A Nola un dibattito pubblico per sospendere il piano traffico

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L’assessore Caccavale durante l’incontro ha riconosciuto limiti e criticità del provvedimento ed ha annunciato la sua volontà di costituire un tavolo di discussione e di confronto al Comune di Nola.

Si è svolto nella serata di ieri, 31 gennaio, il previsto confronto pubblico sulle questioni inerenti l’attuazione del Piano Urbano del Traffico nel comune di Nola.

Di fronte ad una folta platea, composta da commercianti, cittadini, rappresentanti politici e sociali, e professionisti della materia, i relatori hanno dibattuto le problematiche che il PUT ha determinato.
Il dibattito, intervallato da interventi (a volte tesi ed arrabbiati) del pubblico presente, ha visto l’illustrazione, diversamente articolata ed argomentata, delle rispettive posizioni da parte dell’avv. M.F. Tripaldi dell’Associazione dei Commercianti di Nola Accan, dell’avv. G. Grauso della Federconsumatori, dell’Arch. G. Grosso, a nome di Civitas, dell’assessore del Comune di Nola E. Caccavale.

Il confronto è stato introdotto e coordinato da S. Velardi, responsabile della Cgil Nolana.
Le problematiche affrontate sono state molte, affrontate da punti vista diversi, e tutte convergenti nel criticare fermamente i risultati conseguiti che appaiono evidenti e negativi. L’applicazione del PUT a Nola non ha certamente causato la grave crisi del commercio cittadino, ma certamente lo ha aggravato in maniera significativa. Lo stesso Assessore Caccavale ha riconosciuto limiti e criticità del provvedimento ed ha annunciato la sua volontà di costituire un tavolo di discussione e di confronto al Comune di Nola.

I partecipanti, ritenendo utile un tavolo "tecnico", che preveda la presenza di competenze e professionalità adeguate, hanno ribadito anche la necessità di un metodo concertativo e partecipativo "ante" e non "post", prevedendo altresì la costituzione di "consulte" specifiche su singoli temi di settore. In tale ottica la richiesta avanzata, unanimemente, di sospendere il dispositivo non è stata condivisa dall’ass. Caccavale. L’avv. Tripaldi, da parte sua, ha ribadito che, in assenza della sospensione del provvedimento e di profonde modifiche al PUT cittadino verranno promosse ulteriori iniziative di lotta dei commercianti, coinvolgendo l’intera cittadinanza.

A San Giorgio a Cremano la “Passeggiata Ecologica”

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L’evento, organizzato dal locale Movimento 5 Stelle si terrà domani, sabato 2 febbraio, ore 10:30 in via Alessandro Manzoni.

Il Movimento 5 Stelle di San Giorgio a Cremano ha organizzato un’ennesima campagna di sensibilizzazione a tutela dell’ambiente, denominata “Passeggiata Ecologica”.

Suddetta iniziativa prevede la pulizia di marciapiedi ed aiuole delle più importanti arterie cittadine, da parte degli attivisti sangiorgesi, dai rifiuti abbandonati e/o semplicemente “buttati” a terra e successivamente la loro differenziazione. “Ancora una volta scendiamo in campo per dimostrare a tutti che l’ambiente va salvaguardato ma soprattutto va rispettato. Pertanto – continua il Portavoce-Consigliere Comunale Danilo Roberto Cascone (foto) – auspichiamo che l’amministrazione comunale aumenti ancora di più la sua attenzione verso il territorio cittadino continuamente martoriato e poco curato”. Con questa iniziativa il Movimento 5 Stelle non vuole in alcun modo sostituirsi a niente e/o nessuno, ma semplicemente dare un segnale forte di rispetto verso l’ambiente.

Speriamo soltanto che chi di dovere intervenga al più presto per far diventare più vivibile questa comunità magari cominciando ad installare quei famosi cestini per la raccolta differenziata, in più punti del territorio cittadino, così come promesso in passato. Appuntamento per Sabato 2 Febbraio 2013 alle ore 10:30 in Via Alessandro Manzoni (altezza civico 96) alla volta del degrado cittadino. La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.

Boscoreale, approvato il regolamento di igiene urbana

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Il documento è stato elaborato per una migliore gestione e differenziazione dei rifiuti.

E’ stato approvato il regolamento comunale di Igiene Urbana, in sostituzione del precedente divenuto obsoleto per il subentro di nuove norme, che disciplina la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione di rifiuti urbani; le modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani; le modalità di conferimento, della raccolta differenziata e del trasporto dei rifiuti urbani, al fine di garantire una distinta gestione delle diverse frazioni di rifiuti e promuovere il recupero degli stessi.

Il regolamento tende ad assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e controlli efficaci; privilegia le modalità che favoriscano la riduzione della produzione di rifiuti, il reimpiego, il riciclaggio ed il recupero di materia, nonché la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti. Obiettivo del regolamento è anche quello di responsabilizzare e promuovere la cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti. Intanto è in corso di definizione il piano industriale elaborato dall’Azienda “Ambiente Reale” che mira ad adeguare il sistema di raccolta a quello di altre città che si distinguono per la qualità del servizio.
(Fonte foto: Rete Internet)

A Saviano si parla di lavoro, legalità e ambiente

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Alla manifestazione interverranno il capolista alla Camera di Campania 1 Guglielmo Epifani, insieme ai candidati Massimiliano Manfredi e Michela Rostan.

Venerdì 1 Febbraio alle ore 16.30 presso l’Auditorium di Saviano in via Falcone e Borsellino, si terrà la manifestazione elettorale, "Lavoro, Legalità, Ambiente…il nostro futuro".

Introduce i lavori il segretario del circolo del Pd dott. Vincenzo Truocchia. Interverrà il capolista alla Camera di Campania 1 Guglielmo Epifani, insieme ad altri due candidati Massimiliano Manfredi presidente provinciale del Pd e Michela Rostan responsabile del forum immigrati del coordinamento provinciale di Napoli.

“Da Saviano – afferma Massimiliano Manfredi – iniziamo il nostro tour elettorale nell’area nolano mariglianese. Abbiamo già toccato diversi comuni della Provincia di Napoli e la stessa Napoli città. Riscontriamo grande entusiasmo sulla proposta politica del pd che parla di giustizia sociale, occasioni di sviluppo, che non propone ricette miracolose ma che invita tutti a lavorare per superare questa crisi economica. E parleremo proprio dei temi economici e del Mezzogiorno. Il governo Bersani invertirà la tendenza che abbiamo vissuto negli ultimi anni di risorse che venivano sottratte al Mezzogiorno e date al Nord o per sopperire mancanza di gettito fiscale. Grida ancora vergogna lo scippo dei Fondi FAS.

Dei 63 miliardi inizialmente previsti più di 32 sono stati distratti da Berlusconi e Tremonti per finanziare ad esempio il trasporto lacuale nei Laghi Maggiore, di Garda e di Como e le quote latte, con il complice silenzio e voto dei parlamentari del Pdl della Campania iniziando dall’On.Paolo Russo e dell’On. Nicola Cosentino. Noi del pd ripartiremo dallo sviluppo del Mezzogiorno per far ripartire l’Italia “.
(Fonte foto: Rete Internet)

La Prolusione del cardinale Bagnasco

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Nel Consiglio permanente di gennaio il porporato ha affermato che per l’Italia è il momento del rilancio ed invita i politici a “sfidare i propri vizi storici”, a non esibire il “professionismo solo nelle fasi elettorali”.

Per l’Italia, «scongiurato il baratro, è il momento decisivo e irrimandabile del rilancio». E il rilancio deve basarsi su «un progetto di bene comune» che si basi sulla «inviolabilità della vita», sulla promozione della famiglia autentica e su comportamenti virtuosi da parte di tutti. Il cardinale Angelo Bagnasco li ha indicati chiaramente nella prolusione con cui lunedì pomeriggio ha aperto il Consiglio permanente di gennaio.

Le sue parole, perciò, possono essere assunte anche come punti fondamentali di un percorso che mira ad evitare il rischio di cadere «fatalmente in balia di pressioni o interessi contrastanti, dove sarà ascoltato ed esaudito chi fa la voce del più forte». «Nella crisi il popolo italiano ha dato prova di tenuta e di speranza», ha notato il porporato. Ora bisogna voltare pagina. Prima di tutto c’è il «dovere irrevocabile» di «partecipare» al voto. Ai cittadini Bagnasco ha ricordato, ancora una volta, che «la diserzione delle urne è un segnale di cortissimo respiro» e che «cedere alla delusione» o alla «ritorsione non sarebbe saggio e, soprattutto, sarebbe dannoso per la democrazia».

Ma naturalmente il presidente della Cei si è rivolto anche ai politici, invitandoli a «sfidare i propri vizi storici», a non esibire il «professionismo solo nelle fasi elettorali» e a incrementare la lotta all’evasione fiscale, per far abbassare le tasse. «La Chiesa – ha detto – non può e non deve entrare direttamente nella battaglia politica», ma ai candidati ha chiesto «parole chiare circa le proprie personali intenzioni» e ai partiti e agli schieramenti «l’impegno su programmi espliciti, non infarciti di ambiguità lessicali e tattiche». Il Paese, ha aggiunto Bagnasco, «è stanco di populismi e reticenze», vuole che non vadano perduti «i sacrifici compiuti» e che anzi essi costituiscano «l’intelaiatura di una ripresa concreta, equa, diffusa». In altri termini, ha sottolineato il cardinale, «la gente vuole che la politica cessi di essere una via indecorosa per l’arricchimento personale».

Vita, libertà di coscienza e di educazione, famiglia, giustizia uguale per tutti, pace: questi sono «principi basilari» perché hanno «un fondamento, oltre che nella ragione, nella nostra stessa Costituzione». Per Bagnasco, «i valori sociali stanno in piedi se a monte c’è il rispetto della dignità inviolabile della persona». Il cardinale, inoltre, ha declinato alla luce dell’antropologia cristiana anche i temi dell’attualità economica. Il lavoro, ad esempio. «La disoccupazione giovanile è una sorta di epidemia che non trova argini, mentre ci si chiede se le iniziative legislative che si sono finora succedute abbiano determinato sollievo o aggravamento». E infatti, «non può essere il capitale umano quello che per primo viene messo in discussione quando un’industria è in sofferenza».

Per questo il presidente della Cei ha invitato a parlare anche di bioeconomia. «Senza il primato antropologico non solo la finanza e l’economia sarebbero oppressive perché ridurrebbero la persone in termini di costi e ricavi, ma anche lo stato sociale nascerebbe su basi anguste e riduttive». E a proposito del welfare, Bagnasco ha, poi, esortato a varare una sanità senza «imbrogli, maneggi e astuzie», ma anche lontana da «logiche irrazionalmente pretenziose e talora esclusivamente campanilistiche». Mentre per quanto concerne il problemi del sud, ha ribadito che contro la mafia («i cui tentacoli si allargano all’intero Paese») bisogna «vigilare, resistere, incoraggiare, denunciare, bonificare e recuperare».

Infine ha detto che, per quanto riguarda la missione della Chiesa, esiste per essa un unico verbo: «Non è vero che a noi interessa far politica, noi vogliamo dire Gesù». Per tutti i candidati alle prossime elezioni, soprattutto cattolici, ce ne sono di cose su cui riflettere seriamente.
(Fonte foto: Rete Internet)

ANNUNCIARE, DENUNCIARE, RINUNCIARE

Pomigliano, “Perché scippo? Per comprare vestiti firmati”

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Confessione choc di un ragazzo di 17 anni arrestato dai carabinieri. Non ha particolari problemi economici. Rapina perchè vuole vestire tutto griffato.

Rapinava le ragazzine nel parco per comprarsi vestiti griffati. L’ennesima vicenda sconfortante è stata scoperta dai carabinieri della stazione di Pomigliano, diretti dal maresciallo Michele Membrino.

L’altro pomeriggio i militari hanno inseguito e arrestato un ragazzo di 17 anni. Il minore, G.R.P., di Sant’Anastasia, aveva appena rapinato nel parco pubblico di Pomigliano una ragazza intenta a fare jogging. Da brividi la sequenza del fatto. Nel pomeriggio di mercoledi, intorno alle 17, una ragazza di Castello di Cisterna, che lavora in un noto bar della vicina Madonna Dell’Arco, fa jogging. Mentre corre viene strattonata da un ragazzo spuntato all’improvviso dai cespugli. Con un movimento istantaneo, ma molto violento, il minorenne strappa dalla mano della giovane il telefono cellulare e si dà alla fuga. Intanto la giovane è ferita, perde sangue dalla mano per un taglio provocato dallo scippo.

Nonostante ciò la vittima insegue il rapinatore, urlando disperata. Sul posto però c’è una pattuglia dei carabinieri della stazione di Pomigliano che si pone immediatamente all’inseguimento del ragazzo, che scappa facendo lo slalom tra le macchine ferme nel traffico. Ma i militari riescono a bloccare il minore e ad arrestarlo. Il cellulare, un modello di ultima generazione, è stato restituito alla vittima. Il rapinatore è stato portato al centro di prima accoglienza dei colli Aminei. Durante l’interrogatorio il giovane, padre pensionato e mamma casalinga, ha confessato di essere diventato un delinquente per poter comprare vestiti griffati.

Ammontano a cinque le rapine, regolarmente denunciate, messe a segno nel parco pubblico di Pomigliano negli ultimi quattro mesi.
(Fonte foto: Rete Internet)

Brusciano, l’opposizione Pdl: “Il piano regolatore favorirà la camorra”

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Dura conferenza stampa di Giosy Romano, consigliere del Pdl: “Interessi edilizi inquietanti”. Ma il sindaco, Angelo Antonio Romano, replica: “Infanga perchè non è di Brusciano”.

Mentre infuria la polemica scaturita dal nuovo piano regolatore di Brusciano scatta l’inchiesta della procura di Nola sulla recente approvazione dello strumento urbanistico, che consentirà la realizzazione di circa 700 appartamenti.

L’indagine è condotta, su delega della magistratura inquirente nolana, dal vicequestore di polizia Vincenzo Gioia, responsabile del commissariato di Acerra, competente per territorio. La notizia, confermata, si apprende da ambienti politici locali. L’investigazione punta, in particolare, sulla procedura utilizzata dagli amministratori comunali per rendere operativo il nuovo strumento edilizio. Ma al centro delle attenzioni degli inquirenti sono finiti anche due terreni agricoli, trasformati dal puc in altrettante aree edificabili per edilizia residenziale. Una delle proprietà è intestata a una donna, molto avvenente, arrestata a dicembre con l’accusa di usura, estorsione e associazione mafiosa nell’ambito di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Bologna.

E’ una proprietà immobiliare cointestata. L’altro titolare di questo appezzamento reso edificabile è il figlio di un uomo che la magistratura emiliana ritiene a capo di un’organizzazione camorristica, arrestato anche lui a dicembre nella stessa inchiesta che coinvolge la donna. Il secondo terreno finito nel mirino degli investigatori è più vasto ed è nella disponibilità di alcuni figli di un esponente di punta dell’attuale amministrazione comunale. A ogni modo gli investigatori stanno indagando pure su una serie di altri terreni intestati o riconducibili a vari consiglieri comunali, sia della maggioranza che dell’opposizione. L’obiettivo dell’inchiesta è di capire se siano state o meno commesse illegittimità nell’iter culminato con l’approvazione definitivo in consiglio comunale, nella seduta del 19 gennaio scorso, del nuovo piano urbanistico comunale.

Che sta creando polemiche infinite. Il consigliere comunale di opposizione, Giosy Romano, del Pdl, in conferenza stampa lancia strali contro il sindaco, Angelo Antonio Romano. “Il piano regolatore non è stato impostato per far sviluppare Brusciano, presenta palesi conflitti d’interessi – dichiara Romano – e attraverso la logica dei comparti fa prevalere gli interessi della camorra. Inoltre – aggiunge il consigliere d’opposizione – i comparti sono stati ubicati in aree agricole attorno alla cinta urbana contro le prescrizioni della Provincia”. Ma alle domande sulla presentazione di una qualche denuncia o sui nomi dei proprietari dei terreni, che lui stesso definisce “inquietanti proprietà trasformate da agricole in edificabili”, Giosy Romano risponde spiegando che “la politica non si fa con le denunce alle forze dell’ordine” e che “basterà osservare le visure catastali per verificare i sospetti”.

Sferzante la replica del sindaco, ex Udc, Angelo Antonio Romano. “Con queste accuse il consigliere Giosy Romano – afferma il primo cittadino – infanga tutta la città di Brusciano, la cui popolazione beneficerà dei positivi effetti del nuovo puc. Del resto questo comportamento non mi meraviglia più di tanto perché il consigliere Romano non è bruscianese ma è di Marigliano. Per il resto – precisa il sindaco – già ad aprile, cioè quando il puc è stato adottato dalla giunta, abbiamo consegnato la documentazione del piano urbanistico sia alla polizia che ai carabinieri”.
(Fonte foto: Rete Internet)

Sant’Anastasia. Il punto sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani

Per portare la raccolta differenziata al valore prescritto del 65% e oltre, occorre modificare l’attuale sistema di raccolta della carta e della plastica e lattine.

L’attuale organizzazione di raccolta differenziata dei rifiuti risale a luglio 2008. Ricordiamo che allora si era in piena e gravissima crisi per la chiusura delle discariche e il conseguente accumulo di rifiuti per le strade. Sotto la spinta di questa emergenza, il comune di Sant’Anastasia decise d’abbandonare il prelievo dei rifiuti urbani per mezzo di contenitori stradali, che aveva fornito scarsissimi risultati in termini di valori differenziati di raccolta, per passare al ritiro cosiddetto porta a porta. Allo scopo fu stilato un calendario di prelievo (VEDI).

Il nuovo sistema di raccolta raggiunse, nel giro di pochi mesi, valori del 44-45% di differenziata. Questi valori, purtroppo, sono rimasti pressoché inalterati sino a oggi, malgrado che nel frattempo la vecchia azienda comunale AMAV sia stata sostituita da una ditta privata, con notevole aumento del canone corrisposto per il servizio. Nella tabella che segue, sono riportati i valori di raccolta (VEDI).

I valori relativi agli anni 2009-2011 sono stati dedotti dall’osservatorio regionale dei rifiuti, mentre i valori 2012 dal portale del comune di Sant’Anastasia che stranamente è fermo al mese di agosto. Come si nota, detti valori sono sostanzialmente stabili, a parte qualche percento di differenza in diminuzione. È il caso d’indagare sulle ragioni di questo mancato miglioramento negli anni dei valori di raccolta, nel limite del possibile e di là dalla facile giustificazione che addossa tutto il demerito al comportamento del cittadino.

Dovendo raggiungere dei valori di raccolta differenziata, che per l’anno appena trascorso era fissato per decreto al 65%, occorre tecnicamente suddividere i diversi materiali in funzione della loro percentuale di presenza sul totale dei rifiuti urbani, in ordine decrescente di questa percentuale. Questo per l’evidente motivo che la cura e, quindi, l’onere economico per la loro raccolta dovrà essere funzione del maggiore o minore quantitativo presente. In tabella abbiamo riportato questi valori percentuali orientativi in ordine decrescente (VEDI).

Come facilmente si nota, le prime quattro voci raggiungono da sole una percentuale di circa l’80% sul totale e, quindi, su queste occorre porre il massimo impegno per il prelievo se si vuole raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata. Esaminando i valori di raccolta dei singoli rifiuti da gennaio ad agosto 2012 e confrontandoli con quelli teorici della tabella precedente, abbiamo i seguenti risultati (VEDI).

I dati di tabella, anche considerando che i valori teorici sono rappresentative di stime ricavate dalla letteratura specializzata, consentono di trarre conclusioni più che attendibili e precisamente:
– la raccolta dell’umido è più che soddisfacente, così pure il vetro e gli ingombranti;
– assolutamente deficitarie le raccolte della carta e cartoni, della plastica e lattine che, come presenze percentuali teoriche, vengono subito dopo l’umido.

Considerando il calendario di raccolta prima riportato, troviamo una facile spiegazione di queste differenze. L’umido è raccolto tre volte la settimana e, di conseguenza, il cittadino, senza particolare difficoltà, lo conserva per due o massimo tre giorni. Viceversa la carta e la plastica sono depositate ogni sette giorni e per di più lo stesso giorno. Cioè crea evidentemente difficoltà al cittadino, per la conservazione, e alla ditta addetto al prelievo, che è costretta a recarsi o con due automezzi o due volte di seguito nello stesso posto per il ritiro e non sempre questo avviene, per cui soprattutto la carta, non ritirata, si mischia spesso al resto depositato nei giorni successivi. Questo discorso non vale per gli ingombranti e il vetro in quanto non soggetti a un calendario di deposito e, quindi, di prelievo.

Da quanto esposto risulta ovvio che, per aumentare la percentuale di raccolta differenziata dall’attuale 44-45% al valore prescritto del 65% e oltre, occorre necessariamente modificare l’attuale sistema di raccolta della carta e della plastica e lattine. (Il presente articolo è un estratto della lezione svolta dall’associazione presso l’istituto comprensivo Elsa Morante nell’ambito di un progetto di educazione all’ambiente).

Nola. L’ampliamento della zona rosa approda in commissione consiliare urbanistica

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Variante al piano regolatore, ampliamento della zona rossa e piano casa: sono questi i tre argomenti discussi l’altro giorno nella seduta di commissione consiliare urbanistica della città bruniana presieduta da Cinzia Trinchese.

Sul primo punto l’assessore ha comunicato che “nella prossima riunione di giunta comunale inizierà l’iter conclusivo con l’approvazione della variante al piano regolatore per il ripristino dei vincoli in zona D, H e F, più le eliminazioni delle incongruenze esistenti sulle tavole cartografiche”. Al termine dei trenta giorni dalla pubblicazione per le osservazioni da parte dei cittadini interessati, la variante approderà in consiglio comunale per la definitiva approvazione.

Relativamente all’ampliamento della zona rossa (zona ad alto rischio in caso di eruzione del Vesuvio), negli ultimi tempi particolarmente sotto osservazione da parte dell’amministrazione comunale di Nola, De Luca ha riferito che “dall’incontro con l’assessore regionale alla protezione civile Edoardo Cosenza è emerso che la zona rossa (R1), che il comitato grandi rischi ha individuato per la città bruniana, è limitata ad una piccola area di Piazzolla alta (Villa Albertini fino ai confini con Ottaviano) al confine con la statale 268 (dove per altro sono in dirittura d’arrivo i lavori per l’alta velocità)”.

In questa zona il comitato grandi rischi pone un limite di assoluta inedificabilità. Occorre tenere presente che il piano nazionale della protezione civile, che entro il 31 marzo prossimo sarà recepito dalla regione Campania, prevede in via precauzionale in caso di eruzione del Vesuvio, l’allargamento della zona rossa per Nola fino ai confini autostradali A30 (per la precisione alle porte di Nola).

“Proprio su questo punto – chiosa De Luca – si è aperto un tavolo di confronto con la regione Campania per restringere i confini della zona rossa, in quanto, in caso di eruzione del Vesuvio, gran parte dell’area individuata sarebbe (secondo i tecnici) non interessata da importanti flussi piroclastici con elevato rischio di crolli, ma semplicemente da ceneri e lapilli. Occorre pertanto apportare modifiche al regolamento edilizio vigente prevedendo in questa area costruzioni di abitazioni civili con tetti spioventi idonei a sopportare l’eventuale peso di ceneri e lapilli” (qualche commissario ha però fatto rilevare che con tale variante si aprirebbe di nuovo la dormiente problematica dei sottotetti). In questo caso la zona a rischio potrebbe restringersi ai confini di via Costantinopoli. I consiglieri comunali di Piazzolla di Nola non ci stanno ed in coro sostengono che “il problema era noto da oltre un decennio, nonostante tutta la linea dell’alta velocità sia stata costruita in zona rossa; inoltre Piazzolla è confinante con 4 comuni (Ottaviano, Somma Vesuviana, Scisciano e Saviano), perché solo due sono interessati al rischio Vesuvio?”.

Infine sul terzo punto l’assessore De Luca ha riferito che “negli ultimi tempi c’è stato un forte aumento di richieste di concessioni edilizie (per effetto del piano casa che prevede la ristrutturazione ed ampliamento delle abitazioni) e poiché il personale addetto non riesce a smaltire nei tempi le richieste, è intenzione dell’amministrazione affidare l’istruttoria delle pratiche a consulenti esterni o all’agenzia locale di sviluppo”. Una questione simile fu discussa qualche anno fa per le pratiche ancora giacenti per il condono edilizio, caduta nel vuoto.

Il Presidente del Consiglio Mario Monti in visita al Cis-Interporto

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Presso gli stabilimenti Carpisa del distretto nolano, alle ore 13:00, Monti incontrerà i candidati campani della lista Scelta Civica. Lo annuncia Elena Falco, candidata per il movimento montiano.

La Falco, espressione del territorio nolano, aveva inaugurato proprio qualche giorno fa la sua corsa in Parlamento, insieme al capolista Luciano Cimmino, annunciando in conferenza stampa la visita di Monti e dettando i punti dell’agenda nolana: un polo di ricerca e innovazione per le imprese locali per supportarle nella sfida europea e la creazione di una zona franca per attrarre investimenti e completare il processo di integrazione tra il distretto industriale Cis-Interporto -Vulcano Buono e l’area nolana.

In un pranzo di lavoro presso il distretto, Monti definirà i punti determinanti della sua agenda politica per la Campania di cui l’ area nolana ha un ruolo strategico, in quanto qui vi si annidano importanti realtà industriali capaci di creare sviluppo, occupazione e crescita. "L’Italia riparte" – ha commentato Elena Falco – "se riparte il Mezzogiorno assieme a quelle «aree strategiche» come il nolano." "L’area nolana con il suo patrimonio di risorse e potenzialità" – continua la candidata di Scelta Civica alla Camera Dei Deputati per la Circoscrizione Campania 1 – "riveste un ruolo importante nell’agenda Monti per l’Italia." Proprio di queste ore era la notizia che il nolano è fuori dal piano di interventi predisposto dalla Giunta Regionale della Campania per le industrie in crisi.

"Ecco l’ennesima prova di come la classe politica locale non ha saputo difendere gli interessi del territorio – sottolinea Elena Falco – e mi riferisco all’Esplana Sud, al Pastificio Russo e alle numerose realtà industriali strozzate dalla recessione per le quali non ci saranno misure straordinarie per rimettere in moto la produzione. Dobbiamo dire grazie a chi doveva rappresentare nelle sedi istituzionali le nostre istanze e non l’ha fatto."