Si volta pagina, dopo anni varate misure nazionali strategiche per recuperare ritardi. Novità per ambiente e infrastrutture. Di Nunzio Ingiusto
Energia e tutela ambientale caratterizzano il decreto sullo sviluppo approvato pochi giorni fa dal governo. Gli effetti territoriali ed occupazionali si faranno sentire già da fine anno . Al di là delle cifre circolate sugli effetti della manovra, decisioni importanti sono state prese per ricerca e garanzia di idrocarburi, gestione dei rifiuti, affidamenti di servizi pubblici energetici.
Per le trivellazioni in mare alla ricerca di petrolio e gas, la novità è la riduzione della fascia di rispetto da 12 a 7 miglia oltre le aree marine protette. Sono inalterate le garanzie ambientali. Sono anche fatti salvi i procedimenti di concessione già in corso, ovvero le trivellazioni autorizzate in base alla vecchia normativa. La decisione ha sollevato polemiche da parte di ambientalisti e comunità costiere. Si parla già di ricorsi ed impugnative. Nello specifico le autorizzazioni riguarderanno i rigassificatori e le esplorazioni petrolifere.
Per la tracciabilità dei rifiuti – il sistema Sistri – è tutto slittato di un anno per verificare , e forse ristrutturare interamente le procedure, allo scopo di rendere omogeneo da Nord a Sud il trattamento dei rifiuti. Comuni ed imprese dovranno rivedere i loro piani. Il governo ha poi riservato attenzione anche alle aziende cosiddette energivore. Quelle che nelle loro produzioni assorbono elevate quantità di energia. La loro battaglia per ridurre i costi comincia a dare qualche risultato. Il decreto prevede,infatti, altri provvedimenti specifici per riequilibrare costi di produzione , attività di impresa e agevolazioni fiscali. Si spera che i minori costi favoriscano nuove assunzioni. Qui la specificità del Sud è prevalente, data la scarsa di infrastrutture.
Altra misura ad elevato impatto sociale e territoriale le concessioni idroelettriche. C’è un cambio nella tempistica e nei criteri di aggiudicazione delle gare. Le concessioni saranno affidate mediante gare e dureranno 20 anni. Le società comunali che attualmente gestiscono il servizio potranno partecipare alle nuove gare solo se quotate in Borsa. Lo scopo è di ridurre il costo finale all’utenza, anche se tariffe continueranno ad essere approvate dall’ Autorità per l’Energia. I Comuni non sono del tutto soddisfatti di questa misura. Si sono fatti sentire contestando lo scenario delineato dal decreto.
La preclusione di partecipare alle gare per le Societa’ pubbliche o miste è una penalizzazione per chi opera da anni sul territorio, hanno rimarcato. Alla selezione potranno partecipare solo i soggetti privati o grosse realta’ pubbliche quotate che di fatto scalzerebbero i vecchi operatori. Infine, strategicamente rilevante per le aree depresse, il via libera alle nuove infrastrutture energetiche , essenziali per lo sviluppo dei territori. Finisce il tira e molla delle autorizzazioni e delle opposizioni . D’ora in avanti il Ministero dello Sviluppo Economico potrà ricorrere direttamente al Presidente del Consiglio per giungere a una decisione definitiva, in caso di mancata intesa delle Amministrazioni regionali competenti nei tempi previsti.