La partita di ieri sera con l’Inter è una di quelle che non può essere commentata a caldo, troppa la rabbia per un buon secondo tempo gettato alle ortiche, troppa la rabbia per non aver sfruttato 2 perle di Callejon, troppa la rabbia per aver visto per due volte il Napoli farsi recuperare, troppa la rabbia per i soliti errori sulle palle alte. Per questo motivo ho preferito dormirci su, farmi consigliare dal “cucino” tanto caro al nostro mister.
Prima di poter affrontare qualsiasi discorso tattico e tecnico vanno ricordati 2 aspetti che rendono il pareggio meno amaro.
- La storia ci è sfavorevole in casa loro, un campo storicamente difficile per i nostri colori.
- L’Inter viveva un periodo veramente nero, la panchina di Mazzarri scottava, e forse avevano bisogno più di noi di un buon risultato, che hanno cercato e trovato.
Ieri si affrontavano due idee tattiche di calcio differenti, 2 passati calcistici che si incontravano di nuovo, Benitez contro Mazzarri, finisce in pareggio, 1 espulsione per parte (Pecchia e Mazzarri), una partita molto tattica, che si decide sul finale.
La partita, per come si era sviluppata nel secondo tempo, ci avrebbe potuto portare ad una vittoria non trovata per i soliti errori. Il Napoli organizza una partita difensiva, con le 2 linee di difesa e centrocampo strette, ma ci siamo fatti schiacciare eccessivamente dagli avversari (lo stesso Benitez lo ha poi ammesso). Nel primo tempo rischiamo in più occasioni, ma siamo bravi a fare la fase difensiva. Mi ha ricordato l’applicazione dello scorso anno contro le grandi (Roma, Juve, Fiorentina). Nel secondo tempo il Napoli cambia faccia, è sempre attento in fase difensiva, ma è più propositivo, e nel finale, quando le squadre si sfilacciano, e l’Inter è sembrata venire meno più del Napoli, spinge e tenta di trovare il gol. In due occasioni il Napoli riesce a metterla dentro con il solito cecchino infallibile, Callejon, e per due volte consecutive, dopo poco riesce a farsi beffare su due palle alte. In entrambe le occasioni l’Inter dimostra di voler il pareggio più di quanto i nostri vogliano difendere il risultato acquisito, una fase difensiva sulle palle alte disastrosa, con uomini lasciati liberi, e altri lasciati saltare indisturbatamente.
Grande dedizione dei nostri, che quando gli avversari hanno la palla a terra sono riusciti e tenerli a bada, ma appena la palla si alza sono guai, sia perché Rafael sembra molto timoroso nelle uscite alte, sia perché c’è sempre qualcuno che si dimentica qualche avversario. E questo è una costante di questo Napoli.
Per l’ennesima volta dobbiamo annotare la buona prestazione di Koulibaly, additato troppo presto come il peggior acquisto della serie A (perdonatemi, ma oramai è un chiodo fisso il mio). Insigne fa una grande fase difensiva. Callejon, scatti a ripetizione e quando viene servito (ieri sulla destra e sulla sinistra) è sempre preciso nel metterla dentro. Non vanno dimenticate le buone prestazioni di Britos, che fino al cambio si era comportato bene, e di David Lopez, un giocatore intelligente e conscio delle sue limitate capacità tecniche, sempre semplice nelle sue idee di gioco, passaggi a pochi metri, ma quando ha deciso di fare un cross oltre i 10 metri serve Callejon sul piede per il secondo gol. Albiol, Hamsik, Higuain, Inler e Zuniga sottotono.
Da annotare il cambio di Jorginho per uno spento Hamsik, l’italo-brasiliano andrà a ricoprire la stessa posizione dello slovacco in fase passiva, e cioè a pressare i difensori avversari, fornendo però un maggior apporto a centrocampo. Atipica, ma credo utile in un momento in cui bisognava prendere le redini del match. Mertens entra al posto di Insigne e nel finale crea un po’ di scompiglio. Ghoulam sostituisce un buon Britos, anche merito suo il primo gol, ottima rimessa laterale, lunga, che mette in difficoltà gli avversari, è un suo punto forte.
E’ successo ancora ieri, nessun minuto concesso a Michu e Zapata, ognuno verrà chiamato in causa quando ce ne sarà bisogno.
Da registrare la mancata presenza di De Laurentiis, che decide di seguire la partita da Roma, ma che a fine partita fa i complimenti alla squadra. Non credo si possa parlare di crisi tra il presidente e il mister, e nemmeno di un allontanamento del presidente, ma sicuramente c’è qualche cosa che ci sfugge.
Bisogna continuare a lavorare, insistere maggiormente sull’attenzione sulle palle alte, ancora troppo disattenti, ma il Napoli è una squadra che, con i suoi limiti, può mettere in difficoltà qualunque avversario. Ora pensiamo alla prossima di Europe League, a Berna con gli Young Boys, e poi in casa con il Verona.
Crescenzo Tortora
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