I morti di Ercolano: “nipoti” di quelli della Flobert
Questo tristissimo evento suscita un immenso dolore: tre giovanissime vittime, certamente inconsapevoli che un lavoro occasionale le avrebbe condotte ad una tale, prematura e tragica sorte.
Potremmo riflettere – spiega Maria Elena Capuano, presidente dell’ANPI – con gli strumenti che l’esperienza ci ha consegnato e che non avremmo mai voluto. Continuare, purtroppo, a contare gli attori di una giostra mortale – che tutti gli anni, soprattutto con l’avvicinarsi delle feste natalizie, coinvolge e illude giovani e meno giovani bisognosi di lavoro, anche se ciò comporta un rischio imponderabile e terminale – è una cosa inaudita.
Da cinquant’anni condividiamo, con lo stesso dolore di oggi, le indimenticabili vittime della Flobert. Altre morti si aggiungono alla nostra realtà: sembrano dimostrare che, nonostante tutte le leggi e le precauzioni adottate nel mondo del lavoro, non valga a niente tutto ciò che noi facciamo. Ci sono larghe fasce della società minore – continua Capuano – che non hanno tutela; oltretutto, per gli appartenenti ad esse la perdita della vita può essere sempre dietro l’angolo.
L’ A.N.P.I. Caduti della Flobert, rispetto al mondo del lavoro, alle sue problematiche ed ai rischi, sta programmando, ancor di più, un piano di sensibilizzazione e di consapevolezza rivolto agli studenti, interventi da concordare con le direzioni di alcune scuole di grado superiore del territorio. La rabbia, quella di tutte le persone colpite da queste tragedie, deve riuscire a far crescere la necessaria volontà di reagire con gli strumenti della conoscenza.