L’onda

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Come nascono i movimenti autoritari? Possono ripresentarsi in un moderno Stato occidentale? Il film di Gansel prova a dare una risposta attraverso un esperimento scolastico.

 Quando uscì nel 2009 l’opera di Gansel fece molto discutere, per il libro quasi cult che aveva alle spalle (L’onda di Todd Strasser del 1981, a sua volta basato su una storia vera) e per il tema potente.

Rainer Wenger è un professore di un liceo tedesco, che si trova a gestire un corso settimanale sul concetto di autocrazia. Durante le prime discussioni in aula, tra gli studenti circola l’opinione che in Germania non potrebbero mai ritornare regimi autoritari, in quanto il popolo tedesco ne ha già sperimentato le conseguenze. Col passare delle ore il prof. Wenger, con un passato ribelle nella Berlino degli anni Ottanta, riesce a coinvolgere sempre più i ragazzi in discussioni sul significato di autocrazia e sugli elementi che ne facilitano l’avvento. Soprattutto prova a convincerli che la formazione di movimenti pseudo-fascisti non è una possibilità remota ma un rischio concreto, anche nel mondo occidentale contemporaneo.

Per dimostrare di avere ragione, li sfida ad una specie di gioco di ruolo: creare dal nulla un movimento sociale, L’Onda appunto, con tanto di regole disciplinari, divise e obbedienza al Kaiser (il professore stesso). Nato come un curioso esperimento scolastico, il progetto supera i confini del Liceo e diventa per i ragazzi una cosa seria e pericolosa. Gansel sfrutta un’idea originale (e un fatto realmente accaduto in una scuola californiana, negli anni Sessanta) per allestire un plot accattivante. Il film ha una base narrativa ambiziosa, ossia mostrare la possibilità di riprodurre, quasi in vitro, il germe dell’autoritarismo, attraverso un gruppo di ragazzi che trovano nel gruppo un riparo dalle proprie debolezze. Un paio di buchi, tuttavia, ne riducono la portata.

Una certa confusione “ideologica” sembra regnare su L’Onda. Un approccio troppo teorico avrebbe rallentato il film, ma Gansel prende il tema alla leggera. Nei primi minuti della prima lezione (e del film) i ragazzi sono invitati a riflettere su cosa può far nascere un movimento fascista. Disparità sociali, disoccupazione, nazionalismo e globalizzazione sono le cause più gettonate. Ma L’Onda non prevede nulla di tutto questo. E’ un movimento basato sulla voglia di “gruppo” di un manipolo di teenager, una spiegazione che va bene per costruire un teen-drama di serie B, non un’operazione che parte dalla provocazione di riproporre modelli autoritari in determinati contesti e a certe condizioni. Il regista tedesco butta nella mischia temi fondamentali per poi lanciare i suoi ragazzi – e noi spettatori – verso altri orizzonti.

Anche la coerenza interna scricchiola. I ragazzi e il prof. Wenger sembrano tutti convinti oppositori dei movimenti autoritari, salvo farsi ammaliare dall’esperimento dell’Onda, le cui uniche basi rimangono le divise uguali per tutti, l’obbligo di parlare alzandosi e la forza data dallo stare in gruppo. Poca sostanza per rendere credibili i passaggi del film che mostrano il fenomeno ingigantirsi e uscire dall’aula nel giro di qualche scena.

Accanto a queste fragilità nella sceneggiatura, L’Onda perde ancora qualcosa quando scimmiotta ambientazioni e personaggi delle high school americane, prendendone anche il linguaggio visivo molto pop e facilone, che alla lunga stona. Il film va in corto circuito sugli stereotipi e perde presa sulla realtà, mettendosi in una dimensione neutra che rende ancora più difficile affrontare con serietà le premesse lanciate nella primissima parte.

Evaporati gli approfondimenti teorici, annullato il valore del luogo (Germania) e del momento storico, privo di caratterizzazioni forti, L’Onda resta la storia di un gruppetto di adolescenti-tipo che si fa ammaliare nel giro di una giornata da un movimento auto-prodotto senza riferimenti socioculturali e obiettivi condivisi. In questo caos l’unica credibile sembra Karo, non come personaggio, ma come riflesso dello spettatore che si chiede incredulo le ragioni di quello che sta vedendo.

L’Onda è il classico film che non può essere considerato brutto in assoluto, ma poco coerente rispetto alle sue stesse premesse. In poche parole, un’occasione mancata.
Regia di Dennis Gansel, con Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, Jennifer Ulrich, Christiane Paul
Genere
: drammatico
Durata: 105 minuti
Anno: 2008
Voto 5/10
(Fonte foto: Rete Internet)

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