Cristina Donadio: «Voglio tornare qui il Lunedì in Albis, affido le mie preghiere alla Madonna dell’Arco»
Lei è la «iena» della fiction che il New York Times, solo alcuni giorni fa, ha inserito al terzo posto nella lista delle migliori produzioni internazionali. Nella finzione donna di camorra spietata, nella vita attrice di talento che ieri è rimasta affascinata dal Museo Ex Voto di Madonna dell’Arco. Ospite di Candida e Marinella Gifuni dell’associazione «Girando Intorno al Vesuvio» nonché organizzatrici del «Natale Mariano», è stata accolta dal priore del Santuario, padre Alessio Romano, che le ha donato un bambinello benedetto e alcuni volumi che narrano la storia del convento.
In compagnia del nipote ha visitato il Santuario e il Museo, per poi far tappa tra la gente, nell’aula polifunzionale dove fino al 26 dicembre sarà allestita l’esposizione dei prodotti tipici e delle realtà economiche del territorio.
Si è immersa tra la gente, rispondendo alle domande e alle curiosità sul personaggio Scianel che tornerà a far parlare di sé nella terza serie di Gomorra le cui riprese sono già in corso sul set romano. «Lei è l’orrore – dice – come ogni personaggio negativo, va considerato un fumetto, un cartone animato. I camorristi sono morti che camminano, che vivono reclusi, che non possono fidarsi nemmeno di un fratello, persone orrende».
Ha promesso di tornare presto a Madonna dell’Arco, l’attrice che dopo decenni di cinema e teatro alle spalle ha fatto breccia nel grande pubblico proprio con la serie tratta dal libro di Roberto Saviano, interpretando una donna della camorra feroce e spudorata. «Nelle mie preghiere mi affido sempre alla Madonna, ora che la conosco più a fondo mi sarà naturale sentirmi vicina a quella dell’Arco».