Le ricette di Biagio: uova e piselli. Per scanagliare i franchi tiratori….

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Che significa “franco tiratore” e perché qualcuno dà un giudizio non del tutto negativo sulla loro attività durante l’elezione del Capo dello Stato. La crisi di un sistema in cui i membri del Parlamento hanno dimostrato, per giorni, di essere incapaci di parlarsi in un momento storico che richiedeva assolutamente confronto, dialogo e lealtà anche nella contrapposizione. Perché piselli e uova aiutano a “scanagliare” i “franchi tiratori”.

 

Ingredienti: 4 uova, gr. 750 di piselli; gr. 60 di cipolle bianche; olio, sale e pepe. In una casseruola fate appassire, in un filo d’olio, la cipolla mondata e tritata, per qualche minuto, mescolando sapientemente. Aggiungete  i piselli, il sale  e il pepe, e fate cuocere per una decina di minuti, su fiamma moderata, senza interrompere la sapiente mescolatura.  Poi rompete le uova nella padella, facendo sì che restino integre. Se preferite il tuorlo liquido, saranno sufficienti cinque minuti di cottura, senza coperchio, fino al momento in cui l’albume risulterà bianco. Se invece preferite il tuorlo sodo, coprite la padella con il coperchio e fate cuocere per una decina di minuti.  Infine, aggiungete un pizzico di sale e un tocco di pepe e portate in tavola (dal sito: giallo zafferano).

 

Il triste destino di un nome. All’inizio ci furono i “franc – tireurs” degli anni terribili della Rivoluzione francese, i tiratori armati di fucile che agivano isolati contro il nemico. Poi sono arrivati i “franchi tiratori” della politica che durante le votazioni importanti – in particolare quelle per l’elezione del Presidente della Repubblica –  protetti dal segreto dell’urna, non votano il nome indicato dal loro gruppo. Su “la Repubblica” di ieri, in un articolo intitolato “ Il Colle proibito e l’eterno ritorno dei franchi tiratori” – una settantina quelli che hanno preso di mira la Casellati- Filippo Ceccarelli ha scritto che questi Giuda che approfittano dell’anonimato sono “anche un’appassionante variabile delle dinamiche politiche, ciò che rende il potere precario e la vita pubblica un tantino più varia… Si dirà che possono considerarsi gli ospiti scomodi della democrazia, se non proprio il sale della medesima, come qualcuno ha puntualmente ricordato ieri”. Aldo Moro li definì “strumenti tecnici” e sarebbe interessante sapere come li classifica Romano Prodi che nel 2013, durante la quarta votazione per eleggere il Presidente della Repubblica, venne affossato da 101 franchi tiratori del centrosinistra. I “franchi tiratori” di un tempo, che prima di diventare parlamentari frequentavano a lungo le scuole della politica, sapevano mentire, dissimulare e nascondere il tradimento. Non era facile scanagliarli, terribile verbo napoletano che sarà pure una variante di “scandagliare”, ma porta in sé i suoni di “cane” e di “canaglia”, e con il tema ci azzeccano proprio. I “franchi tiratori “ di oggi non hanno cazzimma, si tradiscono con uno sguardo, con una smorfia, con una risatella: rappresentano degnamente la pochezza di una classe politica che – ha scritto Claudio Tito su “la Repubblica” di ieri -appare “ del tutto incapace di metabolizzare i segnali lanciati dal Paese reale” e che “deve rimettere ordine “ in sé stessa. “Chiunque sarà il nuovo Capo dello Stato, dovrà contribuire anche a questo obiettivo. Altrimenti la lunghissima transizione italiana rischia di diventare perenne.”  (Mentre scrivo, giunge notizia che tutti i partiti, eccetto uno, hanno pregato Mattarella perché resti al Quirinale: ed è una notizia bella e, nello stesso tempo, amara).  Alcuni membri di questa classe politica non riescono nemmeno a capire che chi scrive sulla scheda per l’elezione del Presidente della Repubblica il nome di un presentatore televisivo non fa raffinato umorismo, ma offende le persone e l’assoluto valore simbolico di un atto significativo per la storia del Paese. E dalla locuzione “franco tiratore” è meglio eliminare l’aggettivo, che nella nostra lingua significa “leale, schietto, aperto”: non è immediato, per molti, il riferimento a “franc”, “francese”. Uova e piselli aiutano a scanagliare i “franchi tiratori” perché sono il “piatto” della sapienza. Artemidoro, il fantasioso storico dei sogni,  collegava il nome pisos alla radice di un verbo greco che significa persuadere, persuadersi, obbedire. Perciò il sognare piselli era cosa di buon auspicio, soprattutto per i timonieri e gli avvocati, “poiché ai primi obbediranno i timoni, agli altri i giudici”.  E anche i Giuda dovranno arrendersi agli sguardi del saggio indagatore. E presso tutte le religioni l’uovo è simbolo della Natura che si apre, della Vita che si rinnova e della Sapienza che svela il disegno e i misteri dell’ Essere.  Per  scanagliare questi “franchi tiratori” di oggi bastano anche un po’ di uovo e un mezzo cucchiaio di piselli.

(fonte foto:giallozafferano)