che raddoppiato i nostri consensi – aggiunge Vito Fender – staremo attenti a ogni singolo atto della prossima amministrazione Russo, pronti a dare battaglia. Ma porteremo avanti anche le nostre proposte programmatiche”. Ieri le elezioni di Pomigliano sono state commentate da un politico influente nell’area metropolitana di Napoli, il consigliere regionale del PD di origine nolana Massimiliano Manfredi, fratello del sindaco di Napoli, Gaetano. “Innanzitutto – premette Manfredi – faccio gli auguri di buon lavoro al sindaco Russo, a cui i cittadini di Pomigliano hanno affidato in maniera larga e democratica la guida della città in una fase cosi confusa e caotica della politica locale e non solo”. Quindi, la questione del ritiro del PD dalle elezioni.

                             Manfredi

“Per il PD e il centrosinistra di Pomigliano – l’appello del consigliere regionale – questo brutto stop deve essere un nuovo inizio dove mettere da parte sterili personalismi che hanno portato a tanti cammini diversi e costruire nel tempo necessario una proposta alternativa degna della storia del centrosinistra pomiglianese. E la scelta di scegliere il nostro nuovo segretario provinciale Annunziata come commissario locale del partito – conclude Manfredi – va in questa direzione, mettendo da parte finalmente le toppe improvvisate che hanno solo peggiorato nelle ultime settimane una già difficile situazione”. L’ultimo riferimento è al lavoro del “facilitatore”, Valerio Di Pietro, inviato a Pomigliano da Elly Schlein allo scopo di dare vita a una competitiva coalizione di centrosinistra il cui perno dovevano essere il PD e l’M5S. Un tentativo fallito con il ritiro all’ultimo momento dei due partiti.

#46 – Una sconfitta che non fa né caldo né freddo

Con la vittoria del campionato, le dinamiche cambiano. Gli azzurri sono soddisfatti, hanno festeggiato e continuano a farlo, dovrebbero tenere alta la concentrazione, ma è naturale aspettarsi che questo non succeda.

In altri frangenti, la sconfitta con il Monza avrebbe scosso gli animi dei tifosi, il risultato ci avrebbe urtato, e non poco, e invece, non ci fa né caldo né freddo. In realtà, gli azzurri avrebbero l’obiettivo del maggior numero di punti in campionato, superando il record precedente del Napoli di Sarri, e lo potrebbero ancora raggiungere con 3 vittorie nelle ultime 3 gare. Ma diciamocelo chiaramente, siamo campioni d’Italia dopo 33 anni, dominando il campionato, e non lasciando nessun dubbio sul fatto che tutto ciò sia meritato, non ci fa né caldo né freddo.

Quattro beccati dalle telecamere a sporcare la zona di Pontecitra

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Marigliano. Ancora quattro sanzioni per mille euro totali nella zona di Pontecitra da parte della polizia locale di Marigliano .

Ancora una volta le fotocamera trappola riescono a captare fenomeni di degrado .

Un lavoro che sta portando grandi risultati e che sta permettendo il progressivo abbassare del fenomeno .

“Non abbassiamo la guardia – commenta il comandante Nacar – devo ringraziare gli agenti stagionali che curano questo servizio, senza di loro questo lavoro non sarebbe possibile”

Carabinieri la salvano, poi le regalano peluche: la storia della piccola Viky con l’Arma

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MARIGLIANO/CASTELLO DI CISTERNA: Un peluche e l’abbraccio dell’Arma dei Carabinieri per la piccola Viky

 

Il 9 maggio scorso l’intervento dei carabinieri di Castello di Cisterna in una scuola di Marigliano fu determinante nel salvataggio di una bambina di 4 anni, in preda ad una crisi epilettica.

 

E ieri, dopo una settimana da quel momento terribile ma dal lieto fine, i carabinieri hanno voluto riabbracciare la piccola Viky, donandole ancora un sorriso e un orsetto di peluche con un berretto personalizzato.

 

La madre della bimba, commossa per la vicinanza dell’Arma, ha voluto ringraziare i militari con una lettera.

 

 

“Loro gli angeli custodi in terra, eccoli i volti… Si tratta di persone splendide, degne di ammirazione, che stimerò sempre.

Negli occhi dei Carabinieri si leggeva lo spavento, la preoccupazione, le lacrime, non era difficile comprendere l’affetto quasi genitoriale che provavano per mia figlia; non è possibile dimenticare quegli sguardi, e io mai li dimenticherò. D’altronde, da parte mia non è possibile non stimare fortemente chi fa tanto per tua figlia.

Per questo, mi sento in dovere di ringraziare l’intera Arma dei carabinieri, e soprattutto il nucleo di Castello di Cisterna… il generale Scandone, il colonnello De Tullio, il maggiore Barrel, il maresciallo Maione, il capitano Bianchin e i tanti Carabinieri presenti stasera alla festa per Viky; ormai divenuta mascotte di Castello di Cisterna.

In particolare ringrazio i Carabinieri, Raffaele, Clemente e Francesco che quel giorno hanno raggiunto la scuola con estrema rapidità, quasi volando. Per me si è trattato di tre angeli che sono stati vicini alla mia bambina come se fosse figlia loro, nella crisi epilettica la mia piccola (che da 1 ora aveva finito di mangiare), si stava soffocando con il suo stesso vomito e la manovra fatta dal carabiniere le ha salvato la vita.

Magari l’8 maggio 2024 il Comune, coinvolgendo l’Arma dei Carabinieri di Castello di Cisterna, potrebbe istituire un evento a nome di Viky, per trasformare un caso traumatico in una ricorrenza civile significati

va e utile.”

All’Antico Vinaio apre la nuova sede nel cuore di Napoli: scalata allo street food partenopeo

Napoli. Nella patria della pizza sbarca “All’Antico Vinaio”, la storica catena nata in Via de’ Neri a Firenze e divenuta famosa per la tradizionale schiacciata toscana. A dare la conferma dell’apertura del nuovo locale attraverso i social è stato Tommaso Mazzanti, titolare dell’azienda, conosciuto per il suo slogan “Bada come la fuma!”. E mentre sul web esplode l’entusiasmo dei napoletani appassionati di focacce e schiacciate, emergono i primi dettagli sulla data dell’inaugurazione e sulla location in cui sorgerà il nuovo store.

“All’Antico Vinaio Napoli è realtà”. È con queste parole e con alle spalle il suggestivo scenario di Castel Dell’Ovo che Mazzanti ha annunciato, attraverso un video sui social, la nuova apertura. L’imprenditore si è detto molto emozionato e onorato per la calorosa accoglienza ricevuta dai napoletani: “Spero di fare del mio meglio, entro a testa bassa perché Napoli è veramente una delle città più importanti per il food italiano però per noi come brand poter dire di essere a Napoli è davvero una cosa super importante”.

Un locale storico di Firenze famoso in tutto il mondo

Quella di Napoli sarà la sede numero diciannove per “All’Antico Vinaio”. Infatti, l’apertura nella città partenopea giunge dopo che il marchio di street food toscano è arrivato in diverse città italiane e persino negli Stati Uniti. “All’Antico Vinaio” è da sempre un’istituzione a Firenze. Il locale è aperto dal 1999, diventando sempre più conosciuto grazie al grande lavoro della Famiglia Mazzanti, che ha saputo unire tradizione e innovazione, trasformando una vecchia vineria in un locale apprezzato a livello internazionale. Per i turisti che arrivano da tutto il mondo “All’Antico Vinaio” è ormai tappa obbligatoria per assaggiare uno dei cibi tipici e più gustosi della tradizione toscana come la schiacciata. Ora tutti i napoletani amanti della cucina toscana potranno vivere un viaggio culinario senza spostarsi dalla propria città.

Primi dettagli sull’apertura

L’inaugurazione del locale dovrebbe avvenire tra la seconda metà di settembre e i primi di ottobre. Resta il mistero del luogo dove si troverà la nuova sede. Mazzanti non ha voluto rivelare dettagli, dicendo solamente che sarà situato nel centro di Napoli e non sul mare. Inoltre, il patron delle schiacciate toscane ha annunciato già l’assunzione di circa venti o trenta persone che potranno lavorare nel nuovo store. Intanto sui social è esploso l’entusiasmo dei napoletani e, aldilà di chi già conosce la catena, sono tanti i curiosi pronti a gustare le schiacciate di “All’Antico Vinaio”. Riuscirà il locale a fare concorrenza a Donato De Caprio di “Con mollica o senza” e a conquistare definitivamente il popolo napoletano?. Ai posteri l’ardua sentenza per dirla come Manzoni.

Fonte immagine: rete internet.

E il poeta Papinio Stazio cantò alla moglie le bellezze della sua Napoli, “città greca”

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Il poeta latino Papinio Stazio (nato a Napoli fra il 40 e 50 d.C., morto a Napoli  dopo il 96) sottolinea più volte, soprattutto nei libri delle “Selve”, il fatto che Napoli ha saputo conservare con rigoroso rispetto delle sue origini i caratteri greci della sua cultura e della visione del mondo propria dei Napoletani. Correda l’articolo l’immagine di un quadro di Alma Tadema, il pittore – archeologo.

 

 

Dopo aver conquistato a Roma un successo notevole e un patrimonio cospicuo e dopo aver riportato una clamorosa vittoria nei ludi Albani con un carme sulle guerre condotte da Domiziano contro i Daci e i Germani, nel 94 Stazio non sopportò di essere stato sconfitto nella terza edizione dei ludi Capitolini, istituiti dallo stesso Domiziano. La delusione, forse problemi di salute e certamente i rapporti sempre più difficili con una parte del mondo culturale di Roma lo indussero a prendere una decisione estrema: tornare a Napoli, nella sua città. Ma alla moglie non piaceva lasciare Roma. Fin dai primi versi del carme che egli dedica alla “mestizia” della donna (Silvarum libri, III, 5) Stazio sgombra il campo da ogni equivoco: la tristezza di Claudia non nasce da un amore che si sta spegnendo. Ella ama questo suo secondo marito con la stessa intensità di sempre: e se a Stazio fosse capitato il destino di Ulisse, questa donna innamorata avrebbe messo in fuga “mille Proci, senza inganni, senza ricorrere all’espediente “adottato da Penelope, quello di “disfare la tela per ritesserla”, ma si sarebbe servita anche delle armi per impedire ai Proci di mettere piede nella camera da letto. “Tu – scrive Stazio, ed è una dichiarazione da applausi -tu passi intere notti a cogliere – “a rapire” – con il tuo vigile orecchio le prime parole delle mie poesie, “ e quando la malattia stava per condurmi alla morte e “già udivo da vicino il mormorio del fiume Lete”, il fiume degli Inferi, gli dei mi hanno salvato “poiché ebbero paura dell’odio che sentivi nei loro confronti”. Claudia non deve avere paura di Napoli e delle città che le fanno corona: la terribile eruzione vesuviana del 79 d.C. non ha cancellato la popolazione, e Cuma, fondata sotto l’auspicio di Apollo, e Pozzuoli ancora accolgono  “sulle loro spiagge ospiti da ogni parte del mondo”. A Napoli tiepidi sono gli inverni, e fresche le estati, “e un mare tranquillo la lambisce con le sue languide onde”: ma sono intraducibili gli effetti musicali del latino “fretum torpentibus adluit undis”. A Napoli regnano una pace serena e l’ozio di una vita tranquilla, vi si dormono lunghi sonni, non c’è nulla di simile alla vita rabbiosa del foro di Roma. “La giustizia viene ai cittadini dai loro comportamenti e per regnare essa non ha bisogno dei fasci” delle autorità. Napoli è la città dei panorami splendidi, dei luoghi incantevoli, dei templi, delle piazze segnate da innumerevoli colonne, dei due teatri, quello aperto e quello coperto: e vi troverai una costa splendida e quella vita libera in cui si intrecciano la dignità romana e l’appassionata libertà dei Greci.  E intorno ci sono le spiagge incantevoli e le fumanti sorgenti di Baia, e l’antro della Sibilla Cumana, i vigneti delle colline di Sorrento e le acque salutari di Ischia, e Stabia “risorta a nuova vita” dopo la catastrofe vesuviana: e c’è Capri, “il cui faro, che gareggia con la luna notturna vagabonda, leva in alto le sue luci care ai naviganti in trepidazione”. “Potrei elencare mille altri aspetti degni di amore della mia terra: ma mi basta, mia sposa, aver dichiarato che essa mi ha fatto nascere per te, e a te mi ha stretto come consorte per una lunga serie di anni. Non merita dunque di apparire come la madre e la nutrice di entrambi?”. Stazio tornò a Napoli, dove morì: e pare probabile che Claudia lo abbia seguito. Il padre di Stazio era di Velia: tenne, prima a Napoli e poi a Roma, una scuola in cui si leggevano soprattutto poeti greci, Omero, Pindaro, Callimaco, Licofrone. Nell’epicedio composto in onore del padre Stazio chiede a Partenope di porre sulle reliquie “del tuo grande figlio, le proprie chiome: se tu, o Partenope, “pur fossi priva di fama, oscura e senza nobiltà, con quel tuo solo cittadino avresti dimostrato che tu sei greca e che il tuo sangue deriva da quello dei tuoi antenati euboici”. Napoli città greca, dice e ripete orgogliosamente Papinio Stazio: e ancora nel Novecento qualcuno dirà che Napoli è la sola città del mondo dei Greci sopravvissuta, ed è greca sostanzialmente ancora oggi.

 

A Ottaviano, sabato e domenica, il MotoRaduno Nazionale “I Vesuviani”

Il “motoraduno” è la 2a prova selettiva per il campionato italiano turismo 2023. “Vedi Napoli e poi muori…dalla voglia di ritornarci”.

 

Il giorno 20 maggio, completato il cerimoniale dei saluti e delle pratiche di iscrizione e accreditamento, i “mototuristi” partiranno da Ottaviano e raggiungeranno o il Museo della Certosa di San Martino, o il piazzale su cui si apre l’ingresso della Grotta di Seiano.  La giornata si chiuderà con la cena offerta dal Motoclub e con uno spettacolo di musica e cabaret. Il giorno 21, domenica, dopo l’accreditamento e le iscrizioni dei partecipanti, il “giro mototuristico” durerà non più di un quarto d’ora perché si svilupperà per le strade di Ottaviano, da piazza Giovanni Paolo II fino al Palazzo Medici, che i “mototuristi” visiteranno. Alle ore 13.00 si terrà il pranzo e un’ora dopo le premiazioni chiuderanno di fatto la manifestazione.

 

Comiziano, l’amministrazione comunale cade dal notaio: “Vincono i personalismi”

Comiziano. Con un atto formale del notaio: Carmela Cavallaro (vice-sindaco), i consiglieri di maggioranza Del balzo Pietro e Angelo Matteucci e consiglieri di opposizione Tortora Nicola, De luca Giovanni e De Luca Vincenzo si dimettono. 

Termina così l’esperienza dell’amministrazione guidata dal sindaco Nappi che sui social lascia un comunicato importante per informare la cittadinanza.

“Io vi invito tutti a fare un’unica riflessione:
Nel momento storico in cui Comiziano stava iniziando a svilupparsi come importante realtà del territorio portando avanti progetti fermi da moltissimo tempo, questi signori, guidati dalla Cavallaro, hanno bloccato l’azione democratica facendo cadere l’amministrazione.

Un atto senza dignità, che può nascondersi dietro qualunque messaggio ma non dietro quello del “bene comune”.
Un aspetto scellerato, in vista anche del voto sul rendiconto.

Chi sceglie la vita politica dovrebbe sapere che il mestiere del rappresentante dei cittadini si basa innanzitutto sulla rappresentanza e sull’amore per la propria terra.
Cose queste, che non sembrano appartenere a chi ha impedito il bene della “cosa pubblica” per un unico scopo: concorrere ad un potere più grande.

Diciamola quindi tutta la verità:
Ormai le velleità di correre alla carica di sindaco sono state svelate a tutti”.

 

Somma Vesuviana, dopo 13 anni ritorna la processione della Madonna di Castello

Da domenica 21 fino al 28 maggio, la statua lignea della Vergine, custodita nella chiesetta montana, inizierà il suo pellegrinaggio lungo un itinerario, che toccherà varie località del territorio e le numerose chiese e parrocchie cittadine.

 

Quello di dedicare il mese di maggio alla Madonna è una tradizione antichissima, che affonda già le sue origini nel XVI secolo. E’ il mese dell’anno che, più di ogni altro, i fedeli si accostano alla Mamma Celeste e dove sentono più forte il bisogno di esternargli preghiere speciali. A maggio la montagna ha il suo fascino, la bianca chiesetta di Santa Maria a Castello è meta d’ una intramontabile venerazione. I pellegrini sono qui richiamati da secoli numerosissimi per rinnovare ogni anno il sacro rito dei loro padri. Domenica, 21 maggio alle ore 17:30, sarà la Madonna, però, ad essere pellegrina in città. Somma Vesuviana si riapproprierà di uno dei momenti più sentiti della sua storia religiosa. Sarà una festa del popolo, ricca di fervore religioso e di illimitata riverenza per la miracolosa immagine, che da sempre nei momenti più tristi ha sempre dispensato di benefiche grazie il suo popolo e quello delle genti dei paesi vicini. La scadenza naturale della sua discesa era prevista per il 2020, ma la pandemia aveva bloccato il suo arrivo in città. La Madonna sarà, quindi, una pellegrina lungo un itinerario, che toccherà varie località del territorio e le seguenti chiese e parrocchie cittadine: Insigne Collegiata (21 maggio), S.M. di Costantinopoli (22), San Sossio (23), S. Croce in S. M. del Pozzo (24), San Domenico (25), San Giorgio (26). Il servizio di portare in spalla la statua della Vergine è un gesto di venerazione e devozione che tutti, indistintamente, potranno vivere. Certamente saranno presenti i componenti delle paranze di Castello, per offrire la loro spalla. Al complesso bandistico dell’ Associazione musicale Antonio Seraponte saranno affidati i suggestivi momenti musicali.

Processione nel dopoguerra

Sabato 27 maggio alle ore 19:00, data la grande circostanza, in Piazza Vittorio Emanuele III si terrà una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra e Presidente della Conferenza Episcopale Campana, concelebrata alla presenza di tutti i parroci e sacerdoti locali. Al termine ci sarà l’atto di affidamento alla Madonna di Castello e la consegna delle Chiavi della Città. La statua tornerà in serata alla Collegiata per far ritorno, definitivamente, nella sua chiesetta il giorno seguente, 28 maggio.

Processione anni ’60

L’ INTERVISTA

L’evento – che domenica 21 maggio vede l’intera Città di Somma Vesuviana accogliere, dopo ben 13 anni la statua della Madonna – è di una gioia assoluta e commozione immensa, afferma il rettore Rev. Don Francesco Feola. Noi parroci sommesi, ci siamo messi insieme per preparare al meglio questo momento, che vuole riunire insieme tutti i cristiani e i devoti della Madonna.  La partecipazione delle confraternite laicali, delle associazioni cattoliche e dei Battenti di S. M. dell’Arco dell’intera cittadina, oltre ai cori delle nostre parrocchie riuniti per la messa in piazza, i ministranti di tutte le comunità uniti per il servizio all’altare, dicono l’impegno e il grande sforzo di vivere un momento ecclesiale forte per la nostra cittadina. Poniamo sotto lo sguardo della Vergine Maria tutta la nostra cittadina, soprattutto nei luoghi dove c’è sofferenza, dolore e difficoltà. Con riconoscenza esprimo il mio grazie a chi in questi mesi si è messo a lavorare con noi parroci per la realizzazione di questo momento: grazie al Sindaco Salvatore Di Sarno e all’ Amministrazione cittadina per il grande impegno profuso; grazie al Comandante dei Carabinieri, M.llo capo Alessandro Calandro e della Polizia Locale, Magg. Ciro Bruno, per le disponibilità e gli impegni assunti per il buon esito della manifestazione; grazie, infine, anche ai volontari della Croce Rossa Italiana di Somma Vesuviana e della Protezione Civile Cobra 2.

Processione 1981 a S. M. del Pozzo

STORIA

A memoria d’ uomo – scriveva lo storico Angelo Di Mauro nel 1986 nel suo libro Buongiorno Terra – la statua della Madonna di Castello avrebbe lasciato solo quattro volte la sua chiesetta, sicuramente in occasione delle due guerre mondiali e del terremoto del 1980. Ci sono testimonianze fotografiche, fornite dal collezionista Saverio Raia, degli anni ‘60 del Novecento (vedi foto). Un video You Tube, la cui visione è possibile seguire alla fine dell’articolo, riassume e propone, grazie all’ appassionato Pasquale Raia, i momenti e i ricordi più importanti della processione. Manca, comunque, una concreta documentazione e rimangono in effetti solo attestazioni orali. Certamente, dopo la seconda guerra mondiale, la mobilitazione fu generale al cospetto della Vergine, trasportata su un piccolo aereo mobile militare per le vie del paese. Venne tutta la gente del circondario. I lutti erano tanti e l’emozione fu grande in paese. Tante madri piangevano i propri figli morti in guerra e ovunque regnava disordine e confusione.  All’ epoca, fu come un parto con tutti i rischi connessi, continua Angelo Di Mauro. Gli abitanti del Casamale, in particolare, erano attenti e vigili, affinché non accadesse nulla di spiacevole alla loro Mamma pacchiana. Era come tirar fuori dal guscio tutti i propri dèi, gli antenati ed esporli al mondo intero. Era come esibire la propria matrice o fattrice, la propria storia, la propria antichità e la propria natura. Con la divinità lontano dal suo tempio, il popolo si sentiva in un certo modo indifeso. L’ insicurezza degli adulti si rifletteva nelle lacrime delle donne, in quelli freddi della marea di ragazzi storditi dall’evento, dalla tensione generale.  A nulla valsero le consolazioni e le spiegazioni delle donne del Casamale ad Assuntulella ‘e Castiello, la guardiana della chiesetta, non più alta di un metro e 25 centimetri, che curava la pulizia della chiesetta e viveva in quel luogo da sola come una eremita, non facendo mai mancare i lumini accessi alla Madonna. Gli occhi della donna – conclude Di Mauro – si riempirono di un rossore inconsolato, di un pianto sincero, di una bontà colpita: un singhiozzo improvviso e intervallato da lunghe pause di silenzi la fece sussultare, stordita, da un evento incomprensibile, molto più grande di lei. La Mamma pacchiana, però, sarebbe ritornata e con Lei il sorriso sul volto aggrinzito di Assuntulella. Il 31 maggio del 1981, dopo il tremendo terremoto del 23 novembre del 1980, nell’incontro della Madonna di Castello con i suoi figli, Somma Vesuviana si consacrò a Maria, come si legge sulla lapide marmorea all’interno dell’atrio municipale di Palazzo Torino. La statua, per l’occasione, fu trasportata per le strade cittadine su un jeep color militare, accompagnata dai membri dell’ Associazione S. Maria a Castello, la cui istituzione risale al 1946. Da allora, la processione ha avuto sempre una cadenza, diciamo, decennale: 23/24 maggio 1992, 13 maggio 2000 e 9/16 maggio 2010.

(311) La processione della Madonna di Castello 2010 (Pasquale Raia – G. Mautone – N. D’Alessandro) – YouTube

Processione 1992

Somma Vesuviana, al Primo Circolo “Arfè” la II edizione del Premio Gino Auriemma

Riceviamo e pubblichiamo dal Primo Circolo Didattico Raffaele Arfè

 

Il giorno Martedì 23 maggio alle ore 18.00 presso il plesso Gino Auriemma sito in via Ferrante D’Aragona a Somma Vesuviana, il Primo Circolo Didattico Raffaele Arfè giunge alla sua seconda edizione del premio letterario: “Passeggiando per le vie dell’antico Borgo Casamale”, concorso di poesie e filastrocche dedicato al poeta locale Gino Auriemma.
Destinare a Gino Auriemma tale iniziativa, rappresenta per il Primo Circolo un onore e un prestigio, perché forte è l’amore verso un poeta che ha fatto grande, con i suoi versi e le sue parole, la nostra terra.

Quest’anno l’attenzione si è molto soffermata sulla potenza della comunicazione, intesa come mezzo per dare vita ad un’esplosione di pensieri, idee ma soprattutto come canale per far emergere i sentimenti e tutte le emozioni che i nostri piccoli alunni hanno provato e provano passeggiando per le vie dell’antico Borgo Casamale, titolo che abbiamo ritenuto opportuno dare all’iniziativa per focalizzare l’attenzione sul tema principale fonte di spunto per i nostri “poeti discenti”.
È per tale motivo che oltre alle poesie e alle filastrocche si è aperta una sezione speciale dedicata alle immagini. Infatti i bambini si sono cimentati, a loro scelta, anche nella produzione grafica non verbale, così da ampliare le possibilità di trasmissione e di libertà artistica.

La Dirigente scolastica Maria di Fiore si è molto spesa affinché tale progetto venisse vissuto non solo in maniera commemorativa ma come reale spunto per esortare la parte creativa di ogni alunno, sostenuta dall’aiuto potente e stimolante che le nostre radici offrano. Invogliare i “piccoli poeti” a produrre lavori ispirati dalla forza della territorialità rappresenta una sfida ma anche un impegno costante che il Primo Circolo Didattico Raffaele Arfè si presta a portare avanti da sempre, certo del valore culturale e umano che questa strada possa offrire.

La possibilità di essere arrivati ad una seconda edizione è sicuramente merito dell’impegno dei piccoli studenti, ma senza l’aiuto costante e fattivo delle insegnanti del Primo Circolo Didattico tutto questo non sarebbe stato possibile. La forza di una buona “macchina operativa” risiede nella costruzione di stabili e sensibili reti. L’assiduo aiuto dei genitori che con costanza e dedizione ci seguono nei progetti didattici, la disponibilità amorevole di ex docenti e alunne che con passione hanno letto e selezionato le poesie dei nostri studenti, l’attenzione da parte di associazioni locali e non per ultimo il sostegno concreto di diverse attività commerciali del territorio ci rendono orgogliosi della rete costruita e fortunati nel poter vantare una dinamica solidarietà tra polo educativo, territorio e famiglie.
Niente si può realizzare senza cura, dedizione e sani intrecci collaborativi.

(FONTE FOTO:RETE INTERNET)