Da domenica 21 fino al 28 maggio, la statua lignea della Vergine, custodita nella chiesetta montana, inizierà il suo pellegrinaggio lungo un itinerario, che toccherà varie località del territorio e le numerose chiese e parrocchie cittadine.
Quello di dedicare il mese di maggio alla Madonna è una tradizione antichissima, che affonda già le sue origini nel XVI secolo. E’ il mese dell’anno che, più di ogni altro, i fedeli si accostano alla Mamma Celeste e dove sentono più forte il bisogno di esternargli preghiere speciali. A maggio la montagna ha il suo fascino, la bianca chiesetta di Santa Maria a Castello è meta d’ una intramontabile venerazione. I pellegrini sono qui richiamati da secoli numerosissimi per rinnovare ogni anno il sacro rito dei loro padri. Domenica, 21 maggio alle ore 17:30, sarà la Madonna, però, ad essere pellegrina in città. Somma Vesuviana si riapproprierà di uno dei momenti più sentiti della sua storia religiosa. Sarà una festa del popolo, ricca di fervore religioso e di illimitata riverenza per la miracolosa immagine, che da sempre nei momenti più tristi ha sempre dispensato di benefiche grazie il suo popolo e quello delle genti dei paesi vicini. La scadenza naturale della sua discesa era prevista per il 2020, ma la pandemia aveva bloccato il suo arrivo in città. La Madonna sarà, quindi, una pellegrina lungo un itinerario, che toccherà varie località del territorio e le seguenti chiese e parrocchie cittadine: Insigne Collegiata (21 maggio), S.M. di Costantinopoli (22), San Sossio (23), S. Croce in S. M. del Pozzo (24), San Domenico (25), San Giorgio (26). Il servizio di portare in spalla la statua della Vergine è un gesto di venerazione e devozione che tutti, indistintamente, potranno vivere. Certamente saranno presenti i componenti delle paranze di Castello, per offrire la loro spalla. Al complesso bandistico dell’ Associazione musicale Antonio Seraponte saranno affidati i suggestivi momenti musicali.

Sabato 27 maggio alle ore 19:00, data la grande circostanza, in Piazza Vittorio Emanuele III si terrà una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra e Presidente della Conferenza Episcopale Campana, concelebrata alla presenza di tutti i parroci e sacerdoti locali. Al termine ci sarà l’atto di affidamento alla Madonna di Castello e la consegna delle Chiavi della Città. La statua tornerà in serata alla Collegiata per far ritorno, definitivamente, nella sua chiesetta il giorno seguente, 28 maggio.

L’ INTERVISTA
L’evento – che domenica 21 maggio vede l’intera Città di Somma Vesuviana accogliere, dopo ben 13 anni la statua della Madonna – è di una gioia assoluta e commozione immensa, afferma il rettore Rev. Don Francesco Feola. Noi parroci sommesi, ci siamo messi insieme per preparare al meglio questo momento, che vuole riunire insieme tutti i cristiani e i devoti della Madonna. La partecipazione delle confraternite laicali, delle associazioni cattoliche e dei Battenti di S. M. dell’Arco dell’intera cittadina, oltre ai cori delle nostre parrocchie riuniti per la messa in piazza, i ministranti di tutte le comunità uniti per il servizio all’altare, dicono l’impegno e il grande sforzo di vivere un momento ecclesiale forte per la nostra cittadina. Poniamo sotto lo sguardo della Vergine Maria tutta la nostra cittadina, soprattutto nei luoghi dove c’è sofferenza, dolore e difficoltà. Con riconoscenza esprimo il mio grazie a chi in questi mesi si è messo a lavorare con noi parroci per la realizzazione di questo momento: grazie al Sindaco Salvatore Di Sarno e all’ Amministrazione cittadina per il grande impegno profuso; grazie al Comandante dei Carabinieri, M.llo capo Alessandro Calandro e della Polizia Locale, Magg. Ciro Bruno, per le disponibilità e gli impegni assunti per il buon esito della manifestazione; grazie, infine, anche ai volontari della Croce Rossa Italiana di Somma Vesuviana e della Protezione Civile Cobra 2.

STORIA
A memoria d’ uomo – scriveva lo storico Angelo Di Mauro nel 1986 nel suo libro Buongiorno Terra – la statua della Madonna di Castello avrebbe lasciato solo quattro volte la sua chiesetta, sicuramente in occasione delle due guerre mondiali e del terremoto del 1980. Ci sono testimonianze fotografiche, fornite dal collezionista Saverio Raia, degli anni ‘60 del Novecento (vedi foto). Un video You Tube, la cui visione è possibile seguire alla fine dell’articolo, riassume e propone, grazie all’ appassionato Pasquale Raia, i momenti e i ricordi più importanti della processione. Manca, comunque, una concreta documentazione e rimangono in effetti solo attestazioni orali. Certamente, dopo la seconda guerra mondiale, la mobilitazione fu generale al cospetto della Vergine, trasportata su un piccolo aereo mobile militare per le vie del paese. Venne tutta la gente del circondario. I lutti erano tanti e l’emozione fu grande in paese. Tante madri piangevano i propri figli morti in guerra e ovunque regnava disordine e confusione. All’ epoca, fu come un parto con tutti i rischi connessi, continua Angelo Di Mauro. Gli abitanti del Casamale, in particolare, erano attenti e vigili, affinché non accadesse nulla di spiacevole alla loro Mamma pacchiana. Era come tirar fuori dal guscio tutti i propri dèi, gli antenati ed esporli al mondo intero. Era come esibire la propria matrice o fattrice, la propria storia, la propria antichità e la propria natura. Con la divinità lontano dal suo tempio, il popolo si sentiva in un certo modo indifeso. L’ insicurezza degli adulti si rifletteva nelle lacrime delle donne, in quelli freddi della marea di ragazzi storditi dall’evento, dalla tensione generale. A nulla valsero le consolazioni e le spiegazioni delle donne del Casamale ad Assuntulella ‘e Castiello, la guardiana della chiesetta, non più alta di un metro e 25 centimetri, che curava la pulizia della chiesetta e viveva in quel luogo da sola come una eremita, non facendo mai mancare i lumini accessi alla Madonna. Gli occhi della donna – conclude Di Mauro – si riempirono di un rossore inconsolato, di un pianto sincero, di una bontà colpita: un singhiozzo improvviso e intervallato da lunghe pause di silenzi la fece sussultare, stordita, da un evento incomprensibile, molto più grande di lei. La Mamma pacchiana, però, sarebbe ritornata e con Lei il sorriso sul volto aggrinzito di Assuntulella. Il 31 maggio del 1981, dopo il tremendo terremoto del 23 novembre del 1980, nell’incontro della Madonna di Castello con i suoi figli, Somma Vesuviana si consacrò a Maria, come si legge sulla lapide marmorea all’interno dell’atrio municipale di Palazzo Torino. La statua, per l’occasione, fu trasportata per le strade cittadine su un jeep color militare, accompagnata dai membri dell’ Associazione S. Maria a Castello, la cui istituzione risale al 1946. Da allora, la processione ha avuto sempre una cadenza, diciamo, decennale: 23/24 maggio 1992, 13 maggio 2000 e 9/16 maggio 2010.
