C’ ‘o tiempo e c’ ‘a paglia ammaturano ‘e nespole….
Si susseguono su Facebook e sui quotidiani online riflessioni e articoli sulla festa delle Lucerne tenuta nel Casamale nei giorni 3-4 e 5 agosto. Tanti scrivono sulla buona riuscita della festa, sia per l’allestimento, sia per l’affluenza delle persone e del piano di sicurezza approntato dalla Protezione civile. Non potevano, intanto, mancare le puntuali riflessioni del nostro amico: Luì (Luigi Iovino, quello che si firma con la J) che dai Castelli Romani, ove risiede, interviene con quadriennali nostalgiche riflessioni, in cui le note del rimpianto e quelle della critica passatista confluiscono nella lode del buon tempo antico, d’’e tiempe bell’ ‘e ‘na vota.
Questa volta gli dobbiamo dare atto di aver convenuto su quanto andiamo ripetendo da diversi anni circa la cronistoria della festa; egli fa riferimento all’articolo del giornale Il Mattino del 1961 confermando la veridicità della nostra memoria storica.
Abbiamo detto e lo ripetiamo, che la festa, interrotta nel 1939, a causa della guerra, fu ripresa nel decennio 1950 dal parroco della Chiesa Collegiata, don Armando Giuliano e dai vecchi maestri di festa in parte rappresentati nella nostra mostra fotografica presentata nel cortile di Via M. Troianiello durante i giorni della festa. Interrotta di nuovo nel 1961, fu poi riproposta, da noi del Casamale, Luì compreso, con l’aiuto del barista Febbraro Vincenzo nell’anno 1970 e così è andata avanti fino al 2006 con il coordinamento dell’ARCI, Associazione fondata al Casamale nel 1973.
Dell’Associazione ARCI, sono stato socio fondatore e, se il circolo esiste ancora a Somma, mi ritengo socio onorario, conosciamo tutti l’impegno culturale e sociale sull’intero territorio sommese. Potremmo citare centinaia di iniziative dell’Associazione in tutti i campi, nel folklore, nella cultura, nello sport e nella festa delle lucerne, come ha scritto Luì (quello con la J), per cui era doveroso, per noi, richiamare alla memoria storica della festa i maestri di festa di altre epoche , degli anni 50, senza l’impegno dei quali non avremmo avuto gli elementi necessari per riprendere poi la festa nel 1970.
La nostra mostra fotografica, definita da Luì (quello con la J) patetica e fatta per oscurare la funzione storica dell’ARCI, è stato invece per noi un atto di giustizia alla memoria storica dei fatti, a confronto delle solite panzanate che egli scritto in tutti questi anni: panzanate inventate e senza alcun riferimento storico. Esempio: nella pubblicità della festa del 2006 Luì (quello con la J) scrive testualmente: “
Quando negli anni sessanta Felice D’Avino, Mario Maiello, Pasquale Morisco, Saverio e Natale Esposito……..nostri cari amici dell’ARCI fra i tanti che non ci sono più decisero con noi di riprendere la festa delle lucerne…”
Cosa? Anni Sessanta? Che panzanata.
Oggi, costatiamo però, che nel suo recente articolo egli sconfessa quanto affermato nel 2006, confermando che si trattava di vera panzanata.
Oltre ai maestri di festa degli anni 50, abbiamo voluto ricordare e rivalutare l’impegno nella festa del 1982 anche dell’Associazione Pro Loco di Somma Vesuviana, nella persona del compianto presidente Nino D’Ambrosio: impegno e partecipazione volutamente oscurati dalla “Nomenclatura” . Anche questo intervento è per noi opera di verità storica, perché, grazie alla Pro Loco e a Nino, nella festa del 1982 comparvero per la prima volta i lampioni nelle strade e i vasi con i fiori per adornare gli ingressi delle case del Casamale e altre iniziative ancora ivisibili. L’idea fu poi ripresa dal Comune con la sostituzione dei vecchi lampioni, mentre si continua con i fiori alle porte e finestre. La “Nomenclatura”, di cui faceva parte l’amico Luì (quello con la J), ha sempre cercato di nascondere questa modesta e fattiva collaborazione con la Pro Loco nella festa del 1982, secondo il deprecabile e mai estinto principio settario: “il contributo, l’opera fattiva degli altri, che non hanno le stesse nostre idee, deve essere boicottata e dimenticata”.
Ma, come avrebbe detto il principe De Curtis, queste sono “ quisquiglie” di tempi trascorsi e fatti superati. Oggi, anzi dal 2010, la festa è coordinata dalla “Associazione Festa delle Lucerne”, fondata appunto nel 2010. L’associazione positivamente ben inserita nel contesto culturale del quartiere e quest’anno ha dato prova di serietà e concretezza, cosa che fa onore a tutto la staff , dal presidente al semplice socio e dà certezza del futuro. La festa è oggi più che allora in buone mani e siamo certi che l’associazione saprà interessare e coinvolgere i cittadini anche in altre tematiche culturali e sociali, cose d’altronde previste dal suo statuto.
Nel 2015 l’amico Luì (quello con la J) già ebbe ad esprimere i soliti poco lusinghieri commenti sull’operato della Casa delle Lucerne e sul nostro impegno nella festa di allora. Gli consigliammo di continuare le sue ricerche nel campo delle verdure e particolari ortaggi; oggi diversamente gli suggeriamo di trascurare un poco questi argomenti, visto che sono ampiamente trattati in volumi specialistici e famose enciclopedie, e di darsi con competente assiduità alle ricerche storiche, come ha fatto questa volta con il suo recente articolo: eviterà le vecchie panzanate.
L’amicizia e l’affetto personale restano sempre forti però e non sono certo queste quisquiglie a intaccarli. Noi lo aspettiamo sempre e lo accogliamo con gioia quando lascia i castelli romani per venire nel suo luogo di origine, dove siamo cresciuti insieme, sebbene, per le scelte di campo, io resto di qua e lui di là, o viceversa, lui di qua e io di là.
Gli vogliamo bene e, anche se egli racconta da trent’anni sempre le solite barzellette, facciamo finta di ascoltarle per la prima volta e ridiamo a squarciagola.
Si! GLI VOGLIAMO BENE e non vogliamo che si prenda collera.
dalla “Casa delle Lucerne” ing. Arcangelo Rianna