Scarcerato l’assassino di Luigi Cangianiello: uccise il ragazzo a 140 all’ora, ubriaco e drogato, nel centro di Pomigliano

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Luigi Cangianiello
Luigi Cangianiello

Sconcerto e indignazione a San Gennarello di Ottaviano per la scarcerazione di Petro Parashchuk, l’ucraino di 27 anni che la notte tra il primo e il 2 aprile, tra Pasqua e Pasquetta, sotto l’effetto di alcol e cocaina ha travolto nel centro di Pomigliano con la sua BMW, spinta fino a 140 chilometri orari, Luigi Cangianiello, il giovane di San Gennarello di Ottaviano, 28 anni, che stava rientrando a casa con i suoi amici seduto sul divano posteriore di una Punto. Intanto Parashchuk, che era finito in carcere con l’accusa di omicidio stradale, da ieri si trova a casa della sua ragazza, a Napoli, agli arresti domiciliari. Quando lo straniero è stato arrestato, subito dopo la morte del povero Luigi, aveva nel sangue un tasso alcolemico di 1,5, molto alto, e tracce evidenti di cocaina.  “Vorrei farmi portavoce del sentimento della famiglia di Luigi – spiega l’avvocato Simona Carandente, legale della famiglia Cangianiello – che non è assolutamente alla ricerca di vendetta. Quello della famiglia è sempre stato un sentimento di composto dolore ma è comprensibile che questa notizia abbia alimentato ulteriormente la sofferenza, nella consapevolezza che il procedimento dovrà fare il suo corso. C’è un condivisibile sentimento di sgomento – conclude l’avvocato – per cui anche c’è un fermo desiderio di giustizia “.  La scarcerazione dell’ucraino, che ha un regolare permesso di soggiorno, è stata probabilmente dovuta al fatto che le prigioni  nostrane sono super affollate e che il reato contestato, pur grave, non giustificherebbe una lunga detenzione cautelare in attesa del processo. A ogni modo lo sdegno della gente rimane. Nel frattempo è sempre l’avvocato Carandente a riferire che l’amico di Luigi Cangianiello, travolto nella Punto dalla BMW di Parashchuk, Giovanni Coppola, anche lui di 27 anni e anche lui di San Gennarello di Ottaviano, dopo quasi un  mese è uscito dal coma. Giovanni si trova ancora ricoverato nella rianimazione del San Giovanni Bosco di Napoli. Ha pronunciato le prime parole. Ma non si sa ancora se potrà tornare a camminare. Una storia davvero triste. L’ucraino ora accusato di omicidio stradale alle tre del mattino del 2 aprile stava guidando la sua BMW a 140 chilometri orari all’altezza dell’incrocio di viale Terracciano con viale Alfa, nel pieno centro cittadino di Pomigliano. Il pirata della strada ha violato in pieno lo stop e quindi ha sfondato la Punto che sopraggiungeva a bassa velocità, da viale Alfa, in direzione sud. Luigi e Giovanni, insieme a un terzo amico che era alla guida della Punto e che per fortuna è rimasto quasi illeso, stavano rientrando a casa dopo aver trascorso la serata di Pasqua a Pomigliano, luogo tradizionale di incontro nel territorio della provincia a est di Napoli.