UNO SPIRAGLIO DI LEGALITÁ PER IL PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO

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Un appro-
fondimento sullo sblocco della questione delle discariche vesuviane. Una speranza concreta per un lento e graduale ritorno alla normalità.

Sembra che qualcosa si sia smosso nelle coscienze all”ombra del Vesuvio, finalmente con un atto di buon senso le amministrazioni locali tentano di attuare un”inversione di tendenza che voleva il Parco Nazionale del Vesuvio quale pattumiera regionale. Dopo le prime notizie abbiamo contattato il Direttore dell”Ente Parco, Matteo Rinaldi e l”avvocato Daniele Perna, parte in causa per l”azione legale che ha permesso l”esito positivo della questione di cava Vitiello, da loro un quadro più preciso della situazione concernente il blocco della discarica in località Pozzelle a Terzigno.
Iniziamo quest”approfondimento col chiedere ragguagli al Direttore dell”Ente.

Direttore sembra che la questione della seconda discarica di Terzigno sia a un punto di svolta, cosa può dirci a riguardo?
“Sull”argomento della discarica in località Pozzelle 5, la Vitiello, agli inizi di giugno s”è tenuta un”ulteriore seduta del TAR Lazio e le cui conclusioni provvisorie sono le seguenti (che dette così sembrano negative ma in realtà non lo sono): non si concede la sospensiva all”Ente Parco perchè la presidenza del consiglio dei ministri ha fatto arrivare la propria documentazione, nella quale si dichiara non più competente, poichè l”emergenza rifiuti è cessata il 31 dicembre 2009. Quindi, la Presidenza, anche a seguito del decreto legge convertito in legge, è priva di competenze e il TAR non può concedere una sospensiva a un atto che non ha fondamento.

Nei fatti cosa significa? Se pure il T.A.R. Lazio non è entrato ancora nel merito e si riserva d”entrarvi nel gennaio, febbraio 2011, quella conferenza (l”ultima conferenza dei servizi, dicembre 2009 nda) che ha dato il parere sul V.I.A. (Valutazione d”Impatto Ambientale nda) non può avere un successivo sviluppo: la discarica non si può realizzare se non viene prodotto il progetto, che ora non c”è. Oggi, la competenza è della regione Campania e della provincia di Napoli. Le quali, in questo momento, non hanno un progetto esecutivo approvato da mandare in appalto, hanno un parere, per il quale aspettiamo anche d”avere ragione presso il T.A.R. Però, essendo chiusa la fase della emergenza, l”Ente Parco è tornato ad avere competenza sul proprio territorio (il decreto Bertolaso ci portava fuori da ogni competenza nel Parco). Noi, ora, ritorniamo nel merito, il nostro parere non può più essere superato e di conseguenza ci esprimeremo in merito. Nel frattempo ci sono stati due fatti che stanno cambiando lo scenario e per i quali noi giudichiamo il problema amministrativamente chiuso, almeno allo stato degli atti. La commissione europea, che è venuta a fare un sopralluogo, si è recata sul posto ed i suoi componenti sono rimasti perplessi.”

Hanno toccato letteralmente con mano :
“Sì, meravigliati hanno prodotto delle osservazioni che hanno poi contribuito in buona parte a tenere sospesi i fondi europei da erogare alla regione Campania, che ammontano a una “sciocchezza” di 500 milioni di euro. Il secondo fatto nuovo è legato al cambio di amministrazione in regione Campania. Il nuovo assessore, Giovanni Romano, s”è recato personalmente a Bruxelles a discutere di questo problema e per sbloccare questi fondi, dichiarando in quel contesto e poi negli incontri successivi tenutisi sul territorio che la regione Campania non ha interesse ad aprire quella discarica. Troverà modi e forme per superare questa eventualità.”

Si parla anche di un miglioramento della raccolta differenziata.
“Della raccolta differenziata e di una serie di altri provvedimenti che dovranno evitare l”apertura della discarica ne parleremo appresso; lo smaltimento dei rifiuti, del resto, esiste ancora. La stessa dichiarazione, per tornare alla discarica, è stata fatta dal presidente della giunta provinciale. In questo momento quindi pur non dovendo abbassare la guardia, il problema, dal punto di vista amministrativo, può considerarsi chiuso. Siamo tutti d”accordo che non s”aprirà la cava Vitiello a Terzigno.

Bisognerà adesso affrontare con maggiore spirito propositivo il problema dei rifiuti. Noi siamo disposti a dire e a fare la nostra parte, ma, ovviamente, tenendo presente che si è in un area protetta nazionale e considerando il fatto che, se pure se in minima parte, i rifiuti si producono anche nell”area del Parco. I comuni del territorio che si sono lanciati nell”avventura della differenziata (che la discarica contribuiva a non far partire realmente – se posso portare il “talquale” in discarica perchè devo affrontare i costi aggiuntivi e tutto un meccanismo complesso da gestire e sicuramente più oneroso per il cittadino? -) comunque pagano un qualcosa in più per lo smaltimento, talvolta fuori regione, della frazione umida. Trovando assieme le soluzioni opportune qualcosa del genere si potrà fare anche sul posto, ma questo presuppone anche la volontà di far partire degli inceneritori.”

Anche se le ceneri di risulta vanno a finire sempre in discarica :
“Sì ma non si tratterebbe in questo caso del talquale, di quello che si raccoglie per strada.”

Dovrebbe essere così ma spesso in discarica e negli inceneritori ci va di tutto :
“Nessuno di noi deve sottrarsi al problema, tuttavia, cominciando un buon lavoro d”informazione e di sensibilizzazione, si può produrre meno rifiuti.” Vi rimandiamo al prossimo articolo per conoscere gli aspetti tecnici del blocco della discarica Vitiello con l”intervista all”avvocato dell”Ente Parco Daniele Perna.