Salvatore De Renzi (1800 – 1872), protagonista assoluto della storia della medicina nel Regno di Napoli, medico autorevole, scrittore assai importante, tra il 1830 e il 1845 scrive e riscrive un libro eccezionale, “Topografia Medica”, in cui analizza le condizioni sanitarie della popolazione collegandole con il clima, con lo stato dell’igiene pubblica e privata, con i mestieri e con l’alimentazione: una storia sociale completa e un libro veramente prezioso. Correda l’articolo l’immagine di un quadro di Domenico Morelli, “La fanciulla”, una fanciulla con qualche problema.
Scrive De Renzi che nel territorio vesuviano le piogge di marzo, abbastanza frequenti, rendono umida l’atmosfera e abbassano la temperatura e i giorni umidi e quelli secchi si alternano di continuo: tutto questo provoca immensi sconcerti di salute, e le congestioni sanguigne non tardano a produrre de’ processi flogistici nel corpo, con infiammazioni, reumi, catarri, e sovente apoplessie e morti subitanee. I villaggi di Barra, San Giorgio a Cremano, San Giovanni a Teduccio, Portici, Resina, Torre del Greco, e Torre Annunziata sono di salubre stazione, eccetto la parte bassa di Barra e di San Giovanni, in cui dai venti dell’ovest sono portate le esalazioni delle vicine paludi. Somma, San Sebastiano, Massa, Pollena, Ponticelli soffrono impetuosi venti intorno l’ovest e il nord, che portano, soprattutto a Ponticelli, le esalazioni delle paludi. Torcigno, Poggiomarino e i due Bosco vanno soggetti ai venti di levante e meridionali, che portano le esalazioni della pianura del Sarno, che sono nocive. Ottajano, San Giuseppe e San Gennarello, sono salubri ma più freddi, sotto l’influenza dei venti di nordest e hanno un rigido inverno. Somma e Sant’ Anastasia sono esposti ai vapori dell’umida vallata che sta loro innanzi, e nell’inverno sono freddi, ma mai sotto lo zero. Agricoltori e pastori per il loro lavoro vanno soggetti a febbri intermittenti, reumi cronici, ostruzioni, piaghe scorbutiche alle gambe. Danni alla salute pubblica sono prodotti dalle officine dei conciapelli, dei fabbricanti di candele di sego, di corde armoniche e di oggetti in piombo. I medici di città di solito prescrivono il salasso alle donne gravide: la pratica indebolisce il nascituro “fin dall’utero materno”. I medici di provincia non hanno questa cattiva abitudine e perciò i parti difficili sono assai rari e i bambini nascono più robusti. Molte madri fasciano troppo strettamente i neonati, anche oltre i primi mesi di vita, e dimenticano che l’etica e la medicina vogliono che l’allattamento del bambino non sia lasciato a “femmina prezzolata”. Si fuma troppo: soprattutto sigari. Fino a trenta anni prima, fumavano solo i marinai: ora il vizio si è diffuso in tutte le classi sociali. I sigari, i liquori e anche l’abuso di caffè danneggiano il cuore: negli ultimi anni è cresciuta la frequenza degli aneurismi. Agli Incurabili, su circa mille ammalati cronici che sono curati giornalmente, un’altissima percentuale di uomini è affetta da malattie veneree, che spesso aggravano le altre affezioni. La percentuale delle donne colpite da infezioni di tale tipo è otto volte minore: ne consegue che il numero delle vedove supera di gran lunga quello dei vedovi. Le carni vaccine possono essere dannose, perché spesso sono o di animali morti di malattia o di animali nutriti nei pascoli poco grassi prossimi alla città: pericolose sono anche le carni conservate nelle grotte, perché si gonfiano di umidità. L’ uso eccessivo di pesci salati e di carne di maiale spiega la diffusione delle malattie cutanee “che sembrano in questo paese non risparmiare nessuno”: spesso “sono complicate da vizio venereo”. I legumi e le castagne provocano in chi fa vita sedentaria e nei deboli di stomaco flatulenze, emorroidi, indigestione e acidità; in estate, per il calore, mettono in subbuglio il sistema digerente anche dei sani. Troppo elevato è il consumo di frutta e ortaggi: ne nascono sconcerti viscerali, congestioni sanguigne e seriose dell’addome, soprattutto nell’ infima classe, che mangia frutti o acerbi o guasti, e da qui diarrea, dissenteria, coliche, febbri gastriche. Dannosissimo è il vino misturato, che produce coliche, cardialgie, danni alla digestione, malattie nervose e ogni genere di sconcerti. Tra l’altro, il vino del Vesuvio è troppo spiritoso e eccitante. Circa la quarta parte dei nati muore nel primo anno di vita, un’altra quinta parte da due a dieci anni, insomma la metà dei nati muore prima dei 14 anni. Le donne portano corsetti troppo rigidi, che comprimono petto e addome, e da qui tisi e indigestioni. La vita sedentaria provoca astenie, clorosi, cachessie, emorroidi, tabe, che colpiscono l’esercito dei funzionari, i notai, i sarti, le sarte, i calzettai, le tessitrici, gli orefici e gli argentieri. Poi vi sono quelli che si muovono troppo, e dunque vanno soggetti a emottisi, ernie e aneurismi: nella sola Napoli ci sono 170 ballerini, 45 maestri di ballo, 440 costruttori di barche, 170 bottai, 80 cernitori, 120 chiavettieri (fabbricano chiavi e cancelli), 70 chiodaroli, 810 ciabattini, 2000 muratori, 2400 falegnami, 6700 marinai, 3500 facchini, 1500 pescatori, 2400 zappatori.