Incendio in un cantiere a Casalnuovo, l’ombra del racket

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Casalnuovo – Nella zona residenziale di via Settembrini, a Casalnuovo, la notte si è illuminata per le fiamme divampate all’interno di un cantiere in costruzione. Qualcuno, approfittando del buio, ha forzato l’accesso ed è riuscito a introdursi nell’area protetta da un alto muro. Due roghi sono stati appiccati accanto ai container che fungono da uffici, annerendo le pareti esterne e lasciando dietro di sé la sensazione di un avvertimento più che di una semplice bravata.

 

Le fiamme non hanno compromesso le strutture portanti né rallentato i lavori, ma l’episodio ha generato preoccupazione. «Sarà stato un atto vandalico», dicono con distacco i responsabili del cantiere. Eppure, in città si parla anche di altre possibilità: un gesto legato al racket, una vendetta privata, o un segnale intimidatorio a chi sta investendo in un settore delicato come l’edilizia.

 

Il progetto in corso non è marginale: appartamenti moderni e di pregio destinati a diventare un complesso residenziale di richiamo. La vendita è affidata a un’agenzia immobiliare appartenente a un parente di Massimo Pelliccia, ex primo cittadino decaduto dal consiglio comunale pochi mesi fa e oggi candidato alle regionali.

 

I carabinieri della tenenza di Casalnuovo, sotto il coordinamento della compagnia di Castello di Cisterna, stanno seguendo ogni traccia. Ma il silenzio che avvolge la vicenda rende difficile fare chiarezza. Casalnuovo, stretta tra comuni difficili come Acerra e Afragola, conosce bene il peso dell’omertà: pochi parlano, nessuno si sbilancia.

 

Un cantiere, qualche parete annerita, un’indagine in corso. Segnali che, in questo territorio complesso, rischiano di diventare il preludio di storie ben più gravi se non si spezza il muro di silenzio che ancora oggi resiste.