E Napoli dovette estrarre lo zucchero dalle castagne, anche da quelle di Ottajano….

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La guerra tra l’Inghilterra e Napoleone e il blocco delle vie del commercio impedirono alla Napoli di Murat di rifornirsi di zucchero di canna. Luigi Giusso, un giovane genovese che viveva a Napoli, ebbe l’idea di aprire una fabbrica in cui lo zucchero veniva ricavato dalle castagne. E le castagne arrivarono anche dalle selve di Ottajano. L’articolo è corredato con l’immagine di un quadro di G. Bartolena

 

La storia si ripete. In età napoleonica l’Inghilterra e i suoi alleati bloccarono le vie commerciali con la Francia e con il Regno di Napoli, di cui era re Gioacchino Murat, cognato di Napoleone. Nei porti dell’Italia del Sud non arrivarono più prodotti “coloniali”, e il Regno restò senza zucchero: allora si usava solo quello di canna. In un articolo pubblicato nel 2003 in un “numero” dell’“Archivio Storico per le province napoletane”, Francesco Giusso del Galdo rende omaggio all’ “intraprendenza” di un suo antenato, Luigi Giusso, un “genovese ventottenne, da pochi anni trasferitosi a Napoli”, che, avendo seguito con grande attenzione gli esperimenti già fatti a Firenze per estrarre lo zucchero dalle castagne, si convinse che il blocco inglese gli forniva l’occasione di impiantare anche a Napoli una fabbrica di zucchero di castagne. Il saggio giovane nel luglio del 1812 si recò a Firenze, ospite della ditta “Baldi, Orsi e Fenzi”, per valutare gli esiti degli esperimenti: e avendo visto che il sistema dei procedimenti chimici, delle macchine e della perizia degli operai appariva ormai collaudato e che il prodotto aveva “valore”, incominciò a lavorare per costituire una società. Carlo Forquet, della Casa di Commercio “ Luigi André e Carlo Forquet”, si dichiarò pronto a investire capitali nell’impresa, e anche il fratello di Luigi, Antonio, accolse con favore la proposta, pur sottolineando le difficoltà del progetto: lo zucchero di castagne sarebbe stato richiesto solo dal mercato interno; bisognava affrontare la concorrenza dei produttori di miele; la fine del blocco e “la pace tanto sospirata” avrebbero reso inutile la produzione e provocato cospicui danni finanziari. Il 14 agosto del 1812 Carlo Forquet comunicò a Luigi Giusso “una notizia esplosiva: a Castellammare si sta coltivando la canna da zucchero e la sperimentazione procede bene”: però il Forquet aggiunse – e se l’avessero saputo, gli stabiesi avrebbero fatto i gesti di  scongiuro che possiamo facilmente immaginare – aggiunse che bisognava aspettare l’inverno, perché quelle piante probabilmente non avrebbero resistito al freddo. In ogni caso bisognava andare avanti: “questo timore non arresti i nostri disegni”.

Con decreto del 3 settembre 1812 Murat autorizzò l’apertura della fabbrica nel soppresso convento di Sant’Antoniello di Tarsia, che la società Giusso – Forquet avrebbe potuto usare gratuitamente per dieci anni. Venne previsto un organico di una quarantina di operai, distribuiti in tre turni da otto ore: si lavorava anche di notte, poiché la produzione era a ciclo continuo: da un quintale di castagne si ricavavano dieci chili di zucchero. Le castagne arrivavano in gran parte dalla Calabria, tra molte difficoltà: i problemi del trasporto per mare, la minaccia dei corsari, la cattiva qualità dei frutti. Nel 1814 “carri 60” di castagne  di Ottajano vennero fornite dai Medici: provenivano dalle selve Piscinale, Muroli e Guastaferro, le portarono a Napoli i carri dei Saporito, dei Pagano e dei Nunziata, e sui carichi non gravarono tributi, né alla partenza, né all’arrivo. La sconfitta di Napoleone, quella di Murat e il ritorno dei Borbone a Napoli misero fine alla produzione e provocarono la chiusura della fabbrica: nel settembre del 1815 Forquet riuscì a vendere gran parte delle macchine e degli attrezzi e in ottobre tornarono nel convento i frati: i Conventuali, che lo avevano occupato prima di Murat, vennero sostituiti dai Padri Redentoristi, noti anche come Liguorini. La vicenda permise agli Ottajanesi di capire quanto fossero preziose le loro castagne. Dopo qualche anno trascorso nell’ombra Luigi Giusso tornò protagonista, come banchiere, dell’economia napoletana, a tal punto che Ferdinando II  nel 1857 gli conferì il titolo di “Duca del Galdo”.

Scontro tra tir sulla 7bis, auto schiacciata: muore conducente di San Giorgio

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Lunedì mattina verso le ore 08:30 una squadra di Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Caserta e precisamente del distaccamento di Aversa è intervenuta sulla SS Nola-Vila Literno al Km 20+800 per un incidente stradale all’altezza della zona industriale di Carinaro.

Giunti sul posto i Vigili del Fuoco hanno trovato due autotreni ed un’autovettura incidentati tra di loro con l’autovettura rimasta schiacciata tra i due mezzi pesanti. Immediatamente si interveniva per estrarre dalle lamiere le persone incastrate con l’attrezzatura da taglio in dotazione.

Dopo un elaborato lavoro, reso difficile anche dalle condizioni in cui erano i mezzi, i Vigili del Fuoco sono riusciti ad estrarre dalle lamiere gli occupanti, assicurandoli alle cure dei sanitari presenti sul posto con varie ambulanze per il successivo trasporto in ospedale.

Purtroppo per il conducente dell’auto, un uomo, il personale medico del 118 ne constatava il decesso. La vittima era di San Giorgio a Cremano.

San Vitaliano, fermato dalla polizia su un’auto rubata a Saviano

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San Vitaliano: sorpreso con un’auto rubata.

Ieri pomeriggio gli agenti del Commissariato di Nola, durante il servizio di contrasto ai reati predatori, nel percorrere via Troisi a San Vitaliano hanno visto un’auto con un uomo a bordo transitare a forte velocità per poi entrare in un complesso edilizio di case popolari.
I poliziotti, insospettiti, hanno seguito l’uomo che, alla loro vista, si è disfatto di una borsa, pertanto lo hanno raggiunto e bloccato rinvenendo nella borsa una mazzola di ferro, diverse chiavi esagonali ed un cacciavite.

Infine, gli agenti hanno controllato l’auto ed hanno accertato che lui stesso l’aveva rubata qualche giorno prima a Saviano.
Un 58enne di San Vitaliano con precedenti di polizia è stato denunciato per furto aggravato, mentre il veicolo è stato restituito al proprietario.

Saviano, parte il servizio mensa: menu realizzato con l’Asl

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Parte lunedì 3 ottobre il servizio di mensa scolastica per una platea di 370 utenti. Il servizio viene erogato a seguito di acquisto di credito a mezzo web. Menù realizzato in collaborazione con la competente ASL.

Partirà lunedì 3 ottobre il servizio di refezione scolastica che interessa una platea di 357 alunni delle scuole primarie e dell’infanzia dei plessi Sant’Erasmo, Capocaccia, Fressuriello, Allocca, Musco e della scuola media Ciccone. Il menù giornaliero è realizzato in collaborazione con la competente ASL NA3 Sud per una sana alimentazione e corretti stili di vita. Ad aggiudicarsi la gara per il servizio è stata la ditta Sagifi.

Anche per questo anno scolastico, i genitori potranno acquistare su apposita piattaforma per ogni figlio che usufruiranno del servizio mensa un credito che verrà decurtato automaticamente ad ogni pasto consumato. Un sistema che evita di prenotare giorno per giorno il pasto mentre va effettuata la comunicazione dell’assenza attraverso i seguenti canali: tramite PC da Portale Genitori https://www6.itcloudweb.com/savianoportalegen ,disponibile nell’area dedicata “Servizio di refezione scolastica e prenotazione dei pasti” presente nella home page del sito istituzionale www.comune.saviano.na.it; Tramite APP “ComunicApp” compatibile con la maggior parte dei dispositivi iOS, ANDROID e Windows Phone scaricabile dallo Store del proprio Cellulare e/o Tablet.

Con la modalità operativa di disdetta tramite tecnologia SET (Applicazione per Smartphone iOs, Android e Windows Phone) con pochi e semplici passaggi l’utente potrà richiedere il pasto in bianco, disdire il pasto, disdire il servizio per più giorni (assenza lunga) e riattivarlo nuovamente in caso di necessità.

Sarà possibile verificare la situazione aggiornata del credito e dei relativi giorni di presenza digitando le proprie credenziali su apposito sito comunicato a tutti i genitori dall’ufficio competente.

Prof ucciso a coltellate a scuola, orrore nel Napoletano: massacrato e abbandonato

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MELITO – Ieri sera verso le 22:30 a Melito di Napoli, all’interno del perimetro della scuola media Marino Guarano, i Carabinieri hanno rinvenuto il corpo senza vita di Marcello Toscano, 64 anni.

L’uomo era insegnante di sostegno in quella scuola e le sue ricerche erano partite alle 20 quando i familiari hanno lanciato l’allarme visto che non ne avevano più notizie.

Dai primi accertamenti pare che la morte sia riconducibile a un’aggressione con arma bianca ma è ancora tutto da verificare. Sono in corso Indagini da parte dei Carabinieri che hanno acquisito diverse immagini dalle telecamere presenti in zona.

Il prete di Luigi Di Maio: “Gogna mediatica disumana”    

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Don Peppino Gambardella, parroco della chiesa madre di Pomigliano, condanna il bullismo cibernetico che si sta abbattendo sul politico sconfitto alle elezioni

 

Don Peppino, negli ultimi anni lei ha criticato più volte, anche dalle pagine dei giornali, l’operato di Luigi Di Maio, dopo essere stato suo sostenitore nella fase dell’idillio con i Cinque Stelle. Poi si è definitivamente staccato da Di Maio quando lui ha deciso di uscire dal Movimento per fondare un suo partito. Ora però, a seguito della sconfitta, colui che è stato, e che è, uno dei fedeli della chiesa di San Felice in Pincis, della quale lei è pastore da tanto tempo, è oggetto di un’aggressione mediatica, soprattutto attraverso i social, che trova rari precedenti in Italia. Un accanimento che ha visto addirittura alcune persone, anche di Pomigliano, augurare al giovane politico le cose peggiori. Cosa si sente di dire in merito a quest’aspetto della vicenda ?                    

 “Il mio pensiero è questo: rispetto le scelte politiche di Luigi perché sono scelte sue, personali. Lui ha fatto una sua valutazione e io non intendo entrare in merito. Ma vorrei fargli sentire la mia presenza di parroco e di amico in questo momento”

Questa è sicuramente una situazione molto dura da affrontare per Di Maio che, non dimentichiamolo, è un uomo giovane…                

Certamente, è molto difficile. Comprendo che in questo momento stia vivendo una situazione di grande sconforto perché è passato da uno stato di grande riconoscimento nazionale e internazionale a uno stato di bocciatura elettorale. Io però gli dico solo di farsi coraggio, che la vita continua. Lo incito ad andare oltre questa fase di dolore e di angoscia”

Le sue parole mi fanno pensare che in lei stia prevalendo il don Peppino sacerdote e non l’appassionato elettore pentastellato che criticava le scelte del ministro degli Esteri…     

“A me interessa lui come persona. La persona è sempre al centro della mia attenzione pastorale. La persona è al centro di tutto. Io non giudico il suo operato. Mi interessa lui come persona. Ritengo che la persona sia centrale, indipendentemente dalle valutazioni etiche o religiose io incontro le persone. La loro gioia diventa la mia, il loro dolore diventa il mio”

Non crede che dopo che a un essere umano gli crolla il mondo addosso l’aggiunta di un’aggressione mediatica possa metterlo pericolosamente al tappeto ?      

“Faccio un appello a tutti: non è bella questa gogna mediatica. E poi una gogna fatta anche da gente che finché lui era in auge lo cercavano rendendosi, come dire, sempre presenti. Questo atteggiamento sleale di abbandonare le persone al loro destino nel momento della disgrazia non lo condivido ed è espressione di mancanza di umanità”.

 Se la sente di tornare alla questione politica, al momento in cui ha deciso di non sostenere più Luigi Di Maio ?      

“Molte volte lui non mi ha trovato d’accordo con le sue scelte politiche. Ma questo non è il momento di dare giudizi politici, soprattutto in modo violento e negativo. E’ il momento dell’abbraccio fraterno e dell’incoraggiamento a riprendere il cammino”.

Pomigliano, una Festa dello Sport per combattere la pandemia

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L’evento è stato presentato ieri in una conferenza stampa in municipio presieduta dal sindaco Gianluca Del Mastro e dall’assessore comunale Anna Fiore 

 

La pratica sportiva come antidoto alla pericolosa sedentarietà aumentata dalla pandemia. E’ il principio ispiratore della prima “Festa dello Sport” di Pomigliano, un evento che si terrà nel parco pubblico Giovanni Paolo II nelle giornate di sabato 1 e domenica 2 ottobre, salvo un eventuale spostamento di data causa maltempo. Durante il prossimo fine settimana saranno allestite negli ampi spazi del parco una serie di attrezzature che ospiteranno le esibizioni delle tante associazioni sportive del territorio. Sarà anche montato un ring in cui si terranno incontri di pugilato femminile.

E’ previsto un cartellone molto vario che va dal basket alla pallavolo, fino all’atletica. La piscina comunale, che si trova in un altro angolo della città, nei pressi di via Roma, domenica mattina sarà messa a disposizione di tutti, gratuitamente. L’iniziativa, che punta ad alimentare la pratica dello sport nel territorio, a scopo preventivo e terapeutico, segue quella delle borse di studio per la pratica gratuita delle discipline sportive, aiuti economici destinati dall’assessorato alle politiche sociali ai bambini e ai ragazzi meno abbienti.

Intanto la Festa dello Sport è stata presentata ieri mattina in una conferenza stampa tenuta nell’aula consiliare del Comune dal sindaco, Gianluca Del Mastro, dall’assessore comunale allo sport e all’istruzione, Anna Fiore, da Carlo Cantales, consigliere nazionale Fidal, e da Francesca Merenda, segretario regionale di “Sport e Salute”, un organismo statale. “Abbiamo il dovere di riempire un vuoto generazionale creato dal Covid – ha detto Del Mastro – per cui dobbiamo incentivare la pratica sportiva. Non a caso abbiamo aperto in questi mesi diversi parchi, anche in periferia. Ovviamente io credo molto anche nella realizzazione di nuovi impianti sportivi, per i quali è però necessario utilizzare la strada del partenariato”. “Sport e prevenzione – ha aggiunto Anna Fiore – sono un binomio determinante. Il diritto allo sport dovrebbe far parte della nostra Costituzione: bisognerebbe dare l’opportunità a tutti di poter praticare una disciplina sportiva”.

Per Carlo Cantales lo sport “è diventato l’ultimo baluardo contro obesità, alcol e droga nei giovani”. Francesca Merenda ha infine sottolineato che “l’organizzazione Sport e Salute avvicina i ragazzi allo sport dove c’è un alto tasso di dispersione scolastica”.

Far west tra Cisterna e Pomigliano: sparatoria al bar, esplosi 5 colpi

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Far west alla periferia tra Pomigliano e Cisterna. Ben cinque colpi di arma da fuoco sono stati esplosi la scorsa notte contro un bar di via Cosimo Miccoli, non distante dalla caserma del reparto territoriale di Castello di Cisterna: nel mirino il bar 019, all’inizio del territorio di Cisterna.

Verso le 4.30 proprio i Carabinieri della stazione di Castello di Cisterna sono intervenuti in via Cosimo Miccoli a seguito dela segnalazione dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco. I militari dell’Arma hanno constatato che poco prima alcuni colpi avevano frantumato la vetrata esterna di un bar. Sul selciato sono state trovate e sequestrate 5 cartucce calibro 12.

Sono in corso approfondimenti investigativi da parte dei Carabinieri: non si esclude nessuna pista a partire dall’azione intimidatoria del racket per finire alla stesa.

Débacle Di Maio, il sindaco di Pomigliano: “nessuna conseguenza sulla maggioranza”

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Il professor Gianluca Del Mastro non ritiene che la sconfitta bruciante dell’ormai ex ministro degli Esteri possa ripercuotersi sugli equilibri politici della città  

 

“Ciò che è successo alle elezioni politiche non avrà alcuna conseguenza qui da noi: non ci sarà nessun riflesso sugli attuali assetti della maggioranza. L’amministrazione comunale continuerà a lavorare per la città”. Il sindaco di Pomigliano, Gianluca Del Mastro, ieri ha risposto così alla domanda sul destino suo, della giunta e della maggioranza che lo sostiene dopo la débacle elettorale di Luigi Di Maio, vale a dire del pomiglianese doc che è stato per quasi un decennio il punto di riferimento politico nazionale della città delle grandi fabbriche metalmeccaniche. Ma per Del Mastro la sconfitta bruciante del concittadino e ormai ex ministro degli Esteri non peserà sul futuro prossimo dell’amministrazione comunale. Basta però leggere i numeri per capire che Pomigliano sembra aver voltato le spalle sia a Di Maio che agli alleati democrat. Nel collegio che comprende la città delle grandi fabbriche sono state ammainate due bandiere dem, Leonardo Impegno e Paolo Siani, quest’ultimo fratello di un simbolo dell’antimafia, il giornalista de Il Mattino Giancarlo Siani, ucciso negli anni Ottanta dalla camorra.

I due parlamentari uscenti, rispettivamente candidati al Senato e alla Camera, si sono dovuti arrendere a Carmela Auriemma, giovane avvocato e consigliere comunale della vicina Acerra, portavoce di un Movimento Cinque Stelle che pure da queste parti ha fatto il pieno con 5994 voti, oltre il 35% dei consensi: è il primo partito. Che a Pomigliano non ha però una rappresentanza consiliare dopo il passaggio a Insieme per Il Futuro dei cinque consiglieri eletti nel 2020 con il Movimento Cinque Stelle.

Un cambio di casacca avvenuto a giugno a seguito della fuoriuscita di Di Maio dal Movimento. Problemi anche in casa PD. A Pomigliano è risultato secondo con la metà dei voti conferiti ai pentastellati, 2888, il 17,3 %. E la creatura di Luigi Di Maio, Impegno Civico, con 1167 voti, il 7 %, è la quinta forza cittadina dopo Fratelli d’Italia, al terzo posto, che ha ottenuto il 9,5 %, 1589 voti, e la lista Calenda, quarta con 1538 voti, pari al 9,2 %. Dunque, è davvero uno scarso risultato quello conseguito da Di Maio proprio nella sua città.

“Negli ultimi mesi lui non è stato coerente con quello che ha sempre detto durante la sua carriera politica – spiega Francesco Viscione, un lavoratore della fabbrica Avio Aero  – questo è uno dei principali motivi per cui Pomigliano ha risposto confermando il Movimento Cinque Stelle come prima forza della città. E tutto sommato quello che è appena successo, paradossalmente, è proprio merito del Luigi Di Maio che qui abbiamo conosciuto tutti ma che poi ha cambiato completamente rotta”. “E’ mancata la sua presenza in città – aggiunge Alfonso De Falco, ex elettore del ministro degli Esteri uscente – qui non lo abbiamo più visto. Ho visto tante persone riporre in lui aspettative che sono state disattese”. Da più parti è trapelata una ricostruzione delle ultime settimane di campagna elettorale. Sarebbero stati due esponenti locali di Insieme per Il Futuro, il presidente del consiglio comunale, Salvatore Cioffi, e l’assessore alle politiche sociali, Salvatore Esposito, a impegnarsi al massimo nei giorni che hanno preceduto il voto nel tentativo di recuperare il consenso perduto. Sforzi riusciti solo in piccola parte.

A ogni modo a Pomigliano sotto Impegno Civico, al sesto posto, c’è Forza Italia, con 1147 voti, il 6,7 %. Numeri complessivamente piccoli a causa dell’astensionismo. Anche da queste parti il partito del non voto è molto forte. La percentuale di affluenza ai seggi è stata del 55 %, 19 punti meno del 2018. Intanto c’è un appuntamento cruciale all’orizzonte. Per la metà di ottobre il consiglio comunale sarà chiamato a votare il bilancio consolidato. Se il voto non passerà il consiglio comunale sarà sciolto e il comune sarà commissariato. C’è fibrillazione. “A breve convocheremo un’assemblea degli iscritti- preannuncia un militante del PD che si trincera dietro l’anonimato – faremo un’analisi del voto”. La situazione è di quelle molto delicate. Questo perchè oltre al bilancio consolidato la maggioranza locale ha un altro scoglio da superare. In base al regolamento contenuto nello statuto del Comune i consiglieri di Insieme per Il Futuro, componente di Impegno Civico, devono cambiare per la seconda volta casacca.

Non hanno più una rappresentanza parlamentare visto che Di Maio non ce l’ha fatta a essere eletto deputato nel collegio uninominale di Fuorigrotta e che Impegno Civico, rimasto fermo ben al di sotto della soglia di sbarramento del 3%, è uscito dal Parlamento. Ma il regolamento del municipio di Pomigliano impone ai gruppi  consiliari che non hanno più rappresentatività parlamentare di dichiarare il passaggio a un altro partito nazionale, a una lista che si è presentata alle ultime elezioni o al gruppo misto. Una situazione che sta facendo gongolare le opposizioni.

“Credo che a questo punto a Pomigliano si possa creare uno scenario alternativo a quello esistente – commenta Alfonso Gifuni, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia – chiaramente il sindaco in carica ha ancora i numeri per continuare a governare ma dal punto di vista politico ormai lo scenario è diverso”. Sempre dal centrodestra il capogruppo dell’Udc, Maurizio Caiazzo, è pungente. “Non penso tanto alla questione Di Maio – commenta – bisogna guardare invece alla mancata elezione di Paolo Siani. Qui era il candidato del, PD. Non so come la metteranno in municipio. Inoltre non esistono più né Insieme per il Futuro né Impegno Civico. Ma credo soprattutto che il problema ora sia in casa del PD. Era considerato un collegi blindati questo per il PD: c’è una voragine enorme sotto il governo locale. Credo che debbano fare una verifica di maggioranza, anche perchè la città non è amministrata in modo efficiente”.

Albero si abbatte sull’auto, conducente resta intrappolato

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Dopo l’episodio accaduto al Vomero, un altro albero si è abbattuto su un’auto a Napoli, a via Marina. 

La vettura, ormai rovinata dall’albero caduto a causa del maltempo degli scorsi giorni, è ancora intrappolata, come racconta il proprietario a Francesco Emilio Borrelli. Non si sa di preciso chi debba intervenire o almeno questo è ciò che l’uomo si è sentito dire quando ha chiesto soccorsi a diversi apparati dell’ordine pubblico. Polizia locale, Vigili del Fuoco, Protezione Civile continuano a fare il cosiddetto pingpong e a trasferire le responsabilità altrove ma senza di fatto intervenire e permettere al proprietario di riavere la sua auto. Due giorni in cui il veicolo è letteralmente bloccato dall’albero caduto a causa del maltempo e, ovviamente, della inesistente manutenzione locale.

Altra tragedia sfiorata, dunque, a Napoli, città in cui la parola manutenzione è spesso sinonimo di nullafacenza nonostante i reclami continui dei cittadini.