Sbagliare è umano, ma perserverare è diabolico: il Napoli e Garcia cadono sempre negli stessi errori

0
304

C’era una volta il fattore San Paolo, con il Napoli che tendeva a conquistare gran parte dei punti stagionali nel proprio stadio, compiendo imprese al livello di Davide contro Golia: ad esempio basti considerare il primo Napoli in Champions nell’era moderna, con i grandi risultati contro corazzate come Bayern, Chelsea o Manchester City.

Spesso negli ultimi anni, tranne che nello scorso, la tendenza si è completamente invertita, e anche questa stagione non fa eccezione: tutte le sconfitte e le prestazioni meno convincenti sono arrivate al Maradona. Come cause di questo rendimento interno piuttosto altalenante si possono ipotizzare sicuramente l’atteggiamento più difensivista degli avversari, ma forse anche la pressione dello stadio, che da fattore di spinta si trasforma in un elemento negativo.

Questa sera il Napoli ha sprecato una grande occasione per chiudere il discorso qualificazione, pareggiando 1-1 contro l’Union Berlino e permettendo ai tedeschi di fare il primo risultato utile dal 26 agosto, dopo ben 12 sconfitte consecutive. Il copione del match è stato molto simile a quello dei precedenti: gli azzurri hanno giocato molto bene per un tempo, per poi perdere smalto nell’altro, in quello che sta diventando un leitmotiv di questa stagione.

Il problema principale è sempre l’equilibrio ed è impensabile essere così sbilanciati a inizio ripresa con il risultato a favore, esponendosi ai contropiedi dei veloci attaccanti avversari. Pessima anche la gestione dei cambi, tardivi e sbagliati: in questo momento non si può lasciare fuori un calciatore estremamente in forma come Politano per un Raspadori impalpabile, specie nel secondo tempo; inoltre Lindstrom meriterebbe più dei 5 minuti che Garcia solitamente gli concede.