Lo scontro avvenuto ieri tra la Polizia e i manifestanti fuori gli studi Rai di Napoli è tutto tranne che un reale scontro.
È sembrato a tutti gli effetti un attacco delle forze dell’ordine a delle persone che volevano semplicemente far sentire la propria voce sul comunicato dell’ Ad della Rai Sergio Roberto letto da Mara Venier la scorsa domenica. Tutto è partito dall’azione di due artisti che hanno partecipato a Sanremo, Ghali e Dargen D’Amico, che hanno utilizzato il palco per ricordare il genocidio che sta avvenendo negli ultimi mesi. Roberto, però, nel comunicato esprime la sua vicinanza ad Israele dopo le numerose polemiche per l’attivismo dei due artisti, motivo per cui circa un’ottantina di persone ieri hanno manifestato pacificamente fuori gli studi della Rai a Napoli.
Pace è la parola utilizzata dai manifestanti ieri, eppure si sono ritrovati ad essere colpiti dai manganelli dei poliziotti nonostante se pur in assenza di violenza, con cori urlati a gran voce e gli striscioni contro l’emittente pubblica. La folla si era accalcata a ridosso dei cancelli per appendere uno striscione, ma questa stasi ha portato i poliziotti a colpire con i manganelli. Questi episodi sono stati raccontati sui social da molti dei partecipanti alla manifestazione che tramite dei video hanno mostrato a tutta Italia l’accaduto. Una di questi è la sindacalista Mimì Ercolano, la cui foto col volto insanguinato è diventata il simbolo della manifestazione di ieri. La donna ha spiegato quanto l’attacco delle forze dell’ordine sia stato inaspettato proprio perché non vi era alcuna intenzione di arrivare ad un’azione degenerativa.
Altro aspetto che i manifestanti hanno rivendicato è il motivo della manifestazione, avvenuta proprio per criticare le parole dell’ad e chiedere lo stop al genocidio che si sta commettendo, mentre le notizie principali continuano a riportare titoli riduttivi, come quelli in cui si vuole quasi intendere che la manifestazione sia avvenuta per supportare Ghali. Questo minimizzare rappresenta in realtà il volto del Paese che, onde sembrare accusatorio e critico nei confronti della guerra, prova a “rimediare” andando però a sfociare in una rappresentazione stucchevole.