Carmine e Vincenzo gli artefici della movida al Casamale

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1943
Carmine e Vincenzo gli artefici della movida al Casamale

Il Borgo si rianima ma ci sono problemi che le istituzioni devono risolvere. 

Carmine e Vincenzo Febbraro, dall’aspetto gioioso e bonario, nel bene e nel male saranno ricordati per aver inventato la movida al Casamale di Somma Vesuviana. I due fratelli, che da tempo hanno raggiunto l’età della ragione, sono gli eredi di una famiglia storica di baristi sommesi.  Il capostipite è stato Vincenzo Febbraro, zio di Carmine e Vincenzo, un campione dell’ospitalità, che ancora viene citato ad esempio per il modo con cui ha condotto il bar a via Collegiata, a pochi passi dalla chiesa omonima. Zio Vincenzo, dopo aver avviato la sua attività commerciale in via Botteghe, negli anni Settanta aveva aperto un nuovo bar a via Collegiata, privilegiando l’accoglienza e il confort. Da vero anfitrione il barista del Casamale sosteneva le iniziative sociali e culturali del quartiere, senza lesinare sulle spese. In questo periodo, grazie al contributo organizzativo ed economico di zio Vincenzo, nacquero circoli, associazioni e si organizzarono manifestazioni sportive e culturali.  Nel lontano 1986, morto zio Vincenzo, i due nipoti entrano nella gestione del bar, sostenuti dai familiari. Intorno agli anni Duemila c’è stata la vera svolta. I fratelli Febbraro cominciano a praticare una politica dei prezzi super conveniente e al limite della remissione.  Un panino farcito al costo di un euro e mezzo, una birra di 66 cl poco sopra un euro e il caffè che ancora oggi viene venduto 0,80 centesimi. Adesso i prezzi sono stati ritoccati leggermente, ma al bar Febbraro la convenienza è sempre di casa. Molti giovani, spesso esclusi dalle proposte culturali, associative e politiche della città di Somma prendono al volo l’occasione e a poco a poco le stradine del borgo si riempiono all’inverosimile. I giovani affollano soprattutto le scale della Collegiata che si offre come una quinta naturale di un quartiere aperto ed ospitale.

La congestione è massima il venerdì e si comincia a parlare di movida al Casamale, bella a vedersi ma che toglie anche il sonno a parecchi residenti. I rumori ed il frastuono proseguono fino alle prime ore dell’alba. L’inciviltà di molti automobilisti in preda all’alcol crea a volte perfino il blocco totale del traffico nelle anguste stradine e nei vicoli, mentre la piaga della malavita tenta sempre di inserirsi dove c’è una così grande massa di persone. Più volte le varie amministrazioni comunali succedutesi cercano di intervenire. Fioccano anche le denunce, ma non si trova nessuna soluzione per garantire la sicurezza ai giovani ed il diritto alla tranquillità notturna dei cittadini. La movida, senza controllo, travolge tutto nelle sue spire. C’è però anche il rovescio della medaglia. Per la esplosiva presenza di giovani, provenienti da Somma e dal circondario nascono quattro nuove attività commerciali ed una quinta è in procinto di aprire. Finalmente si può cominciare a parlare di Borgo, che trova la sua unica e spettacolare espressione solo nei giorni della Festa delle lucerne. Carmine e Vincenzo Febbraro hanno fatto bene il loro lavoro ed hanno il merito di aver riscosso un notevole successo di pubblico. Adesso spetta alle istituzioni ed alle forze dell’ordine esercitare il controllo ed eliminare i malintenzionati. L’amministrazione comunale deve essere in grado di offrire serie risposte non solo ai residenti ma anche a quella sterminata massa di giovani che in mancanza di proposte e di strutture trovano addirittura conveniente festeggiare fidanzamenti e compleanni sulle scale della chiesa. Gli abitanti delle stradine vicine alla Collegiata anche se devono subire pene d’inferno nei fine settimana non se la prendono certo con Carmine e Vincenzo . Intorno a quel bar si è svolta la vita di un intero quartiere.