Russo indagato per pressioni sulla clinica: le intercettazioni carpite da altri filoni

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Il sindaco di Pomigliano: “Volevo solo tutelare tre lavoratori licenziati”
La procura ipotizza pressioni indebite verso una clinica privata: si indaga per concussione aggravata

La posizione difensiva del primo cittadino di Pomigliano d’Arco, Raffaele Russo, è chiara: il suo intento era quello di evitare il licenziamento di tre dipendenti di una struttura sanitaria privata. Tuttavia, la Procura di Nola e la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ipotizzano nei suoi confronti il reato di concussione, aggravato dal presunto uso di modalità mafiose.

Al centro dell’inchiesta ci sono presunte pressioni esercitate su un noto imprenditore del settore sanitario del Sud, proprietario della clinica San Felice e parlamentare europeo. L’indagine nasce da una serie di intercettazioni telefoniche disposte per altri filoni investigativi.

La telefonata al centro del caso
In particolare, viene analizzata una telefonata intercettata nel mese di marzo, avvenuta nell’ufficio del sindaco e alla presenza di alcuni membri della giunta, sindacalisti e dei tre lavoratori licenziati. Russo, in vivavoce, si rivolge all’imprenditore chiedendo di revocare i provvedimenti di licenziamento: «Sono il sindaco di Pomigliano, mi sono sempre reso disponibile: non costringermi a passare per quello che non sono».

La risposta dell’eurodeputato è negativa: «Non posso annullare i licenziamenti», avrebbe detto.

Il ruolo della polizia municipale
Un’altra intercettazione riguarda una chiamata fatta dal sindaco al comandante della polizia locale  Emiliano Nacar (allora in servizio a Pomigliano), in cui si chiedeva – secondo l’ipotesi accusatoria – di eseguire controlli mirati nelle strutture sanitarie collegate allo stesso imprenditore.

Il comandante Nacar, poi trasferito a Marigliano, ha riferito ai magistrati di essersi rifiutato di eseguire tali direttive, ordinando ai suoi agenti di non effettuare alcuna verifica presso le cliniche San Felice e Meluccio. Ha anche confermato di aver ascoltato le intercettazioni durante un incontro in procura.

Ipotesi sotto verifica
Gli inquirenti stanno cercando di stabilire se quanto avvenuto possa configurare un tentativo di intimidazione ai danni dell’imprenditore. Il sindaco, da parte sua, non ha rilasciato dichiarazioni, limitandosi a far sapere tramite i suoi collaboratori che preferisce non commentare per rispetto delle indagini in corso.

Con un intervento all’Ansa di giovedì il sindaco ha affermato di aver agito unicamente per proteggere tre posti di lavoro.