L’altro giorno i sindacati firmatari dell’accordo Panda hanno fatto firmare ai lavoratori della fabbrica automobilistica di Pomigliano una petizione da spedire all’amministratore delegato di FCA, Sergio Marchionne, al prefetto di Napoli, alla Regione Campania e al governo. Nel documento i delegati delle organizzazioni di categoria Fim, Uilm, Fismic e Ugl (che nella giornata in cui hanno iniziato hanno sostenuto di essere già riusciti a ottenere circa 3mila firme) chiedono all’ad di sapere quale futuro produttivo abbia Pomigliano « visto che – sostengono – la produzione Panda tra due anni sarà trasferita in Polonia e che intanto, se non parte in tempi brevi il nuovo investimento premium annunciato, il futuro dei lavoratori sarà a rischio, anche per la scadenza degli ammortizzatori sociali ». A Pomigliano i contratti di solidarietà scadranno nel settembre del 2018. I “cds” coinvolgono attualmente 3mila dei 4500 addetti dell’impianto. « Nonostante l’eccellenza raggiunta e i sacrifici che abbiamo fatto c’è molta preoccupazione sul futuro – aggiungono i delegati dei sindacati firmatari del contratto specifico aziendale – le produzioni Alfa Romeo di Cassino non stanno danno i risultati sperati e a giugno l’azienda ha sottoscritto un impegno con noi che prevedeva un incontro entro il mese scorso finalizzato proprio a chiarire questa situazione di Pomigliano. Ma l’incontro non c’è stato ». A ogni modo FCA non intende commentare la petizione. Ambienti vicini all’azienda hanno fatto però trapelare che l’anno prossimo giungerà con certezza a Pomigliano la nuova vettura premium e che risulta praticamente impossibile che lo stabilimento partenopeo rischi la chiusura. Molto critica è nel frattempo la Fiom, i cui delegati di fabbrica ieri pomeriggio erano davanti ai cancelli, a pochi metri dai loro colleghi dei sindacati firmatari, intenti a far firmare su un banchetto la petizione. « Secondo noi la petizione è stata concertata in tutta fretta con l’azienda – polemizzano le rsa dei metalmeccanici Cgil – sia perché da tempo siamo noi a sostenere le preoccupazioni e sia perché è spuntata il giorno prima della nostra assemblea in fabbrica ( assemblea comunque riuscita anche a livello di partecipazione degli operai, ndr ) proprio per chiedere ai lavoratori quale percorso impostare per difenderci, per garantire un futuro occupazionale e produttivo sicuro per tutti. Questa petizione è dunque una sconfitta per gli stessi sindacati che l’hanno promossa ».