Somma Vesuviana. Plesso di scuola media De Matha: “Il piano del Comune non è realizzabile”

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Il Dirigente scolastico dell’I.C. Summa Villa, replica al sindaco e all’assessore all’Istruzione: “Spostare gli alunni favorirebbe la dispersione scolastica e la fuga di iscrizioni”. Genitori pronti alle barricate.

Genitori inviperiti e pronti alla protesta, docenti delusi e un preside profondamente rammaricato. Si fa sempre più incandescente l’atmosfera della platea scolastica dell’ IC Summa Villa, diretta dal preside Biagio Sepe, che potrebbe essere coinvolta in un probabile ed inaspettato piano di dimensionamento. A nulla sono valse le rassicurazioni fatte dal sindaco e dall’assessore, che attraverso il nostro giornale qualche giorno fa avevano annunciato che si trattava solo di ipotesi e che nessuna decisione definitiva in merito era stata ancora presa. Ma andiamo con ordine.

Nel corso di quest’anno scolastico, mentre alunni e docenti, erano alle prese con simulazioni di esami e prove invalsi, i tecnici comunali avrebbero effettuato sopralluoghi e acquisito atti nei diversi plessi, rilevando un utilizzo non ottimale degli spazi destinati alle attività didattiche. Da qui la comunicazione, datata 22 maggio, indirizzata al Preside Biagio Sepe, in cui l’amministrazione manifesta “nell’ottica di un più razionale utilizzo del patrimonio immobiliare e delle risorse economiche disponibili, l’intendimento per il prossimo anno scolastico di dislocare gli alunni che frequentano la scuola secondaria di primo grado del plesso De Matha al plesso di Rione Trieste e alla sede centrale di via Aldo Moro".

«Una volta ricevuta questa nota – spiega il Preside Sepe ai nostri taccuini – il Consiglio di Istituto ha chiesto un incontro urgente con il sindaco ma, ad oggi, non ha ricevuto risposta. In attesa, sarebbe interessante sapere dall’ente comunale: di quali sopralluoghi stiamo parlando? E quale documentazione è stata acquisita dal Comune? In realtà più che sopralluoghi sono stati effettuati dei veri e propri blitz, che denotano una conoscenza assai approssimativa e sommaria della nostra scuola. Se il comune avesse voluto una conoscenza più approfondita circa gli spazi e la normativa vigente che regola il mondo della scuola, avrebbe dovuto quantomeno concordare insieme a me gli incontri e invece non l’ha fatto».

In attesa di realizzare una nuova scuola in via Trentola, l’amministrazione, in via provvisoria, avrebbe indicato nella nota anche in che modo “sistemare” gli alunni che lascerebbero il plesso De Matha e cioè: due aule si ricaverebbero al plesso Mele a Rione Trieste, di cui una attualmente in allestimento per il laboratorio di informatica, laboratorio che passerebbe nella piccola sala insegnanti, e l’altra attualmente utilizzata per l’attività motoria, dove è allocato un tavolo da ping- pong ; un’altra aula potrebbe essere recuperata in via Aldo Moro, in un piccolo spazio inutilizzato e adibito a deposito di sedie. Indicazioni bocciate punto per punto dal Preside, che chiarisce: «L’ente comunale ha il dovere di mirare al razionale utilizzo del patrimonio ma nel farlo non può e non deve entrare nel merito delle competenze altrui, in questo caso nel piano dell’offerta formativa di una scuola».

«Vorrei ricordare a quest’amministrazione – continua il Preside – che le attività motorie non possono essere svolte all’esterno del plesso Mele (Rione Trieste) poiché stiamo ancora aspettando dall’ufficio tecnico le certificazioni di staticità, agibilità, destinazione d’uso e la messa in sicurezza dello stesso; il tavolo da ping-pong è previsto nel piano dei giochi sportivi studenteschi e quella è l’unica attività sportiva che i nostri alunni possono svolgere in quello spazio; la sala di informatica, destinata anche ad alunni diversamente abili, è ancora in allestimento perché attende, da parecchio tempo ormai, che il comune faccia la sua parte; togliere la sala professori? A parte che è occupata da materiali didattici costosi, è l’unico spazio per consentire i colloqui con i genitori che, altrimenti dovrebbero essere accolti sul ballatoio!».

«Che dire dell’aula individuata dall’amministrazione alla sede centrale? In effetti non è mai stata un’aula, ma più o meno uno sgabuzzino, privo di illuminazione, di riscaldamento e grande abbastanza per accogliere solo 6 alunni. Infine, per quanto riguarda il Plesso Fiordaliso: è vero, il fitto è alto e una soluzione era stata proposta anche dal sottoscritto, chiedendo al II Circolo di accogliere le iscrizioni di Fiordaliso In ogni modo una parte del fitto lo paga la Provincia perché un piano è occupato dal liceo Torricelli. Ma la cosa più importante è che il comune è anche male informato sulle iscrizioni o perlomeno non si è aggiornato: le pluriclassi non ci sono più e l’Ufficio Scolastico Regionale ha autorizzato per il prossimo anno il funzionamento di 5 classi di Scuola Primaria e due di Scuola dell’Infanzia».

«Non riesco proprio a comprendere, a questo punto, la scelta dell’amministrazione, anche perché in merito al dimensionamento scolastico, nei diversi incontri avuti con gli altri Dirigenti Scolastici, alla presenza anche dell’assessore Granato, c’erano state rassicurazioni che tutto sarebbe rimasto uguale e che in futuro ci sarebbe stata un’equa distribuzione dei plessi scolastici del territorio. Scelte simili – conclude amareggiato Sepe – favoriscono la dispersione scolastica e inducono i genitori a iscrivere i figli altrove. Qual è il vero motivo di questa scelta? Quale obiettivo intende raggiungere quest’amministrazione? Perché colpire la nostra scuola?».

Domande dalle quale anche le famiglie attendono, anzi pretendono, risposte. Sono giorni che genitori particolarmente arrabbiati si recano in presidenza per avere certezze e chiedono: “i nostri figli continueranno ad andare alla De Matha?”. In maggioranza sono utenti del rione Casamale, di via Castello, di via Circumvallazione, di via De Matha: degli 88 alunni iscritti alla De Matha solo 6 provengono da via san Sossio, via cupa di Nola e via Marigliano. E sono proprio i residenti del borgo antico ad alzare i toni: “Il sindaco Allocca è lo stesso sindaco che dice da sempre di amare il Casamale? E come mai vuole toglierci un servizio così importante come la scuola?”.

“É incredibile. Questa scuola è l’unica servizio che funzione sul Casamale e quest’amministrazione che fa? Ce la vuole sottrarre!”. “Perché non possiamo avere il diritto di scegliere la scuola più vicino a noi? L’amministrazione vuole risparmiare e vuole farlo sul futuro dei nostri figli? Non glielo permetteremo! Noi paghiamo le tasse, tutte, e il sindaco trovi un altro modo per risparmiare”. “La De Matha non si tocca: se è necessario ci incateneremo davanti ai cancelli. Nessun bambino di nessuna altra scuola varcherà questi cancelli a settembre”. “Si vergognassero per la superficialità con cui i politici affrontano e vogliono risolvere certi problemi: questa è una scuola pubblica, è scuola dell’obbligo”. ”Invieremo messaggi a tutti i genitori, anche a quelli degli altri plessi, ci mobiliteremo e se il sindaco non ci riceverà e non ci darà certezze, andremo avanti, siamo pronte a clamori atti di protesta”.

Il tam tam virtuale e telefonico, sabato mattina ha portato davanti alla scuola di via Aldo Moro tanti altri genitori indignati, tra questi anche alcuni addetti ai lavori, bene informati sulle normative del dimensionamento e sulle politiche scolastiche e pronti a confrontarsi con l’amministrazione.

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