L’associazione Arcipelago della Solidarietà è l’ente attuatore del progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) che ha come obiettivo l’accoglienza di rifugiati politici e richiedenti asilo. La comunità di Castello di Cisterna si è impegnata, e continua ad impegnarsi, per integrare queste persone nella società al fine di renderli autonomi sia nella sfera sociale che lavorativa.
Il pronome del cuore è Noi. Ed è proprio grazie a questo che Amministrazione comunale, gruppi e associazioni hanno dato vita a un’iniziativa come quella svolta lo scorso 8 luglio a Castello di Cisterna. Si tratta del progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione), di cui l’ente attuatore è l’associazione Arcipelago della Solidarietà. Nel caso di specie, il progetto consiste nell’accogliere rifugiati politici e richiedenti asilo. Sono 23 i beneficiari di cui 5 famiglie, una afghana, una turca, una nigeriana ed infine, due monoparentali mamma e bambini. L’obiettivo fondamentale è quello di integrarli nella società accompagnandoli all’autonomia lavorativa e sociale, all’orientamento sul territorio con l’ausilio anche degli enti locali, delle istituzioni scolastiche le quali, hanno accolto tutti i bambini della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Nella giornata dell’8 luglio, dedicata all’incontro con le diverse comunità, le storie di fratelli scappati dalla guerra, dalla violenza, dalla povertà hanno aiutato ad empatizzare con una realtà che, molto spesso, è ignorata oppure viene raccontata ma, senza ottenere un’azione concreta. Il bisogno di cambiamento per qualcuno è un sentimento spontaneo, per altri si manifesta quando sono colpiti direttamente da ingiustizie contro cui vogliono battersi.
Tornando all’iniziativa, dopo il dialogo c’è stata una festa per grandi e piccini, con la tammorra e la sagra preparata dalle signore dell’A.C., mentre il comitato festa ha curato gli allestimenti.
Certo, le notizie servono per farci capire la gravità della situazione, ma la vera sfida per comprendere il dramma che vivono queste persone, le quali camminano per le strade del nostro paese è quello di provare ad entrare nei loro panni. Probabilmente, saranno ancora bagnati, salati, strappati, macchiati di sangue o forse saranno i nostri stessi panni, frutto di un’opera buona, di un gesto di carità che non costa niente.