Beni culturali area nolana, sbloccati i fondi del piano strategico

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Occorre che le amministrazioni comunali interessate si facciano parte attiva con la regione per conoscere la reale esistenza e consistenza di quei fondi; ad oggi infatti sembra che il governo centrale abbia sbloccato quei fondi.

“Un’occasione persa per l’area nolana; ma le amministrazioni comunali che ci hanno creduto, oggi iniziano a veder realizzate le riqualificazioni dei beni presenti sul proprio territorio inseriti in quel piano, altro che spot elettorale!”.

Così Gianfranco Nappi, già capo della segreteria del presidente della giunta regionale della Campania e assessore regionale, tra i promotori del piano strategico per la valorizzazione dei beni culturali dell’area nolana finanziato nel 2009 dalla giunta Bassolino per 21,2 milioni di euro, in occasione di un brindisi di fine anno in risposta ad una precisa domanda di cosa ne pensava del mancato decollo (soprattutto per i comuni di Nola e Cimitile) di quel piano. Come nacque l’idea di finanziare quei beni?

“A decidere fu il territorio – chiosa Nappi – attraverso una serie di incontri con gli amministratori locali, gruppi politici, soprintendenze e soprattutto associazioni che operavano sul territorio. Alla fine grazie all’impegno e alla disponibilità di altri miei colleghi di giunta, come Claudio Velardi, assessore ai beni culturali e all’ambiente, e il governatore Antonio Bassolino, furono stanziati ben 21,2 milioni di euro. Le risorse economiche per finanziare il piano strategico furono reperite per circa 8 milioni di euro dal fondo dell’assessorato regionale ai beni culturali (per la riqualificazione di beni nei comuni di Mugnano del Cardinale, Avella, Sirignano, Lauro, Marzano di Nola in provincia di Avellino, Nola e S. Paolo Belsito in provincia di Napoli), per circa 5 milioni di euro dal fondo dell’assessorato regionale all’ambiente (per il recupero e la valorizzazione di un sistema di sentieri insistenti sui territori dei comuni di Casamarciano, Liveri, Marzano di Nola, Nola, San Paolo Belsito e Visciano) e per ulteriori 8,5 milioni di euro dai fondi Fas (Basiliche di Cimitile: riqualificazione delle aree a margine I stralcio € 2mln, infrastrutture per l’accoglienza e l’assistenza al turismo € 1mln; Nola: restauro e recupero funzionale di Castel Cicala € 4,5mln; Cicciano: recupero delle corti rurali con annessa cantina di via Caserta per € 1mln)”.

Come si evince dall’elencazione degli interventi si tratta di un piano che, nelle intenzioni dei promotori, doveva creare un sistema di sviluppo turistico locale importante per l’intera area nolana. “Il biennio 2010-2011 fu quello più critico per il piano – precisa Nappi – a causa dello sforamento del patto di stabilità regionale e del blocco dei fondi Fas da parte del ministro Tremonti per il debito accumulato negli anni dalla regione Campania sul fronte della sanità. I fondi infatti furono ‘congelati’, e solo nel 2012 le amministrazioni più attive come Mugnano del Cardinale, Marzano di Nola, Sirignano ed Avella (stranamente tutti comuni in provincia di Avellino) hanno presentato alla regione Campania tutti i progetti esecutivi ed hanno già ottenuto la definitiva assegnazione dei fondi, per alcuni comuni sono stati finanche liquidati i primi stati di avanzamento lavori”.

Il comune di Nola, che da quel piano aveva avuto assegnato oltre la metà dell’intero importo, ad oggi fatta eccezione per la soprintendenza che sembra abbia presentato il progetto per l’insula di S. Maria la Nova – Museo Archeologico per la sistemazione esterna ed i sistemi di sicurezza, non ha attivato e presentato i progetti relativi al restauro del Borgo di Castel Cicala per €4,5mln. Al danno si è poi aggiunta anche la beffa del “dirottamento” dei fondi (5 milioni di euro) previsti per il recupero dei sentieri insistenti sui comuni di Casamarciano, Liveri, Marzano di Nola, Nola, S. Paolo Belsito e Visciano per bonificare l’area del litorale Domizio, per il quale attualmente pende un ricorso dinnanzi al Consiglio di Stato, dopo che il Tar ha accolto il ricorso presentato dai comuni interessati, fatta eccezione per quelli di Liveri e Nola.

“E’ vero che in un primo momento non ci eravamo costituiti – ammette il sindaco di Nola Geremia Biancardi –, in quanto pensavamo che una sentenza favorevole per i ricorrenti fosse valida anche per il comune di Nola, comunque abbiamo dato incarico anche noi all’avvocato Alessandro Ferone e siamo in attesa della sentenza di merito del Consiglio di Stato”. Intanto gli appelli per la riqualificazione delle aree esterne e le infrastrutture per l’accoglienza e l’assistenza al turismo delle basiliche di Cimitile lanciati dal presidente della Fondazione “Premio Cimitile” e della riqualificazione del Borgo di Castel Cicala da parte dell’associazione nolana “G. Bruno” (i cui fondi per 7,5 milioni di euro furono inseriti nel piano del 2009) sono rimasti inascoltati; occorre che le amministrazioni comunali interessate si facciano parte attiva con la regione per conoscere la reale esistenza e consistenza di quei fondi; ad oggi infatti sembra che il governo centrale abbia sbloccato quei fondi. L’unica “nota stonata” di quel piano restano i 99 mila euro destinati al villaggio preistorico di Nola rubricati: “Promozione e valorizzazione del parco archeologico del villaggio dell’età del bronzo”.

A cosa serviva una “promozione” quando nel 2009 il villaggio era già stato inghiottito dall’acqua fuoriuscita da una falda? Probabilmente in quella occasione sarebbe stato più giusto destinare i fondi alla risoluzione del problema che ha investito un bene di alto valore archeologico; i laboratori didattici di un altro parco archeologico finanziati per oltre un milione di euro forse potevano anche aspettare.
(Fonte foto: Rete Internet)