Nasce “Libere di scegliere”, un’iniziativa per la salute delle donne

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A Roma, alla Casa Internazionale delle Donne, il primo appuntamento nazionale il 6 novembre.

Due realtà che operano da tempo per la salute della donna, cioè “Cerchi” e “Andria”, sono i promotori di “Libere di scegliere”, un’iniziativa non a caso chiamata “di resistenza”. “Cerchi” è un forum (yahoo) interessato a tutti gli aspetti della salute riproduttiva, sessuale e perinatale della donna, uno spazio di condivisione in cui creare appunto cerchi di condivisione di conoscenze e esperienze delle comunità e degli ambiti di lavoro e costituisce una realtà di confronto. Andria” è un’associazione scientifica che riunisce professionisti e operatori nel campo dell’ ostetricia, della ginecologia e della medicina perinatale. Si occupa dell’appropriatezza dell’assistenza alla salute delle donne.

L’obiettivo è quello di tenere alta l’attenzione a livello istituzionale, politico e mediatico sui temi della salute riproduttiva della donna. L’appello è rivolto a professionisti (non solo sanitari) e a gruppi e singoli disposti a collaborare per il raggiungimento degli obiettivi del movimento. Le società invitate vanno dall’AIED, all’Associazione nazionale ostetriche parto a domicilio, a Il Nido di Bologna, Il Melograno, a realtà di diverso tipo come Casa internazionale delle donne, Noi Donne o SNOQ. I temi all’ordine del giorno sono nascita, parto, contraccezione e aborto. Su questo si svilupperà il confronto, in special modo con le più giovani generazioni attente a tali temi e all’autodeterminazione della donna. Il primo appuntamento è per venerdì 9 novembre per l’intera giornata alla Casa Internazionale delle Donne a Roma. Nel corso della giornata saranno individuati alcuni semplici obiettivi da inserire in una piattaforma con proposte politiche concrete a garanzia di un maggior rispetto per le scelte delle donne su parto, aborto e contraccezione.

“Libere di scegliere” si propone di migliorare il Servizio Sanitario Nazionale, di ottenere maggiore attenzione alle problematiche della salute delle donne da parte dei Servizi Sanitari Regionali. Inoltre ritiene necessaria una riorganizzazione dei luoghi della nascita, con la consapevolezza che le scelte politiche sulla salute riproduttiva delle donne sono operate spesso senza il loro consenso e sul loro corpo. Di iniziative del genere abbiamo in Italia un enorme bisogno. Il diritto alla salute e, a maggior ragione, all’autodeterminazione delle donne è sempre più a rischio. Basti pensare alle punte di 85% di medici obiettori nelle regioni del Sud, di cui già si parlò in questa rubrica nel maggio scorso, che rendono spesso un’odissea l’interruzione di gravidanza. Inoltre i governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno operato tagli al welfare e alla Sanità che hanno come conseguenza inevitabile una riduzione delle risorse destinate a presidi e consultori.

Questi ultimi, in particolare, erano, per la loro stessa storia, destinati ad essere le maglie di una rete che doveva coprire tutto il territorio nazionale, fornendo consulenza, assistenza e cura, e sono invece penalizzati dalla scarsità delle risorse assegnate. In questo clima è facile che a rimanere indietro, schiacciate nella macchina delle politiche di austerity, siano le donne e i loro diritti, gli anelli deboli della catena sociale. Aderire al progetto “Libere di scegliere” significa impegnarsi a livello locale per monitorare la situazione e partecipare ad azioni coordinate. Gli obiettivi sono: una formazione in età scolare più adeguata sui temi della affettività, sessualità, salute riproduttiva, un miglioramento del Servizio sanitario riguardo alla contraccezione anche per quanto riguarda la politica dei prezzi, assicurare l’attuazione della legge 194, ridurre la medicalizzazione della gravidanza e sostenere iniziative e favore del parto a casa e in casa di maternità.

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