Brutto e vincente?

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Siamo arrivati all’ultima dell’anno, quasi a metà della stagione della rivincita, la stagione del nuovo corso, la stagione durante la quale Conte ci riporta dove eravamo stati solo 2 anni fa, la stagione delle ritrovate soddisfazioni.

E con il Venezia, penultima in classifica, dovrebbe essere una passeggiata, ma il Napoli tarda a passare in vantaggio (grazie al subentrante Raspadori), dopo un rigore sbagliato di Lukaku. Pur avendo dominato nel possesso e nella pressione, non punge, è il problema azzurro, non ha nelle sue corde tutti i gol che servono, ma è squadra robusta, convinta, cazzuta. Durante questa stagione il Napoli di Conte ha dimostrato di essere ancora un cantiere in costruzione, ma uno di quelli nel quale fondamenta e muri maestri fanno la loro bella figura. Nelle ultime settimane gli azzurri hanno fatto dei passi falsi, fermando la lunga serie di risultati positivi, ma si sono rialzati e sono riusciti ad aggrapparsi alle prime della classe, Atalanta e Inter, squadre di indubbia qualità superiore. Restano dei dubbi, su quel Lukaku che ha dato meno di quanto ci aspattassimo e su Kvara a corrente alterna. Ma le note positive arrivano da più fronti: una difesa arcigna guidata da Buongiorno, un centrocampo di qualità e quantità, e l’attacco può pungere con la qualità degli esterni.

Il Napoli è brutto, sì, forse non è scoppiettante come molti vorrebbero, ma è vincente. Qualcuno dice che Conte è fortunato. In passato l’ho pensato anche io. Ma seguendo quanto ha fatto questo Napoli devo dirvi che quella non può essere fortuna. Vincere con tante squadre, portare il Napoli ancora in alto, farlo in maniera continua, tutto ciò non è un caso. Dietro tutto ciò non può esserci la fortuna, ma le qualità tattiche e motivazionali di un allenatore che, pur avendo un gioco considerato “brutto”, riesce a entrare nella testa dei giocatori e a guidarli nel superare i propri limiti.

Buon inizio di un nuovo anno azzurro!