Hotel Quadrifoglio e camorra, il Tar: non ci sono contiguità. Via libera fino a gennaio

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Secondo il Tar la nuova società che ha preso in gestione la struttura non è condizionata dai clan. L’albergo del polo delle fabbriche, ubicato a Castello di Cisterna, potrà operare regolarmente fino all’inizio del prossimo anno.

Non ci sarebbero contiguità tra la camorra e la nuova azienda che ha rilevato la gestione dell’Hotel Quadrifoglio, l’albergo a quattro stelle più grande e importante del polo delle grandi fabbriche a est di Napoli. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo regionale, il Tar Campania, che nell’udienza dell’altro giorno ha valutato la posizione dell’impresa che è subentrata alla Mylove alla guida dell’importante struttura ricettiva. Mylove che invece si era vista chiudere, a Pasqua, su invito della Prefettura, sia l’albergo che le strutture sportive annesse (campi da tennis, di calcetto e piscina) a causa del sospetto condizionamento di pluripregiudicati legati alla camorra vesuviana.

In tutto questo frattempo la Mylove ha presentato dei ricorsi che ha perso. Quindi il cambio societario e l’arrivo di una seconda ditta, che ha promosso un ennesimo ricorso presso la magistratura amministrativa. Magistratura che a quel punto ha rivisto il suo giudizio sbloccando tutto il complesso ricettivo già a settembre, complesso per il quale l’azienda finita nel mirino dell’antimafia aveva speso milioni di euro in una radicale opera di ristrutturazione. L’altro ieri, poi, nell’udienza attraverso cui i giudici del Tar avrebbero dovuto discutere nel merito la posizione della nuova impresa, è stato stabilito che al momento non esisterebbero contiguità tra l’attuale gestione dell’hotel e i clan.

Di conseguenza il Tribunale amministrativo ha concesso alla ditta subentrata di continuare l’attività fino a gennaio, in attesa, appunto, di un’analisi più approfondita del contenzioso. C’è però chi, negli ambienti antimafia, dissente. “Com’è possibile che il Tar abbia riveduto la sua iniziale posizione – la lamentela avanzata da esponenti delle forze dell’ordine – nonostante la produzione, da parte nostra, di prove documentali del fatto che personaggi a rischio continuino a mantenere la loro presenza nel complesso ricettivo?”.