Musica, poesia, teatro e ironia, tutto nello spettacolo di Giovanni BlockUn giovane talento, una carriera costellata di premi, dal Tenco a Musicultura. In concerto al Living questa sera, 26 ottobre.
Nel 1997 l’inizio della carriera di musicista. In pochi anni una pioggia di premi: ad iniziare con il Primo Premio Vasto Music Festival nel 2003. Il 2007 è un anno di grandi successi: Arezzo Wave, Musicultura, Premio Siae/ClubTenco al migliore cantautore emergente. Nel 2009 è il vincitore Assoluto del festival Musicultura. Nel 2012 l’ album d’esordio «Un posto ideale» vince il Premio Lunezia Future Stelle per il valore Musical-Letterario e si classifica secondo per la Targa Tenco migliore “Opera Prima”.
Nel 1997 l’inizio della carriera di musicista. In pochi anni una pioggia di premi: ad iniziare con il Primo Premio Vasto Music Festival nel 2003. Il 2007 è un anno di grandi successi: Arezzo Wave, Musicultura, Premio Siae/ClubTenco al migliore cantautore emergente. Nel 2009 è il vincitore Assoluto del festival Musicultura. Nel 2012 l’ album d’esordio «Un posto ideale» vince il Premio Lunezia Future Stelle per il valore Musical-Letterario e si classifica secondo per la Targa Tenco migliore “Opera Prima”.
Tanti riconoscimenti, tanti premi. Quali son stati quelli che ti hanno emozionato di più?
“Il Tenco e Musicultura sono di certo i più prestigiosi. Ma mi sono sempre emozionato, a prescindere dai riconoscimenti. Anche nel quotidiano, il rapporto con il pubblico, le mail dei fan, ma anche solo la curiosità di chi mi chiede “Che stai Preparando?” è quella l’emozione giornaliera di cui un artista ha bisogno”.
Molti tuoi testi, «L’epoca del presidente», «La Mentalità », «Song for pagnotta», hanno un occhio sempre vigile ed ironico sulle tematiche sociali. Come nascono?
“Nascono da una pratica esigenza di poter credere che la situazione possa migliorare. Non è un epoca facile per nessuno. Penso che il ruolo di chi comunica oggi debba essere quello di una costante e lucida osservazione della realtà . Raccontare qualcosa che sia di tutti, per tutti, senza distinzione di età . Poi dico sempre e solo la verità , e in qualche modo la verità è sempre una faccenda sociale”.
«Un posto ideale», è il titolo del tuo primo lavoro discografico. Qual è il posto ideale per un giovane cantautore?
“Ora non lo so, ma le faremo sapere. Fingerei se dicessi “E’ L’Italia!” oppure “E’ Napoli!”. No. Di certo no. la fortuna è una questione geografica, poteva andarmi peggio, ma poteva andarmi anche meglio. Diciamo che sto bene vicino al mare. Quindi almeno ho una certezza. Sto bene dove vedo il mare”.
Quali sono gli autori e i cantautori che maggiormente ti hanno guidato nella tua crescita artistica?
“A questa domanda rispondo sempre che Bill Evans e Pat Metheny mi hanno fatto buona compagnia. Mozartè di certo il mio migliore amico in assoluto. As cançao de Vinicius de Moraes e Joao Gilberto mi hanno salvato più volte dalla depressione, i Sigur Rós e i Midlake li vorrei come coinquilini per capire come arrivano a certi concetti così ampi. Sposerei Cheryl Wheeler. Avrei voluto come compagno di banco Nick Drake”.
«Giovanni Block è l’erede della vera canzone d’autore Italiana». Parole di Piero Cesanelli, direttore di Musicultura Festival. Che peso ha questa eredità ?
“E’ un grande onore. Ed è sempre un piacere per me incontrare Piero. Uomo di grande sensibilità e di grande Umanità . Ma anche di grande coraggio. Non è facile gestire oggi con i tempi che corrono una macchina enorme come Musicultura”.
Nel 2012 sei «Il bell’Incontro» nello spettacolo Dignità Autonome di Prostituzione. Qual è il tuo rapporto con il teatro?
“Imparo tutto ciò che posso. Poi torno alle mie attività musicali ed uso l’esperienza per i miei concerti. Quando i registi sono persone tranquille si collabora alla grande. Quando sono nevrotici e pazzi urlatori non li subisco francamente. Scappo. E tanti saluti”.
Progetti per il futuro?
“Un disco nuovo. Una seconda Laurea. Un viaggio lungo”.
Un ultima domanda, una vera curiosità . Perché il nome «Block»?
“E’ semplicemente il mio cognome. Lo so, è strano. Ma è così. E poi è meglio, la gente lo ricorda”.
(Fonte foto: Rete Internet)

