Formazione obbligatoria: Il Tribunale di Napoli riconosce la retribuzione per le ore extra

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Importante sentenza del Tribunale di Napoli. Infatti, a partire dal caso di un dipendente ABC Napoli e Sindacalista FAILMS, è stato stabilito che le ore di formazione obbligatoria per i lavoratori di piccole e medie aziende dovranno essere retribuite, anche se svolte oltre il consueto orario di lavoro. 

Una recente sentenza del Tribunale di Napoli ha stabilito un principio fondamentale per i diritti dei lavoratori: le ore di formazione obbligatoria imposte dal datore di lavoro devono essere retribuite anche se svolte al di fuori del normale orario lavorativo.

Il caso ha riguardato il Sig. F. B., Sindacalista della FAILMS e dipendente dell’ABC Napoli, assistito dall’Avv. Giovanni Della Corte, che era stato iscritto alla frequentazione di corsi di formazione tenutisi in parte durante l’orario di lavoro e in parte dopo l’orario ordinario, senza che venisse riconosciuta alcuna retribuzione per le ore extra lavorative così come previsto espressamente dall’art. 20 del CCNL Acqua e Gas.

Il ricorrente ha invocato la disapplicazione del CCNL, poiché in conflitto con la normativa europea, in particolare con l’art. 2 della Direttiva 2003/88/CE, che ricomprende nell’orario di lavoro … qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni … definendo come “periodo di riposo” tutto quello che non rientra nell’orario di lavoro.

Ne deriva che le nozioni di “orario di lavoro” e di “periodo di riposo” si escludono reciprocamente, cosicché il tempo di formazione professionale di un lavoratore, poiché non può essere ricompreso nel concetto di “riposo” deve necessariamente essere ricondotto al concetto di “orario di lavoro”.

La sentenza si inserisce in un filone giurisprudenziale in crescita, che tutela il diritto dei lavoratori alla giusta retribuzione per il tempo dedicato alla formazione professionale obbligatoria.

L’interpretazione del giudice napoletano apre il dibattito sulla necessità di un aggiornamento della contrattazione collettiva, così da adeguarla alla normativa comunitaria, per garantire una maggiore tutela dei lavoratori e un’applicazione più equa delle regole in materia di orario di lavoro e formazione professionale.