A Sant’Anastasia si parla di Zona Rossa a porte chiuse

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Stilato un documento concordato e sottoscritto dai comuni della Zona Rossa presenti alla riunione organizzata dal sindaco Esposito che afferma: “La legge 21 poteva essere messa in discussione già nove anni fa”.

Si è svolto ieri mattina, presso la sala giunta di palazzo Siano l’incontro con i sindaci della Zona Rossa caldeggiato dal primo cittadino anastasiano Carmine Esposito per stabilire eventuali iniziative in attesa del passaggio del disegno di legge in Consiglio Regionale che attenua i vincoli dei comuni ai piedi del vulcano dormiente.

Rivisitare la legge 21, che a detta del primo cittadino «ha immobilizzato l’intero territorio vesuviano», è stato uno dei cavalli di battaglia intrapresi dalla squadra di Esposito durante la campagna elettorale 2010, cosicché, dopo l’approvazione del Piano Paesaggistico in Commissione Urbanistica della Regione Campania ed in prospettiva del prossimo consiglio regionale (che si svolgerà giovedì e venerdì prossimi) il sindaco ha chiamato a raccolta gli altri diciassette colleghi per discutere su ulteriori modifiche da presentare in consiglio regionale e stilare, così, un documento concordato e sottoscritto dai comuni della Zona Rossa.

Il summit era stato organizzato pubblicamente in aula consiliare ma poi è stato deciso di effettuarlo a porte chiuse senza preoccuparsi minimamente di avvertire i giornalisti che hanno dovuto fare ore di anticamera prima di conoscere i responsi dell’incontro. «Quando ci siamo resi conto che dovevamo solo scrivere delle osservazioni da sottoporre in consiglio regionale, abbiamo deciso di fare l’incontro a porte chiuse – ci ha spiegato il sindaco Esposito – Il disegno di legge rispetto alla legge 2003 è un passo avanti importante perché sblocca i condoni, ci dà la possibilità di abbattere e ricostruire ma non siamo pienamente soddisfatti del tutto, perché ciò non viene sposato dall’intera classe politica regionale, vedi l’ostracismo di Pd, IdV ed Ambientalisti. Sollecitiamo Caldoro e Taglialatela ad osare di più perché questi territori considerati come le aree più a rischio in caso di eruzione del Vesuvio, senza pianificazione e regole sono destinati a morire presto».

«Questo immobilismo, poi, aumenta l’abusivismo e noi, fortunatamente abbiamo istallato da 15 giorni un meccanismo satellitare per monitorare chi fa un abuso sul territorio. Chiediamo la possibilità alla Regione che ci vengano concessi i condoni dell’85 e del ’94, di aprire i termini per quelli del 2003 – ha concluso il primo cittadino anastasiano – che ci diano soluzioni alternative e la certezza che la burocrazia sia molto più veloce sul piano dell’assetto del territorio. Questo disegno di legge è la dimostrazione che la legge 21 poteva essere messa in discussione e che noi non abbiamo mai parlato di fantasie».

All’invito di Esposito hanno risposto positivamente i sindaci di Somma Vesuviana, Terzigno, Pollena Trocchia, Boscotrecase, Massa di Somma, Pompei, Cercola e un geometra del Comune di San Giuseppe Vesuviano, in rappresentanza dell’Ente. Contattati telefonicamente, inoltre, i sindaci di San Sebastiano al Vesuvio, Ottaviano, Torre del Greco e Boscoreale che si sono detti concordi nel portare avanti tale battaglia mentre continua a non esserci alcun contatto su questo argomento con i Comuni di Portici, Ercolano, Torre Annunziata, San Giorgio a Cremano e Trecase. I 13 sindaci del vesuviano la prossima settimana saranno presenti, con tanto di fascia tricolore, nell’aula del consiglio regionale proprio quando vi approderà il disegno di legge sul piano paesaggistico firmato dall’assessore Taglialatela.