Somma. Presentato ricorso al prefetto contro i “pacchi” dell’amministrazione

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Su iniziativa di otto consiglieri comunali si torna a discutere della decisione degli amministratori di donare pacchi alimentari ai bisognosi. “Azione subdola e non disinteressata” è stato spiegato.

«Abbiamo presentato un ricorso al Prefetto di Napoli e al Procuratore Regionale della Corte dei Conti in Campania per far sì che si possa intervenire per risolvere la questione legata alla delibera di attivazione del servizio di distribuzione di pacchi alimentari operata dal Comune». Con queste parole il Consigliere Comunale Nello Tuorto ha introdotto i motivi per cui otto consiglieri hanno deciso di firmare tale ricorso contro l’azione degli amministratori. Un documento che porta la firma non solo di Tuorto, ma anche dei consiglieri Luigi Aliperta, Luigi Cimmino, Raffaele Maione, Umberto Maione, Antonio Mocerino, Luigi Pappalardo e Arturo Rianna.

È stato proprio Tuorto a chiarire le ragioni che hanno spinto questi Consiglieri a procedere in tal senso. «A Somma Vesuviana ci sono cinque associazioni no profit che distribuiscono pacchi alimentari a circa cinquecento persone indigenti e che lavorano naturalmente confrontandosi tra di loro per non rischiare di giungere a situazioni anomale. Gli amministratori, invece, senza aiutare queste associazioni, ma addirittura scavalcandole, hanno deciso di distribuire altri pacchi il tutto stipulando una convenzione diretta con il Banco Alimentare di Fisciano e con la Protezione Civile Mangusta, senza garantire dunque pari opportunità alle varie associazioni di protezione civile che ci sono a Somma né al Banco delle Opere di Carità di Caserta, che invece dovevano essere tutte valutate allo stesso modo e selezionate secondo il criterio del miglior offerente».

E ha aggiunto «Quando si spendono soldi pubblici bisogna farlo in modo più razionale anche perché l’amministrazione è caduta in contraddizione prima affermando di voler procedere alla distribuzione di pacchi poiché il contributo in denaro spesso non aiuta realmente e, successivamente, dando a 15 famiglie sommesi un contributo per un impegno complessivo di circa 4mila euro». «Attraverso questo ricorso – ha continuato Luigi Aliperta, capogruppo dell’UDC – vogliamo fare riferimento ad un modus operandi davvero molto subdolo, posto in essere dall’attuale amministrazione, che sta passando dalla voglia di aiutare e condividere i bisogni e le difficoltà di alcune persone, ad una forma clientelare di assistenzialismo, approfittando proprio dei bisogni di queste famiglie».

La discussione si è conclusa con le parole di Tuorto che ha affermato deciso: «Secondo me non c’è nemmeno la copertura finanziaria per poter effettivamente procedere con tale azione e, dunque, chi ha fatto la domanda per avere questo sostegno, non è detto che riesca effettivamente ad averlo» e ha rincarato la dose, con le sue parole, Umberto Maione, capogruppo del PD: «Con un tipo di amministrazione del genere nel nostro paese la legalità stenta ad emergere. E, soprattutto, c’è da chiedersi, perché gli amministratori abbiano assunto una decisione del genere a fine mandato piuttosto che quando si sono insediati».