Violenza a Casalnuovo, la città coraggiosa si ribella: “Fate presto”

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Natscia Lipari alla manifestazione indettacontro la violenza a Casalnuovo
Natscia Lipari alla manifestazione indettacontro la violenza a Casalnuovo

Manifestazione in piazza. Natascia Lipari, la mamma di Simone: “Io mio figlio l’ho perso ma ora lotto per tutte le mamme che stasera non sono venute qui” 

 

Ieri sera una Casalnuovo volenterosa è scesa in piazza Municipio per reagire alla lunga scia di violenza che anche da queste parti ha visto protagonisti giovani e giovanissimi, pure minorenni. Sotto le mura del Comune c’erano persone di tutte le età. Ma la partecipazione è stata poca. La città non ha risposto. Erano presenti al massimo una sessantina di manifestanti. Uno scarso coinvolgimento che ha fatto scaturire parole molto dure dalla bocca di Natascia Lipari, la mamma di Simone Frascogna, lo studente di 19 anni ucciso a coltellate da un gruppo di giovani criminali, il 3 novembre del 2020, proprio nei pressi del luogo della manifestazione, piazza Municipio. “Stasera avrei voluto tutta Casalnuovo qui – le parole di Natascia  – e come sempre Casalnuovo resta indifferente. Qui adesso dovevano essere presenti tutte le mamme di Casalnuovo”. Quindi la denuncia, ripetuta tante volte. “Questi ragazzi che escono armati non sono nient’altro che dei camorristi – ha proseguito Natascia –  e mio figlio è vittima di camorra. Molto spesso mi viene detto “al posto tuo io li avrei uccisi”. Ma io rispondo di no: non sporcatevi le mani. Riprendetevi invece la vostra città. E ai genitori dico: il problema è nelle vostre abitazioni. I figli vanno controllati anche quando sono maggiorenni. Io mi batto per loro che non fanno nulla”. Una rabbia infinita. “La responsabilità dello Stato: non ci sono pene certe e severe – ha aggiunto la mamma di Simone – intanto il 3 novembre 2020 è successo a me ma domani può succedere a te. Proprio qui qualche giorno fa hanno accoltellato dei ragazzini. Perché ? Perché lo Stato non c’è”. “Se si vuole far finta che Casalnuovo sia un’isola felice purtroppo non è così – ha proseguito Gabriel Aiello, uno dei giovani organizzatori della manifestazione – qui sparano e accoltellano e Se non si agisce è qui che ci sono le responsabilità”. L’associazione Casalnuovo Coraggiosa ha chiesto al Comune l’aumento della presenza delle forze dell’ordine e l’attivazione delle telecamere non funzionanti, che secondo quanto riferito sarebbero molte.

“Dietro gli spari io stento a credere che si siano le baby gang – ha aggiunto Aiello – Qui c’è un problema di criminalità e non dobbiamo avere paura a dirlo. Ma il territorio è nostro: delle persone pulite”. Chiesto al Comune anche il potenziamento delle politiche sociali per il coinvolgimento delle scuole e delle famiglie. Casalnuovo Coraggiosa, Comitato di liberazione dalla Camorra, Associazione Feliciello, Libera erano in piazza ieri sera a Casalnuovo. “Siamo qui affinché non si torni indietro di tanti anni, ai tempi di quando si moriva continuamente – il racconto di Carmela Feliciello, figlia di Pasquale, vittima innocente di camorra nella guerra degli anni Ottanta –  ormai qui da una decina di anni non si capisce più niente a causa di queste bande di delinquenti che girano per la città”. Sul posto anche Vito Fender, di “Rinascita Pomigliano”.

“Le istituzioni sono assenti – la stizza di Fender – giusto partire dalle scuole e dai luoghi dei cultura ed è giusto avere maggiori controlli con la speranza che la istituzioni diano finalmente una risposta”. Infine  Ferdinando Esposito, di Casalnuovo Coraggiosa: “siamo pochissimi rispetto al numero di abitanti di questa città ma tutti quelli che sono qui sono importanti. Spiace l’assenza delle istituzioni: il sindaco non c’è. Intanto questa violenza è camorra. E perché prendono piede questi comportamenti ? E’ l’omertà. Gli omertosi sono i primi camorristi”.