Un cantautore “di razza”. Giuradei per la prima volta a Napoli

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Canzoni potentissime, visionarie e suggestive. Sentori di De Andrè e Conte ed una passione per Pasolini. In concerto domani, 6 aprile a Galleria 19.

Testi che costruiscono immagini e suggestioni, capaci di dipingere l’inafferrabile, di disegnare una costante ricerca di un nuovo equilibrio, una musica cha attraversa influenze dal Jazz al rock, con la capacità di immergere l’ascoltatore in una tavolozza di colori che passa da toni più leggeri ad atmosfere più cupe.

«Giuradei» è il titolo dell’ultimo lavoro dei fratelli Marco ed Ettore Giuradei, uscito a febbraio di quest’anno. Impostosi all’attenzione della critica, apprezzato per l’ostinazione con cui si afferma uno stile ed una ricerca che rivela un’inquietudine che va oltre la musica. Giuradei racconta le ansie e il disagio del vivere in uno scenario «posticcio», fatto di banalità e scelte facili. Abbiamo intervistato Ettore Giuradei in occasione del concerto che si terrà domani 6 aprile a Galleria 19, Napoli.

Come nasce il progetto?
“Il progetto nasce dalla collaborazione con mio fratello Marco, io scrivo i testi e Marco fa gli arrangiamenti. Il progetto nasce dieci anni fa, il primo album è del 2005 «Panciastorie», poi ci sono stati «Era che così» nel 2008, nel 2010 «La Repubblica del sole», quest’anno «Giuradei»”.

Dal 2005 ad oggi 4 album, in cui la firma è molto evidente, sia nei testi, sia nella musica. Quale l’evoluzione che riconosci in questi anni?
“Il percorso artistico è molto associato alle mie esperienze di vita. I testi raccontano le cose più particolari che mi succedono che rappresentano aspetti universali della vita dell’uomo. Anche sotto l’aspetto della vita sociale. Trovo che la mentalità sia notevolmente peggiorata. C’è una grande decadenza sociale, purtroppo siamo nati in questo tempo e se da un lato vivo la curiosità di vedere come evolverà, dall’atro trovo demoralizzante una deriva così scontata, così banale”.

Nei tuoi brani si respira sicuramente l’influenza di De Andrè e Conte, ma si percepiscono anche riferimenti culturali che vanno al di là del mondo della musica. Quale è il tuo maggiore punto di riferimento culturale?
“Sicuramente Pasolini. Perché come tanti altri profeti del proprio tempo hanno saputo prevedere questa catastrofe. Hanno colto dove stiamo andando a finire. Pasolini è anche una figura di martire, perseguitato dai suoi contemporanei, massacrato dall’opinione pubblica perché diceva la verità. Se dovessi consigliare una lettura consiglierei sicuramente Pasolini”.

Un tour molto intenso, fitto di date in tutta Italia. Cosa ne pensi del pubblico italiano?
“Il concerto è sempre stata una strada per farci conoscere. È difficile essere conosciuti al grande pubblico anche per una mancanza di curiosità del popolo, dopato dalla cultura televisiva e non italiana. Manca la voglia di crescere, di andare a sentire un gruppo anche se non lo conosci. Questo condiziona molto la relazione con il pubblico. A volte alcuni progetti musicali non passano anche per colpa dei mass-media. Anche lo stesso fatto di essere arrivati a Napoli solo al quarto album ne è un segnale…”.

Sono tante le presenze femminili nei tuoi brani, muse ispiratrici per parlare di emozioni universali. Quale è il ruolo dell’amore nella tua scrittura?
“Alcune canzoni d’amore nascono da esperienze personali e a volte con il trascorrere del tempo ti accorgi di alcune sfumature, alcuni colori, che rimandano ad un’altra tua identità, che richiamano ad altro, che va al di là dell’amore per la donna”.

Nell’ultimo lavoro la presenza di tuo fratello Marco è stata maggiore rispetto ai precedenti album. Come ha funzionato questa scrittura a quattro mani?
“Questa è una notizia un po’ falsa. Marco ha sempre collaborato con me. La differenza più grande rispetto ai lavori precedenti è che per questo album ho avuto dei momenti critici che ho superato nel confronto con Marco che ha ancor più consolidato la nostra collaborazione. Questa è la prova che a volte anche i giornalisti non si informano bene e fanno passare notizie non vere, anche loro sono immersi in questa società…”.
Info: https://www.facebook.com/events/504473126256483/
(Fonte foto: Rete Internet)