Dopo gli ultimi fatti del Sarno ci siamo recati a Scafati per constatare di persona lo stato del fiume e di un canale ad esso afferente, il Marna. Il video e le foto
Abbiamo più volte sottolineato quanto la camorra c’entri poco o non direttamente in molti dei nostri fatti ambientali e questo a meno che non si voglia giudicare la mafiosità che permea la nostra società come diretta emanazione delle associazioni criminali invece che il suo terreno di coltura. Questo fa sì che ogni qual volta non si sappia cosa dire o fare su un disastro ambientale di marca delinquenziale si piazza la camorra sopra tutto. Non che questa non c’entri nulla, sia ben chiaro, ma spesso viene usata come specchietto per le allodole da chi non sa, da chi non fa o da chi non sa fare il suo dovere o peggio ancora, travalica nel dolo.
È il caso questo anche del nostro Sarno, splendido fiume in una splendida terra ma che condivide con questa il tragico destino dell’abbandono e dell’incuria oltre che ovviamente quello dell’ipocrisia.
Hanno fatto molto scalpore le immagini del Sarno ricolmo di rifiuti galleggianti e il loro confluire a mare minacciando la costa e la sua attività balnearia. Quello che però più colpisce di quello sversamento è la qualità del rifiuto; non più solo scarico fognario, non più vernice come l’anno scorso, non più il classico sversamento industriale ma una sorta di tal quale dalla dubbia provenienza.
Dubbia in verità non tanto, basti infatti pensare che oltre al suo corso principale il Sarno possiede affluenti e canali che potrebbero tutti essere imputabili delle tante vicissitudini del fiume. E in effetti anche stavolta un imputato ci sarebbe ed è il Marna, circa 4 km di canale che dovrebbe essere sotto l’attenzione del Consorzio di Bonifica Integrale. Quest’ultimo è ente che non brilla certo di iniziativa e che pare abbia già in passato dovuto giustificare l’irregolarità della sua azione, tutt’altro che funzionale all’ambiente fluviale che dovrebbe invece tutelare.
Nelle passate settimane si è molto discusso sull’evento in questione, si è detto che un camion della nettezza urbana avesse potuto scaricare di primo mattino il suo contenuto nel Marna o che addirittura i lavori dello stesso consorzio avessero favorito lo sversamento nel canale e il suo confluire nel Sarno ma, alla fine, solo chiacchiere e nessuna prova evidente. Ciò che è invece evidente è lo stato di quel canale che chiamarlo fogna non è che un grazioso complimento.
Se diciamo questo non lo facciamo certo per partito preso ma perché lì ci siamo andati e abbiamo verificato e attestato con foto e filmati che gli argini del Marna sono ricolmi di rifiuti, molto simili a quelli che abbiamo visto galleggiare in quelle famose immagini e sulle quali molti hanno fantasticato. In effetti, l’ipotesi che questi rifiuti, in maniera casuale o voluta, cadano e siano caduti in quelle acque non è poi così remota ma soprattutto, la responsabilità di questo stato delle cose, a chi vogliamo darla? Alla camorra o a chi lì scarica in maniera indisturbata? Alla delinquenza organizzata o chi vi brucia i rifiuti per farne spazio ad altri? Alle ecomafie o a chi pur vivendo in quel posto fa finta di non vedere? Da qui al gettare i rifiuti nel canale anche per comodità il passo è breve e nun ce vo ‘a zingare p’addivinà!
Lo stato dell’arte è che lungo il breve tratto da noi percorso, a ridosso del quale numerose sono le abitazioni, le serre e i campi coltivati, pullula il rifiuto, che fa parte ormai di un panorama al quale quasi tutti sembrano essersi abituati, tanto da destare più curiosità e sfottò la nostra presenza, mentre stiamo là a registrare l’increscioso stato delle cose, che la fetida essenza di quel luogo. Numerosi, manco a dirlo, sono anche gli scarichi fognari e i miasmi sono tutt’altro che una mera sensazione, ne scorgiamo anche di improvvisi, quasi come se qualcuno li aprisse all’occorrenza per scaricare il necessario, per poi richiuderlo, così come accade mentre ascoltiamo lo sfogo di una signora che mi scambia per uno della “bonifica”. Quella signora, una nonna che abbraccia i suoi nipoti e teme per la loro salute, è stata l’unica voce che abbia rotto quel velo di ipocrisia e rassegnazione che sembra aleggiare in quel luogo.
Il video