Il paragone lo cesellò, durante una manifestazione del 1970, il prof. Antonio Portolano, che insegnò al “Diaz” e fu uno “smisurato latinista e grecista”: concludeva le lezioni sul teatro latino dimostrando come le commedie di Viviani e di Scarpetta mettono radici nelle commedie di Plauto. Il “Diaz” è stato saccheggiato, recentemente, da una banda di ladri che hanno portato via computer e strumenti elettronici. Il “Diaz”, inoltre, ha bisogno di aule. L’Istituto merita il pieno sostegno -concreto, immediato, risolutivo- dell’intera classe politica e della comunità di Ottaviano. Correda l’articolo l’immagine di alunni del 1977-78 stretti intorno a due “miti” del Liceo: i proff. Luigi Carbone e Michele Moccia.
In due manifestazioni, nel 1970 e nel 1984, si vide che avevano frequentato il “Liceo A.Diaz” numerosi amministratori dei paesi vesuviani, avvocati di grande nome, medici e ingegneri famosi, professori universitari; un fisico nucleare che ha ricoperto il ruolo di Dirigente di Ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, partecipando a numerosi esperimenti presso i laboratori di Frascati, del CERN di Ginevra e del Gran Sasso, oltre che in Inghilterra, in Argentina e in diversi altri Paesi; un geniale tecnico del “virtuale” che ha lavorato con gli Angela e ha contribuito alla costruzione del “Mav” di Ercolano; filosofi, critici d’arte: e uno di questi fu anche grande Soprintendente ai Beni Artistici della Campania. Parve naturale ad Antonio Portolano, che era napoletano, paragonare l’Istituto al mitico diamante giallo di 138 carati che appartenne prima alla famiglia Medici, poi a Maria Maddalena d’Austria e di cui si ignora il destino (La fondazione e i primi anni dell’Istituto sono stati raccontati da Luigi Iroso nel numero “zero” della rivista “Officina Vesuviana” pubblicato nel giugno del 2000 proprio a cura dell’“A. Diaz”.). Il Liceo continua ancora oggi a dare un contributo prezioso alla storia culturale e sociale non solo di Ottaviano. Recentemente la sede centrale dell’Istituto, in via Ferrovia dello Stato, ladri probabilmente di solida esperienza l’hanno spogliata, con metodo, di tutto il corredo dei computer e degli strumenti elettronici che sono fondamentale sostegno all’attività didattica dei nostri tempi. Signor Sindaco, lo sappiamo: il Comune può spendere soldi solo per le scuole dell’obbligo. Ma è necessario che l’Amministrazione Comunale e il Consiglio Comunale nella sua interezza facciano sentire alle autorità napoletane che controllano i cordoni della borsa tutto il peso dell’urgenza e facciano capire a queste autorità che tutta la comunità ottavianese osserva con intensa e partecipe attenzione gli sviluppi della vicenda e misura i tempi dell’intervento. E la comunità ottavianese non dimentica. E se qualcuno approfitterà di questo vergognoso saccheggio per diffondere il sospetto che il Liceo “A.Diaz” non sia in grado, ora, di garantire agli alunni i modi di istruzione richiesti dal nostro tempo, la comunità ottavianese non dimenticherà. Signor Sindaco, è superfluo spiegare proprio a lei quali caratteri dovrà avere l’azione politica richiesta dalla gravità del problema. Signor Sindaco, lei, qualche giorno fa, ha annunciato agli Ottavianesi che il Comune ha acquisito in comodato d’uso gratuito fino al 2028 la struttura che continuo a chiamare “Convento del Carmine”, una struttura in cui sono state scritte pagine significative della storia di Ottaviano e di cui parleremo nel prossimo articolo. Le Scuole di Ottaviano hanno bisogno di aule: di almeno quindici aule ha bisogno il Liceo “A.Diaz”. Un Istituto superiore che è costretto a ricorrere al meccanismo della “rotazione” corre il rischio che il problema degli spazi glielo risolvano gli utenti, riducendo progressivamente il numero degli iscritti. E lei sa a cosa porterebbe tutto questo. So che il problema – questo problema – non è di facile soluzione. Ma so anche che lei, che del Liceo “A. Diaz” è stato alunno, non è abituato ad arrendersi….