CERCOLA – Un caso irrisolto risalente alla sanguinosa faida che, alla fine degli anni ’90, vide contrapposti il clan Sarno e gruppi rivali per il controllo delle piazze di spaccio nella zona Est di Napoli, ha finalmente trovato una soluzione grazie alle rivelazioni dei pentiti.
L’altro giorno nella provincia di Massa Carrara, la Squadra Mobile di Napoli, con il supporto del Servizio Centrale di Protezione, ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di Vincenzo Sarno. Ex boss del clan omonimo, che ha dominato il territorio di Napoli Est dai primi anni ’90 fino al 2019, Sarno è oggi collaboratore di giustizia. È accusato di essere il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio di Gerardo Tubelli, avvenuto il 5 gennaio 1996 a Cercola.
Le indagini hanno confermato, con elementi oggettivi, le dichiarazioni fornite da diversi pentiti. Tubelli, esponente di un gruppo criminale attivo a Cercola, fu ucciso nei pressi della sua abitazione da un commando armato. Secondo le ricostruzioni, a capo dell’azione ci sarebbe stato proprio Sarno, che lo avrebbe colpito con numerosi colpi di arma da fuoco.
L’omicidio si inserisce nel conflitto esploso a metà anni ’90 tra il clan Sarno, dominante a Ponticelli, e il gruppo Maione/Tubelli, affiliato all’Alleanza di Secondigliano. Questa lotta per il controllo delle attività illecite a Cercola portò a una serie di omicidi tra il 1994 e il 1997.
L’attuale pericolosità di Vincenzo Sarno è emersa anche da un recente controllo stradale nel Napoletano, durante il quale è stato denunciato per detenzione illegale di una pistola. Inoltre, recenti dichiarazioni di un altro collaboratore di giustizia lo collocano ancora sul territorio partenopeo, impegnato nel recupero di somme di denaro affidate a terzi prima del suo ingresso nel programma di protezione.
L’arresto di Sarno segna un passo importante nella risoluzione di un caso che ha segnato una delle stagioni più violente della criminalità organizzata napoletana.