Il più bell’anno finito in bruttezza

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E siamo ai titoli di coda dell’anno più importante degli ultimi 33 anni. Il più bell’anno finito in bruttezza.

Siamo partiti completando l’opera mastodontica del Napoli di Spalletti, ordinato, concreto, cinico, psicologicamente sul pezzo. Quel Napoli ha esaltato una squadra forte, ma resasi più forte per circostanze che forse non si riproporranno mai più.

Poi l’addio del mister, un nuovo allenatore, e il Napoli comincia a zoppicare, la squadra non rende. I singoli sono le copie sbiadite dei padroni del campionato dello scudetto. E sembra che il cambio di direzione, quel Mazzarri dei bei vecchi tempi, non possa fare molto.

Le ultime 3 partite hanno sancito la fine definitiva di una squadra allo sbando. Prima il disastro di Coppa, poi la sconfitta inerme con una Roma per nulla superiore al Napoli e con allenatore e giocatori fuori dalle righe (e questo fa ancora più rabbia). Per poi finire con l’insignificante pareggio con il Monza, che ha confermato ancora una volta il disastro che si è perpetrato negli ultimi mesi. E’ stato un disastro che ha come responsabile De Laurentiis (che nei mesi precedenti, giustamente, si era preso i meriti per uno scudetto storico), e a seguire allenatori e giocatori.

L’anno finisce, e probabilmente questa squadra non rimarginerà le proprie ferite, oramai è troppo tardi. Dovremo soffrire fino a fine campionato, e ricominciare con nuove e più solide basi, per poter dare un giusto continuo alla passata stagione, dimenticando quella corrente.