Terrore ad Acerra: con un tir bloccano la città e sfondano una banca. Bottino sconosciuto. Hinterland lasciato solo (foto)

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Hinterland allo sbando, hinterland lasciato solo: una banca sfondata con la motrice di un tir pur di mettere le mani sui soldi, le strade del centro isolate con un grande rimorchio, un bottino ingente ma non ancora reso noto e un’intera città turbata da un’azione criminale tanto spudorata quanto pericolosa per tutti. I timori e i dubbi che stanno inevitabilmente serpeggiando puntano soprattutto sul fatto che per mettere a segno il più classico dei colpi da cineteca nella filiale di Acerra del Banco di Credito Popolare, al corso Italia, pieno centro cittadino, il commando di rapinatori abbia impiegato almeno una ventina di minuti, forse anche mezz’ora. I criminali, probabilmente cinque o sei, tutti incappucciati, hanno agito nella notte tra giovedi e venerdi prima bloccando due strade, rispettivamente con una vettura e addirittura con il lungo rimorchio di un tir, cioè le due arterie poste a un’estremità e all’altra della banca. Quindi, servendosi della motrice, hanno sfondato una delle vetrate blindate della filiale strappandola letteralmente dal muro del palazzo residenziale in cui era fissata, probabilmente con l’ausilio di alcuni grossi ganci legati alla motrice stessa. Una volta aperto il varco i malviventi si sono diretti verso la stanza in cui si trovano custodite le cassette di sicurezza. Cassette che sono state ovviamente portate via. Non si sa quante, però, né che cosa contenessero. La rapina è stata messa a segno tra le tre e le quattro di ieri. Sia la polizia che la dirigenza della banca mantengono uno stretto riserbo sul bottino. Bocche cucite, dunque. Quel che si sa è che la filiale della BCP doveva erogare le tredicesime ai lavoratori il cui stipendio si trova accreditato in questa agenzia. Si parla di oltre un milione di euro in contanti. A ogni modo il vice questore che dirige il commissariato di Acerra, Antonio Galante, non si sbilancia su questi particolari importanti. Nel frattempo attraverso i social si può leggere tutto lo sconforto collettivo. << Com’è possibile fare un colpo del genere senza che nessuno sia intervenuto in tempo? >>, si chiede la gente. << Siamo stati avvertiti solo dopo il fatto >>, la replica del dirigente di polizia. Eppure l’azione è stata di quelle terroristiche. Alle tre il commando porta il tir, rubato poco prima, all’altezza della confluenza tra piazza San Pietro e il corso Italia. Qui la motrice viene staccata e il rimorchio, alto e lungo, viene lasciato sul posto per sbarrare il passo da quella parte. Per fissare meglio a terra il rimorchio alcune ruote vengono bucate. Contemporaneamente sull’altro lato del corso Italia, a duecento metri di distanza, sull’incrocio con via Calzolaio, viene messa di traverso una vettura per ostacolare il passo alle auto di polizia e carabinieri eventualmente in arrivo da quella direzione. A questo punto un intero pezzo di città è completamente isolato. La motrice del tir viene quindi fatta portare davanti a una delle quattro vetrate della filiale, accanto al portone d’ingresso del grande condominio in cui al piano terra si trova la banca. Rapidamente i malviventi attaccano dei ganci alla motrice e poi agli infissi della vetrata. Il camion comincia a rombare in retromarcia: la vetrata viene divelta, strappata dal muro. Il varco nella banca è aperto. I rapinatori entrano, prendono tutto quello che possono e scappano. Sul posto lasciano il rimorchio, che poi sarà fatto portare via dalla polizia con un’altra motrice.