Quando ormai aveva già fatto scoppiare il pandemonio don Tommaso Izzo ieri pomeriggio ha voluto spiegare davanti ai cancelli della chiesa dell’Annunziata la sua pazza voglia di tributare una messa a uno dei più demoniaci criminali della storia italiana. « La mia messa non voleva essere un’apoteosi di Messina Denaro – ha risposto ostentando una calma serafica, come se nulla fosse accaduto – anzi, voleva essere il contrario. Visto che lui si rese reo di tanti crimini era necessario pregare per il suo perdono »
Ma don Tommaso, quando ha deciso di fare quella messa, poi annullata, non si è posto prima un problema di opportunità, visto che esistono ancora tanti problemi di mafia, di violenza, criminalità diffusa ?
« Ciò sarebbe stato un esame di coscienza sulla sensibilità cristiana dei fedeli. Ma uno che è morto è morto ormai. Cioè, scusate, io dico una cosa: lo Stato si è comportato in modo tanto premuroso nel custodire questa persona e curarla. Ha fatto bene a mio parere, una persona va curata. Ora però si parla della mia messa. Eppure si doveva trattare di una messa semplice semplice. Una persona l’altro giorno mi ha chiesto che avrebbe voluto una messa contestuale sia per Giorgio Napolitano che per Messina Denaro »
Ah, bene, una messa sia per una delle figure più eminenti della storia italiana che per uno dei criminali più efferati che si siano mai visti: un binomio proprio “azzeccato”… Ma chi è questa persona che le ha chiesto una cosa del genere ?
« No, niente, una fedele »
Forse una fedele “speciale”, forse un’amica dei camorristi ? O una camorrista lei stessa ? Una pregiudicata ?
« No, una fedele e basta. Lo ripeto: si trattava di fare una messa semplice, un suffragio »
Padre, Messina Denaro oltre alle stragi a cui partecipò fece anche sequestrare, torturare, strangolare e sciogliere nell’acido un bambino di undici anni, il piccolo Giuseppe Di Matteo…
« Questi sono atti noti. Ma Dio conosce tanti atti che noi non conosciamo quando celebriamo le messe »
Ma secondo lei un prete non dovrebbe avere anche una vocazione sociale contro la mafia, la camorra, la corruzione, la speculazione edilizia, lo spaccio della droga, l’inquinamento, insomma, le ingiustizie in terra ?
« Contro la mafia vivente, non contro quella che è morta »
Don Tommaso, Messina Denaro era scomunicato…
« Si può pregare anche per gli scomunicati »
Va bene padre, però quando il Comune di Casalnuovo nel 2007 fu sciolto per infiltrazioni della camorra lei dal pulpito non disse mai una parola a questo proposito. Durante tutti questi decenni del suo incarico da parte sua non c’è mai stata una testimonianza, una militanza religiosa contro queste piaghe…
« Io faccio il mio lavoro per la cura delle anime e basta, insomma. Io sono professionale. Alcuni hanno questo spirito che dice lei. Ma io dovrei battagliare come fanno don Maurizio Patriciello o altri ? E poi la parrocchia non la curerei più. Io curo la parrocchia nelle confessioni, nelle omelie »
I vigili dopo il suo annuncio sono venuti da lei e le hanno chiuso i locali terranei della canonica…
« E’ stata una vendetta che trova il tempo che trova »
Nel 2006, durante lo scandalo dei palazzi abusivi di Casalnuovo, la accusarono di essere il parroco di una chiesa abusiva…
« Un vicino denunciò. Poi la denuncia fu verificata al Comune e tutto risultò regolare »
Don Tommaso, si rende finalmente conto che il suo caso è più unico che raro ? Che nessun prete ha osato fare quello che ha fatto lei, una messa in suffragio del capo di Cosa Nostra ?
« Soltanto finora nessuno si è permesso. So che altri vogliono fare lo stesso »