A Roma i finali sono stregati: calo di concentrazione o mancanza di lucidità?

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Il Napoli prosegue la sua pareggite all’Olimpico contro la Lazio: al triplice fischio è 2-2 e questo risultato consente all’Inter di portarsi in vetta alla classifica in caso di vittoria nel derby d’Italia.

 

Per la terza partita consecutiva gli azzurri si fanno rimontare in situazione di vantaggio e per la seconda trasferta di fila subiscono gol nel finale. Viene lecito chiedersi se questo trend sia dovuto ad un calo di concentrazione o a mancanza di lucidità e la risposta, conoscendo il tipo di allenatore che è Conte, è senza dubbio da ricercare nella seconda. Molti dei calciatori che partono titolari spesso sono chiamati a giocare l’intera partita e la necessità di dare il massimo in ogni situazione li porta ad essere stremati nei minuti finali: la volontà di non risparmiarsi sul piano fisico può quindi indurre a scelte sbagliate (ad esempio non seguire un uomo) che in altri momenti non sarebbero state fatte. La nota più lieta della serata romana è sicuramente Jack Raspadori. Lo abbiamo finalmente visto nel ruolo a lui più congeniale, quello della seconda punta, e si è rivelato subito decisivo: da lui sono partite tutte le azioni più pericolose, perché la sua tendenza ad abbassarsi per ricevere il pallone ha permesso ad Anguissa e McTominay di riempire l’area, creando superiorità.