Le mani della camorra sulle elezioni “in pandemia”: “Banchetti alimentari per comprare voti ai candidati”

0
525

 

CAIVANO – Temeva il Covid-19 Massimo Gallo, a capo dell’omonimo gruppo camorristico di Caivano dedito allo spaccio di droga, tanto da impedire ai suoi accoliti di salire a casa sua, anche se muniti di mascherina, per consegnare i proventi delle vendite.

Emerge anche questo dall’indagine dei carabinieri del nucleo Investigativo e del gruppo di Castello di Cisterna che all’alba di ieri, coordinati dalla DDA, hanno completato una vasta operazione che ha portato alla notifica di ben 50 arresti. Gallo, infatti, preferiva che la consegna dei proventi dello spaccio avvenisse con il cosiddetto “panaro”, un cesto calato da una finestra o da un balcone nel quale gli affiliati doveva depositare il denaro, per evitare qualsiasi tipo di contatto. “Mi devi fare un favore – dice Gallo in una intercettazione che risale al 10 marzo 2020 – qua sopra non devi salire più, mi devi fare questo piacere, mi chiami e me li dai da dentro al paniere”. Massimo Gallo, insieme con la moglie, alla quale era stata affidata la gestione della cassa comune del gruppo criminale, figura nell’elenco delle persone a cui i militari dell’arma hanno oggi notificato un arresto.

Le indagini, “un lavoro intelligente, andato avanti per step”, hanno consentito di dimostrare che, in occasione della pandemia, in particolare quando venne adottato il lockdown, la camorra aveva organizzato un banco alimentare per le famiglie che non avevano niente, che fino a quel momento vivevano solo di espedienti, per intercettare voti. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare una vasta operazione antidroga dei carabinieri a Caivano. E quindi, “mentre i virologi andavano in tv”, ha ricordato Gratteri, la camorra si preparava il terreno per chiedere il voto a queste persone, in occasione delle tornate elettorali. “Quando c’era da votare – ha sottolineato Gratteri – quelle persone avrebbero votato il candidato della camorra”.

Ed effettivamente le successive indagini, finalizzate il 10 e 31 ottobre 2023 con decine di arresti, hanno consentito di cristallizzare una vera e propria “interazione tra dipendenti del comune di Caivano e la criminalità organizzata locale, finalizzata a pilotare gli appalti verso certe ditte a cui poi veniva chiesta una tangente”. Infiltrazioni, documentate, poste poi alla base del decreto di scioglimento dell’amministrazione comunale.