Stellantis: mancano componenti, oggi si ferma Pomigliano: “In crisi anche l’indotto”

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POMIGLIANO D’ARCO – Lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco resterà fermo oggi a causa della mancanza di componentistica fornita da un’azienda dell’indotto. Il fermo su tutti i turni sarà coperto dalla cassa integrazione. Lo rende noto Biagio Trapani, segretario generale della Fim Cisl di Napoli, il quale sottolinea che “il fermo dello stabilimento è causato dalla filiera dell’indotto, che non riesce a reggere la politica di riduzione dei costi imposta da Stellantis, finendo per collassare”.

“Come Fim Cisl napoletana – ha proseguito – riteniamo sempre più urgente concordare un protocollo specifico per il settore, l’unico strumento in grado di tutelare l’industria e l’occupazione. Le discussioni che stiamo portando avanti in questi giorni, analizzando la situazione e le prospettive di ogni sito produttivo e dipartimento, devono produrre risposte concrete e positive. Queste dovranno far parte di un accordo complessivo da definire con il Governo, in modo da ottenere le massime garanzie”.

Secondo Trapani per raggiungere gli obiettivi “servono impegni chiari sulla saturazione degli stabilimenti, sugli incrementi di produzione dei vari modelli, sugli investimenti in ricerca e sviluppo, e un forte impegno sulla rete dell’indotto”, e utilizzare “efficacemente le risorse per la reindustrializzazione”. “Il clima di incertezza politica sull’attuale sistema regolatorio – ha spiegato – non deve diventare un alibi per non destinare risorse al settore industriale dell’automotive. Un accordo di sviluppo per il comparto auto deve puntare a ridurre la catena di fornitura, riportando in Italia la produzione di componenti fondamentali e necessari per la motorizzazione elettrica, la guida autonoma, la digitalizzazione e la connettività. Senza un piano preciso e condiviso per la transizione industriale, attuabile immediatamente, il rischio di licenziamenti e di desertificazione industriale diventa una certezza”.

Panda e Tonale a rischio“Ancora cassa integrazione allo stabilimento Stellantis di Pomigliano. I fornitori sono messi alle strette per la volontà dell’azienda di ridurre i costi o di spostarsi all’estero nei Paesi low cost. Una decisione che sta producendo scioperi nei siti produttivi, fornitori di primo livello, che causa fermi produttivi nel Gianbattista Vico dove si producono Panda e Tonale”.

Il grido d’allarme è del segretario generale Uilm Campania, Crescenzo Auriemma. “Non è possibile – prosegue il sindacalista – che i magazzini di un sito produttivo, che si ritiene tale, non siano in grado di reggere un turno di produzione. Siamo al fianco dei lavoratori dell’indotto che, in Campania, sono circa 15mila e senza i quali è messa ancora di più in discussione la volontà di Stellantis di rimanere in Italia. Lo sciopero del 18 ottobre a Roma – ha spiegato il sindacalista – serve anche a spingere l’azienda a produrre un piano industriale che garantisca l’occupazione degli stabilimenti italiani, partendo da Pomigliano. E’ necessario portare nuovi modelli che garantiscono anche i lavoratori dell’indotto”.